Le esenzioni che vogliono i liberal
In deroga alle proprie convinzioni progressiste, ecco l'ipocrisia della sinistra americana. Scrive la National Review
“Pagate il pegno oggi, sostenendo tutte le cause più progressiste, per evitare di pagare un conto molto più salato domani”, ha scritto lo storico Victor David Hanson in un editoriale sull’ipocrisia della sinistra americana, pubblicato sulla National Review. “L’ossessione progressista per la razza e le classi sociali spesso offusca il giudizio sulla condotta individuale. La cosa spaventosa del progressismo contemporaneo è il suo ridurre gli individui a sagome di cartone, le cui colpe e i cui meriti si fondono indistintamente dinanzi ai noumeni cosmici della razza e del gender. I liberal possono sfuggire alle ramificazioni della propria stessa ideologia” e l’esenzione con cui sono costantemente graziati i suoi aderenti è ciò che più innervosisce la destra anti pol. corr. Americana.
“Il liberalismo rende la vita delle celebrità molto più facile. Il liberal di Hollywood Harvey Weinstein, a quanto pare, per decenni ha molestato, aggredito e forse persino stuprato innumerevoli donne. Nei circoli di Hollywood si sapeva tutto, quindi com’è che Weinstein è riuscito ad aggirare la legge tanto a lungo? La risposta è che non solo le sue vittime avevano paura di denunciarlo per le ripercussioni sulla propria carriera, o che sono stati promessi loro avanzamenti professionali in cambio di favori sessuali. Molte delle attrici e degli attori di successo di Hollywood hanno filtrato per anni qualsiasi cosa Weinstein gli facesse, bella o brutta che fosse. Ciò che rendeva Weinstein esente da qualsiasi forma di perseguibilità è il fatto che è sempre stato un tipico progressista hollywoodiano, uno con i contatti giusti e sopratutto i finanziamenti giusti ai politici e alle loro famiglie (assunse Malia Obama come stagista estiva), ai film che riflettevano le ortodossie liberal, ai candidati e alle campagne presidenziali del Partito democratico.
Secondo i criteri dell’ortodossia liberal, Weinstein era un sessista senza remore e un predatore sessuale che meritava la prigione. Ma secondo gli stessi criteri, il suo trentennale contributo alla causa progressista controbilanciava ampiamente il danno fatto alle sue vittime. I casi di Woody Allen e Roman Polanski sono molto simili: le loro esenzioni sono state predicate in nome del loro valore come artisti liberal e progressisti. Più i progressisti si impegnano per la redistribuzione del reddito, per l’imposizione di quote che assicurino una rappresentazione proporzionalista nelle assunzioni e nelle ammissioni, per la sospensione del diritto costituzionale alla libertà di parola e al giusto processo per sopprimere l’individualismo e l’eterodossia, più è probabile che il loro stesso progressismo verrà esposto per, e in alcuni casi condannato, per la sua implicita illiberalità. A quel punto i liberal cercheranno esenzioni per le conseguenze delle proprie cause progressiste: se messi alle strette, ricorreranno all’auto indulgenza. O alla simonia”.
Il Foglio internazionale