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Il Foglio AI

Utero in affitto: oscenità o libertà di scelta?

Dialogo tra un progressista e un conservatore sulla gestazione per altri

La GPA ci interroga su libertà individuale, sfruttamento economico e implicazioni etiche. Tra regolamentazione, diritti e morale, il dibattito si snoda senza facili soluzioni, riflettendo una società in continua evoluzione.


Progressista: Caro amico conservatore, lasciami cominciare con una domanda: perché una donna adulta, informata e consenziente non dovrebbe poter scegliere di portare avanti una gravidanza per qualcun altro? Siamo nel 2025, il corpo è della donna, il desiderio di avere figli è legittimo e la scienza offre soluzioni. La GPA non è altro che un’estensione della libertà individuale.

Conservatore: Vedi, caro progressista, il problema è che non possiamo ridurre la maternità a una questione di scelta individuale. La GPA non è semplicemente una donna che fa un favore a qualcuno: è un’industria, un mercato. E nei mercati c’è sempre chi compra e chi vende. Chi compra è ricco, chi vende è povero. Dov’è la libertà in questo?

Progressista: Stai banalizzando. Ci sono Paesi dove la GPA è regolata, non esiste sfruttamento e le donne non sono costrette a farlo per necessità economica. Pensa al Canada, dove la surrogazione è altruistica e le donne non vengono pagate se non per le spese mediche e il mancato reddito. Non è una transazione, è un accordo tra adulti consapevoli.

Conservatore: Canada, certo. Ma per ogni Canada ci sono dieci India, Ucraina e Cambogia dove la maternità surrogata è un business che sfrutta la disperazione delle donne. È un mercato che cerca sempre la manodopera più economica. Dici che il corpo è della donna? Perfetto, allora perché solo le donne povere fanno le gestanti? Nessuna top manager o accademica offre il proprio utero. Strano, no?

Progressista: Ma scusa, questo vale per qualsiasi lavoro. Perché i lavori più duri, pericolosi o usuranti li fanno i meno abbienti? Proibiamo le fabbriche perché ci lavorano i poveri? La tua è un’obiezione classista: la libertà non sparisce solo perché esiste un divario economico.

Conservatore: No, il problema è che nel tuo ragionamento la maternità diventa un “lavoro”. Ma un figlio non è un prodotto e una gravidanza non è una prestazione di servizio. Il legame tra una madre e il bambino che porta in grembo non può essere ridotto a una funzione biologica. È una relazione. La scienza lo dimostra: il feto riconosce la voce della madre, il battito cardiaco, crea un legame con chi lo porta in grembo. La GPA strappa questo legame per soddisfare il desiderio di qualcun altro. Un desiderio, non un diritto.

Progressista: E se la donna non si sente madre? Ci sono casi di GPA in cui la gestante non sviluppa alcun attaccamento emotivo, perché è consapevole fin dall’inizio che sta portando avanti una gravidanza per altri. L’idea che ogni donna sviluppi automaticamente un legame materno è paternalista.

Conservatore: Ah, il paternalismo. La parola magica per chiudere ogni discussione. Ma la biologia non è una costruzione sociale: la gravidanza è un processo complesso che coinvolge corpo e mente. Stiamo normalizzando il concetto che un figlio possa essere commissionato come un prodotto, e che una madre sia solo un mezzo. Oggi si regolamenta, domani si normalizza. E se poi la donna cambia idea? Se si sente madre dopo il parto? Le diciamo che ormai ha firmato un contratto?

Progressista: Questo problema esiste, certo. Ma accade anche con le adozioni: una madre naturale può cambiare idea, ma esistono processi legali per proteggere i genitori adottivi. La soluzione è regolamentare meglio, non proibire tutto.

Conservatore: Quindi mi stai dicendo che la GPA va bene se ci mettiamo abbastanza avvocati? E i bambini in tutto questo? Cresceranno sapendo di essere nati da un contratto, con una madre biologica e una gestante? Stiamo creando un mondo in cui il desiderio di un figlio giustifica qualsiasi pratica. Ma non ogni desiderio è un diritto.

Progressista: Ma non è nemmeno giusto negare a una coppia infertile o omosessuale la possibilità di avere figli. La società evolve, il concetto di famiglia cambia. Se una donna sceglie liberamente di aiutare altri a diventare genitori, non è affar tuo impedirglielo.

Conservatore: È affare di tutti quando in gioco ci sono la dignità della donna e i diritti dei bambini. Se la GPA fosse davvero altruistica, non ci sarebbe bisogno di pagarla o di andare all’estero per trovarla. Ma il punto è che si paga, e come ogni mercato segue la legge della domanda e dell’offerta. Tu parli di libertà, ma alla fine è solo business.

Progressista: La libertà ha sempre un prezzo, ma il progresso è fatto di scelte individuali. Il tuo problema è che vuoi imporre la tua morale agli altri. Nessuno ti obbliga ad accettare la GPA, ma non dovresti impedirla a chi la considera un’opzione legittima.

Conservatore: E il tuo problema è che chiami progresso ogni nuova pratica senza chiederti se sia giusta. Non tutto ciò che è possibile è anche eticamente accettabile. Ma ormai lo so, parleremo ancora, ci infervoreremo, e poi ognuno resterà della sua idea. E la politica? Girerà la testa dall’altra parte, aspettando che sia la società a risolvere il problema per lei.