Trovò semplicemente un’altra maniera di viaggiare. Attraverso francobolli, incisioni, libri e fotografie, attraverso la corrispondenza con amici e sconosciuti in terre lontane
Joseph Cornell fu uno degli artisti più straordinari del Ventesimo secolo. Non sapeva disegnare, dipingere o scolpire. Non ricevette alcuna educazione artistica, svolse una serie di lavori da colletti blu per sostenere sua madre e suo fratello disabile, e raramente viaggiava lontano dalla casa di famiglia a Flushing, New York. Eppure, lavorando di notte in cantina e sul tavolo di cucina, assemblò uno dei corpus di lavoro più straordinari e originali nella memoria recente. I suoi collage, film, assemblaggi e scatole sono stati creati usando le migliaia di piccoli oggetti che Cornell trovava nelle librerie di antiquari, mercati delle pulci, negozi di alimentari o sulle spiagge di Long Island. Nel corso di quattro decenni, creò un gabinetto di curiosità privato, stupefacente come quelli raccolti da re, imperatori e aristocratici dell’Europa rinascimentale. Come loro, Cornell si dilettava delle piccole cose e delle storie che raccontavano e come loro, cercò di catturare il mondo in una scatola, nel tentativo di capire il suo funzionamento e il nostro posto al suo interno. La sua opera ha avuto un’influenza profonda e duratura sulle successive generazioni di artisti, ma quasi cinquant’anni dopo la sua morte, rimane ancora poco conosciuta al di fuori degli Stati Uniti. Solo una manciata di musei in Europa e in Giappone custodisce le sue opere e le grandi mostre sono state rare, in parte a causa dell’estrema fragilità dei suoi oggetti.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE