fauna d'arte

Nel bosco con Pietro Fachini

"L'arte è una ricerca, che aumenta la consapevolezza, operando con poeticità"

Francesco Stocchi e Gabriele Sassone

"Penso alla mia pittura come a un processo organico: un quadro inizia con il camminare nel bosco, le scelte che ti guidano in ogni fase del lavoro si ritroveranno, in qualche modo, inevitabilmente, nell’opera finita"

Fauna d'arte è una ricognizione intergenerazionale sugli artisti attivi in Italia. Ci facciamo guidare nei loro studi per conoscere dalla loro voce le opere e i modi di lavorare e per capire i loro sguardi sull’attualità. Il titolo si ispira a una sezione di Weekend Postmoderno (1990), il romanzo critico con cui Pier Vittorio Tondelli ha documentato un decennio di cultura e società italiana. A differenza del giornalismo e della saggistica di settore, grazie a “Fauna d’arte”, Tondelli proponeva uno sguardo sull’arte contemporanea accessibile e aperto, interessato a raccontare non solo le opere ma anche le persone, il loro modo di vivere dentro l’arte.

    

Oggi questo approccio ci permette ancora di parlare degli artisti, ma in futuro anche delle altre figure professionali come critici e curatori, galleristi e collezionisti, con lo scopo di restituire la complessità di un sistema attraverso frammenti di realtà individuali.


 

Nome: Pietro Fachini

Luogo e data di nascita: 30/11/1994, Milano

Galleria di riferimento e contatti social: ArtNoble Gallery

 

L'intervista

Intervista realizzata in collaborazione con Giulia Bianchi

 

Quali sono i tuoi riferimenti artistici e teorici?

Tra le influenze principali che hanno contribuito allo sviluppo della mia ricerca pittorica c’è sicuramente Georges Braque, e il suo approccio all’attività artistica, pacifica e meditata. Molta importanza è ricoperta dalla corrente surrealista, l’inventiva tecnica di Max Ernst, le morfologie di Hans Arp, e l’attitudine di Brancusi. La componente teorica di influenza più rilevante è quella biologica e etologica. Osservare con occhio distaccato dinamiche che caratterizzano ogni macchina organica, sino a considerare il quadro stesso come il prodotto di un processo organico.

 

Che cos’è per te lo studio d’artista?

Vedo lo studio come un luogo diviso in due fasi.

Lo studio esplorativo, di indagine, che abbraccia qualunque luogo. Sempre più frequentemente mi ritiro in natura per lavorare, come in occasione dell’ultima mostra con ArtNoble Gallery dove mi sono ritirato in un bosco di sughere in Sardegna per mesi. È un momento di ricezione ed elaborazione primordiale.

La seconda “fase-studio” è tra le quattro mura del mio studio a Milano, dove si “tirano le somme”. Si digerisce, approfondisce e asseconda strade che richiamano più la mia attenzione, per poi, eventualmente, ritornare in natura.

 

   

Com’è organizzata la tua giornata di lavoro?

Sono abbastanza metodico. Mi piace alzarmi molto presto, all’alba. Leggo, esercizio fisico e inizio a lavorare. Se mi trovo in contesti come quello sardo, assecondo il sole per dipingere all’esterno. Esser all’alba nel bosco e rientrare col calar del sole, con pausa pranzo al paese più vicino, tenendo conto che ci posso sempre esser eventi (come inviti dei pastori ad assaggiar acquavite) che felicemente stravolgono i piani di una giornata.

  

Come definiresti la tua pittura?

Credo sia il riflesso del processo che la crea. Uno strumento di ricerca che mette in pratica questioni molto teoriche quanto tecniche. Mi piace pensarla come a un processo organico: nel senso, un quadro inizia con il camminare nel bosco, le scelte che ti guidano in ogni fase del lavoro si ritroveranno, in qualche modo, inevitabilmente, nell’opera finita. Diviene importante esser consapevoli di ogni fase della propria ricerca.

  

A che cosa stai lavorando?

Ho da poco inaugurato la mia prima mostra personale Racconti dalle Terre Piumate presso la galleria ArtNoble a Milano, a cura di Arnold Braho. La mostra credo risulti come una fotografia del lavoro che ho svolto fino ad oggi nelle terre sarde principalmente. Qui presento il ciclo pittorico risultato da un lungo periodo di ricerca nei boschi di sughere, insieme all’indagine sul pigmento e sull’astrazione delle forme nei monotipi, che ho sviluppato in parte a Stromboli, presso la residenza Tagli e che operano in funzione del mio operato pittorico. Quest’anno tornerò nell’Amazzonia colombiana per studi sui pigmenti organici e poi in Messico per una residenza in un piccolo paese fuori Oaxaca, nel sud.

  

Quali soggetti prediligi?

Le manifestazioni spontanee della natura. L’organicità mai fissa, mai irremovibile, sempre in trasformazione.

 

Oggi qual è la funzione dell’arte?

Credo sia una ricerca, che aumenti il bagaglio della consapevolezza, operando con poeticità.

 

Attraverso quale processo di ricerca arrivi a generare un’opera?

Attraverso un processo esplorativo: per esempio, sedendosi al bar centrale di un paese dell’entroterra sardo, sono emerse una infinità di indicazioni su luoghi per dipingere, dove trovare terre coloranti, informazioni su possibili supporti per dipingere come la pergamena d’asino.

Parallelamente esiste sempre una ricerca teorica, che si fonda su ricerche biologiche, che cerca sistemi di coerenza da applicare in ambito artistico.

 

Quando hai capito di essere un artista?

Credo che sia quasi un titolo che viene attribuito dal contesto, penso più alla mia attività, da pittore o ricercatore.

     

Le opere

Pietro Fachini_Pastore delle nuvole (Monotipo 3) _2024_44 x 33 cm_Red earth pigment, green earth pigment, black carbon on paper_Courtesy of the artist and ArtNoble Gallery_Ph credit M. Pedranti

 

   

Pietro Fachini_Costanza nel disequilibrio _2023_20 x 25 cm_oil and pigments on lined board_Courtesy of the artist and ArtNoble Gallery_Ph credit M. Pedranti

 

  

  

Pietro Fachini_Sughera _2024_36 x 46,5 cm_oil and pigments on lined board_Courtesy of the artist and ArtNoble Gallery_Ph credit M. Pedranti

  

   

  

Pietro Fachini_Grande sughera _2024_71 x 57 cm_oil and pigments on lined board_Courtesy of the artist and ArtNoble Gallery_Ph credit M. Pedranti

  

   

   

Pietro Fachini_Franklin _2024_20,5 x 32 cm_oil and pigments on lined board_Courtesy of the artist and ArtNoble Gallery_Ph credit M. Pedranti

  

   

 

Pietro Fachini_La crepa _2024_30 x 30 cm_oil and pigments on lined board_Courtesy of the artist and ArtNoble Gallery_Ph credit M. Pedranti

  

   

    

Racconti dalle terre piumate, curated by Arnold Braho, Installation view, courtesy ArtNoble gallery, ph credit M. Pedranti

  

   

   

Pietro Fachini_Leticia _2024_70 x 86 cm_Natural dyes from the Amazon rainforest on paper_Courtesy of the artist and ArtNoble Gallery_Ph credit M. Pedranti

  

   

    

Racconti dalle terre piumate, curated by Arnold Braho, Installation view, courtesy ArtNoble gallery, ph credit M. Pedranti

   

     

   

Racconti dalle terre piumate, curated by Arnold Braho, Installation view, courtesy ArtNoble gallery, ph credit M. Pedranti

  

      
  

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