(Ansa)

Il Figlio

Via Rasella, via Tasso, Fosse Ardeatine. Il romanzo della Storia

Sandra Petrignani

A Roma non ci sono montagne di Ritanna Armeni ricostruisce quasi minuto per minuto l'attentato del 1944 con una suspance crescente, una ricostruzione storica accurata e libertà di immaginazione quando entra nei pensieri dei protagonisti

Via Rasella, via Tasso, Fosse Ardeatine. Tre luoghi di Roma che spesso venivano evocati insieme. E il tono di voce degli adulti che ne parlavano s’incrinava. Mia nonna aveva un’amica di nome Gilda, che definiva sempre “la povera Gilda”, il cui figlio era “morto alle Fosse Ardeatine”. C’erano di mezzo i tedeschi, e mia nonna rabbrividiva vistosamente al solo menzionarli. Non era però una storia chiara. Cos’era successo esattamente in via Rasella il 23 marzo del 1944? Di fronte alle mie domande i grandi svicolavano. Qualcosa di eroico che aveva avuto però conseguenze terribili “per la disumana crudeltà dei tedeschi” rispondeva la nonna. Avevano ucciso, i tedeschi, persone innocenti: uno a dieci, per vendetta. Per ogni tedesco massacrato nell’attentato di via Rasella, le SS di via Tasso avevano giustiziato alle Fosse Ardeatine dieci italiani che con l’attentato non c’entravano niente e anche qualcuno in più, “per sbaglio”. Non sapevano contare i tedeschi?, mi chiedevo io.  Ma nessuno aveva voglia di discutere su questa tragedia con una bambina di dieci anni, e nemmeno di spiegarle perché “la povera Gilda” ce l’aveva di più con i gappisti autori dell’attentato che con i nazisti che occupavano Roma… Per quel che ne capivo io, tanto per cambiare, gli adulti mi nascondevano qualcosa.


Poi si cresce e certi enigmi dell’infanzia finiscono nel grande baule dei ricordi  in soffitta, fino a quando una qualche madeleine lo riapre e ne tira fuori - come un pupazzo a molla - un’emozione identica a quella vissuta tanto tempo prima. Mi è successo con l’avvincente romanzo di Ritanna Armeni, "A Roma non ci sono le montagne" (Ponte alle Grazie) che ricostruisce quasi minuto per minuto l’attentato con una suspence crescente, una precisa ricostruzione storica e libertà d’immaginazione quando entra nella pelle e nei pensieri dei protagonisti. “Da quando, qualche settimana prima, Antonello, detto Giacomo, capo dei Gap centrali è stato catturato e portato a Regina Coeli, è il professore a dirigere i gruppi partigiani cui è affidata l’azione antitedesca nel centro di Roma. Si chiama Carlo Salinari”, nome di battaglia Spartaco. Altre madeleines: quando nel mio lavoro giornalistico mi capitò di intervistarlo, Antonello Trombadori era un brusco signore che si dilettava di pittura e scriveva versi in dialetto romanesco. Mentre Salinari, beh, era il testo di letteratura italiana su cui studiavamo al liceo, “il Salinari-Ricci".


L’azione a cui presero parte era la più ambiziosa e pericolosa dei gappisti romani: far esplodere il tritolo in via Rasella al passaggio di un intero reparto delle forze d’occupazione. Vi erano coinvolti una dozzina di partigiani, morirono 33 soldati tedeschi e quattro passanti. Il giorno dopo la rappresaglia non annunciata e consumata in tutta fretta, senza dare tempo ai responsabili di decidere se costituirsi o no. Ma si sarebbero accontentati i tedeschi? Evidentemente non volevano i responsabili, ma terrorizzare la popolazione, dividerla. Armeni racconta ogni cosa nei particolari, il ritardo dei soldati in marcia da via Veneto che rende sempre più stressante l’attesa dei rivoluzionari, la fuga dopo l’esplosione. In case di amici, perché “a Roma non ci sono le montagne” su cui disperdersi per far perdere le tracce. E racconta anche il dopo, le polemiche, le accuse. Senza prendere posizione come credo sia giusto in un romanzo. Anche perché ogni opposizione armata implica morti innocenti e cerca di risvegliare e coinvolgere nella lotta chi non ha il coraggio di esporsi o rischiare la vita in nome della libertà. E un importante merito di questo libro è che costringe il lettore a interrogarsi: da che parte stare quando si è solo una persona qualunque? Quella della “povera Gilda” o di mia nonna?

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