fauna d'arte
"C'è sempre tempo per cambiare punto di vista". Parla Alessandro Cicoria
"Chissà quale tipo di intelligenza leggerà i nostri archivi svelandone il mistero"
Fauna d'arte è una ricognizione intergenerazionale sugli artisti attivi in Italia. Ci facciamo guidare nei loro studi per conoscere dalla loro voce le opere e i modi di lavorare e per capire i loro sguardi sull’attualità. Il titolo si ispira a una sezione di Weekend Postmoderno (1990), il romanzo critico con cui Pier Vittorio Tondelli ha documentato un decennio di cultura e società italiana. A differenza del giornalismo e della saggistica di settore, grazie a “Fauna d’arte”, Tondelli proponeva uno sguardo sull’arte contemporanea accessibile e aperto, interessato a raccontare non solo le opere ma anche le persone, il loro modo di vivere dentro l’arte.
Oggi questo approccio ci permette ancora di parlare degli artisti, ma in futuro anche delle altre figure professionali come critici e curatori, galleristi e collezionisti, con lo scopo di restituire la complessità di un sistema attraverso frammenti di realtà individuali.
Nome: Alessandro Cicoria
Luogo e data di nascita: Giulianova 07/09/1980
Galleria di riferimento e contatti social: @alessandrocicoria
L'intervista
Intervista realizzata in collaborazione con Giulia Bianchi
A che cosa stai lavorando?
Sto chiudendo un libro con un editore francese, Three Star Books. Il volume è pensato come un percorso di immagini e fotografie che traducono la mia pratica in un libro oggetto.
Quali sono i tuoi riferimenti visivi e teorici?
Svariati, vanno dalle sculture preistoriche alle ceramiche dei bar, dai pittori del Cinquecento alle pitture ossidate dei muri romani, dai saggi di filosofia alla cultura vernacolare.
Com’è organizzata la tua giornata di lavoro?
Lavoro a lunghi cicli di produzione che si attivano dopo un periodo di osservazione.
Che cos’è per te lo studio d’artista?
È uno spazio sia mentale che fisico. In quest’ultimo ci arrivo quando sono svuotato dalle idee e a quel punto inizio a lavorare.
Con quali criteri decidi di usare un linguaggio espressivo anziché un altro?
In maniera istintiva e intuitiva, non ho il controllo delle associazioni tra i linguaggi. Questi linguaggi si scambiano e si ibridano come i dialetti e le lingue che si incanalano e persistono in alcuni luoghi. A volte mi accorgo che quel linguaggio è buono solo quando ho finito di usarlo.
In che modo hai iniziato a fare l’artista?
Quando avevo vent’anni, in Abruzzo, scattavo fotografie in analogico e stampavo in camera oscura. Ho collezionato un bestiario di volti antichi che poi associavo alle divinità classiche. Era un modo per viaggiare nel tempo. Credo sia la prima pratica che ho sviluppato da autodidatta e senza l’intenzione di fare l’artista.
Che rapporto c’è fra verità e archivio?
Penso che c’è sempre tempo per aprire una cassettiera, tirare fuori un lavoro e cambiarne il punto di vista. Chissà quale tipo di intelligenza leggerà i nostri archivi svelandone il mistero e poi diremo che tutte le interpretazioni saranno vere.
Qual è la funzione dell’arte oggi?
L’arte lavora in silenzio e ha bisogno di tempo per acquistare valore. Non penso a una funzione ma a una attrazione verso qualcosa di incerto e indefinibile.
Ci parli del progetto Studioli?
Studioli è stato fondato insieme a Valerie Giampietro quasi dieci anni fa, ed è un’estensione della nostra pratica di artisti. All'interno di un borgo vicino al fiume Tevere queste stanze congelate negli anni '70 venivano utilizzate come garçonnière. Studioli è diventato progressivamente un progetto che comprende la curatela di mostre, la produzione di libri d'artista e progetti internazionali, ma è anche un set nel quale creare interazioni e scambi energetici.
Le opere
Untitled_Rosa Luce, 2022, gouache e sali d’argento su carta, 55x75 cm
Cuore
artificiale
operazione a
aperto
nobile generoso delicato
tenero puro
l’intimo il profondo l’abissso del
i moti la voce i palpiti del
amico donna del
abbondanza del
persona di buon
di buon
di
di tutto
Monocromo_Bianco, 2023, sali d’argento su carta, 140x200 cm
Monocromo_Rame, 2023, gouache e sali d’argento su carta, 140x200 cm
con tutto il
col
in mano in
suo contro
avere un
di tigre
di ferro di pietra
di ghiaccio col pelo
sulle labbra
nello zucchero
libero
avere qualcuno una spina nel
avere a
qualcuno avere in
di fare qualcosa
Volume II, 2020, daylight film, 50x2000 cm, Laure Genillard Gallery, Londra
dare donare il
rubare prendere il
a qualcuno dar nel essere nel
a qualcuno stare a
a qualcuno
sentire stringersi allargare il
sentirsi piangere ridere il
sentire un tuffo al
ridere di
struggersi il
Silver Self-Portrait Without Red, gouache e sali d’argento su carta, 140x200 cm
mangiarsi rodersi il
mettersi il
in pace
mettersi porsi in
qualcuno
mettersi una mano sul
prendersi a
toccare il
arrivare al
leggere nel
aprire il proprio
Cicoria, Vin Vin Gallery, installation view, 2018
spezzare trafiggere
strappare schiantare il
di poco
perdersi di
farsi
pigliar
non gli regge non gli basta il
l’atleta la squadra ha gareggiato col
un
semplice un nobile
Untitled_Perla, 2022, sali d’argento su carta, 70x100 cm
Untitled_Rosa, 2022, sali d’argento su carta, 70x100 cm
di leone di coniglio
solitario
affari pene di
si strinse il figlio al
sopra l’altare c’è un
d’argento nel
città della notte
dell’estate del legno di lattuga
della foresta della pera
di mare di maria
occhio non vede
non duole
Time Tablets, 2015, sali d’argento su ceramica, 6x9x13 cm, Laure Genillard Gallery, Londra
malattie del
muscolo del
cavità del
contrazione dilatazione del
esame del
trapianto del
finché il mio
batterà
asse di
del problema del dibattito
Chimera, 2023, gouache e sali d’argento su carta, 80x120 cm
Untitled_Interno Giallo, 2022, tempera e sali d’argento su carta, 50x70 cm
accettare acconsentire di buon
ascolta il tuo
mi batte il
in festa
viene dal
va dritto al
Aerofoni, 2018, ceramica, 35x50x60 cm
il segreto del suo
mi manca il
dal fondo del
parla al
parlare a
aperto
Studioli TV, 2018-2020, film Hi8 colore, Retrofuturo. Note per una collezione, Museo MACRO, Roma
aprire il proprio
a pezzi
in alti i
ci andò di buon
dal fondo del suo
nel segreto del suo
mio!