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La vita nomade di Moira Ricci. Tra realtà e immaginazione, l'arte come antenna del presente

Francesco Stocchi e Gabriele Sassone

Dalla Maremma a Milano, l’artista esplora il passato per interpretare il presente e fondere confini. Un viaggio nell'arte, nella storia e nei luoghi dell’anima. Tra installazioni pubbliche e uno studio mobile, l’artista racconta l’essenza della semplicità e del tempo

Nome: Moira Ricci

Luogo e anno di nascita: Orbetello,1977Galleria di riferimento e contatti social:
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L'intervista

Intervista realizzata in collaborazione con Anna Setola

   

Quali sono i tuoi riferimenti visivi e teorici?

Ho un lunghissimo elenco, cito quelli che mi vengono in mente adesso tra quelli del passato e quelli recenti:

Candy Candy, Goldrake, Conan, Georgie, Pompeo, Perche' Pippo Sembra Uno Sballato, Ranxerox, Tank Girl, Fame (Saranno Famosi), alcuni film di Derek Jarman, di Jonas Mekas, di Andrea Arnold, di Kim-Ki Duk, tutti i film e i libri di Pierpaolo Pasolini, i racconti di David Foster Wallace, di Luciano Bianciardi, di Dino Buzzati, di Philip K.Dick, i saggi di Roland Barthes, di Mark Fisher, di Susan Sontag, di Regis Debray, il lavoro fotografico di Luigi Ghirri, di Cindy Sherman, di Claude Cahun, di Martin Parr, l’intera ricerca di Roberto Cuoghi, di Cyprien Gaillard, di Joan Fontcuberta, di Ryan Trecartin, di Jeremy Deller, di Sophie Calle, di Paolo Gioli, di Franco Vaccari, di Christian Jankowski, i disegni di Roberto Ferretti, il pensiero di Georges Ivanovič Gurdjieff, di Carl Gustav Jung, di Jiddu Krishnamurti, ecc…

   

Cosa ti interessa far emergere del mondo rurale cui attingi?

La semplicità, l’umiltà, la connessione.

  

Com’è organizzata la tua giornata?

Generalmente non faccio una vita molto organizzata. Dipende dagli anni, dai mesi e dai giorni. Da un po’ di anni vivo in tre posti: in un podere in Maremma, in un capannone in una zona industriale di Rimini e in una casa di 18 metri quadrati di Milano. Non riesco a descrivere una mia giornata tipo. Passo molto tempo in macchina.


 

A che cosa stai lavorando?

Sono in fase di elaborazione su nuovi progetti commissionati per il 2025, sono quasi tutti progetti d’installazioni esterne in luoghi pubblici e privati.

  

In che modo hai iniziato a fare l’artista?

Ho iniziato durante il periodo trascorso all'Accademia di Belle Arti di Brera nel 2001. I professori di diverse materie ci assegnavano progetti a tema come compito, ed è stato grazie a questi lavori che ho cominciato a partecipare a mostre anche al di fuori della scuola.

  

Che cos’è per te lo studio d’artista?

Avendo tre luoghi in cui vivo, ho organizzato tre diversi "studi" in ciascuno di essi. In realtà, ce ne sarebbe anche un quarto, mobile, perché per spostarmi da un posto all’altro ho bisogno dell’auto, del computer portatile, degli hard disk e degli accessori necessari. Questo "studio" mobile è probabilmente quello che frequento di più.


  

   

Il tempo e la storia sono elementi centrali della tua pratica artistica. Quale valore assume il passato in relazione al presente?

Nella mia ricerca, mi ispiro spesso al passato per capire meglio il presente e per rappresentare una mia visione di esso. Le esperienze e gli eventi storici mi aiutano a mettere in prospettiva ciò che accade oggi. Il passato non è solo un ricordo, ma una fonte di significato e comprensione che arricchisce il mio processo creativo e il mio modo di vedere il mondo.

  

Qual è la funzione dell’arte oggi?

Penso che l'artista sia una sorta di antenna, capace di captare le frequenze collettive e personali del tempo in cui vive. Attraverso la sua ricerca, l'artista riceve e interpreta queste vibrazioni, trasformandole in forme visibili e tangibili che possono essere fruite da tutti. L'arte, quindi, funge da ponte tra l'esperienza individuale e collettiva, stimolando la riflessione sul presente.

   

Che importanza ha il confine tra realtà e immaginazione nel tuo processo creativo?

Nel mio processo creativo, così come nel mio pensiero, realtà e immaginazione si fondono da sempre. Molto spesso mi ritrovo a immaginare delle cose che poi credo siano successe davvero. Penso che il confine tra realtà e immaginazione sia sempre stato sottile, e che in quest’epoca lo sia talmente tanto da scomparire. La realtà esiste solo nel presente, già raccontandola non esiste più.

   

Le opere

   

Moira Ricci, loc.collecchio, 26, stampa fotografica a colori su dibond, 30x40 cm, 2001.

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Moira Ricci, A Lidiput, stampa lambda su sandwich di plexglass, 240x60 cm, 2003.

   

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Moira Ricci, 20.12.53-10.08.04 (gemellini), stampa inkjet su dibond, 13,8x21cm, 2004/14.

    

È difficile dire con parole di figlio

ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

 

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,

ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

 

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:

è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

 

Sei insostituibile. Per questo è dannata

alla solitudine la vita che mi hai data.

 

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame

d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

 

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu

sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

 

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso

alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

 

Era l’unico modo per sentire la vita,

l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

 

Sopravviviamo: ed è la confusione

di una vita rinata fuori dalla ragione.

 

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.

Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

 

Pier Paolo Pasolini

   

Moira Ricci, Da buio a buio (bambina cinghiale), bambina cinghiale adolescente, data imprecisata (foto trovata dal signor Renato Ruvidi), tecnica varia, 2009.

   

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Moira Ricci, Da buio a buio (Uomo sasso). Foto dell’uomo sasso trovata a casa di zio Luigino 1982, 10x15 cm, 2009.

   

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Moira Ricci, Dove il cielo è più vicino, still da video, courtesy Ass. culturale Dello Scompiglio, 2014.

   

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Moira Ricci, Dove il cielo è più vicino (podere#1), stampa a getto d'inchiostro su forex tamburato, 200x100 cm, courtesy Ass. Culturale Dello Scompiglio e l'artista, 2014.

   

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Moira Ricci, Dove il cielo è più vicino (trebbia-astronave), foto di documentazione, courtesy Associazione culturale Dello Scompiglio, 2014.

    

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Moira Ricci, Andata e ritorno (Foto d'installazione 3), stampa inkjet su dibond bianco sagomato, struttura in legno, strisce Led, tappeto specchiante, 1000x300 cm, courtesy Comune di Gibellina, 2019.

   

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Moira Ricci, Totem, foto di documentazione, 2021.

     

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