Il senso di Mogherini per i regimi
Dall’Iran a Cuba ha solo parole di conforto per le dittature, scrive Bloomberg
“Se Federica Mogherini non esistesse, gli autocrati del mondo dovrebbero inventarla”. E’ spietato il giudizio di Eli Lake sulla ministra europea degli Affari esteri. “In qualità di alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, è un’appassionata sostenitrice del coinvolgimento degli stati canaglia. Pochi diplomatici hanno perseguito questo tipo di impegno con un tale gonfiore moraleggiante. Nel mondo di Mogherini, la diplomazia con i dittatori non dovrebbe mirare a trasformare questi paesi in società aperte, ma piuttosto a prevenire i conflitti a tutti i costi”.
Consideriamo il suo viaggio la scorsa settimana a Cuba. “Mogherini ha usato la sua visita per richiamare l’attenzione sulla lotta degli attivisti per i diritti umani o per confortare le famiglie dei prigionieri politici? No, Mogherini era a Cuba per rassicurare il regime che l’Europa non avrebbe accettato l’embargo commerciale americano. Mentre Mogherini dava voce all’Avana all’isolamento di Cuba, era muta sulla rivolta popolare in Iran. Ha aspettato sei giorni per dire qualcosa sulle manifestazioni. E’ come se Mogherini credesse che i dimostranti iraniani stessero arrestando e facendo tacere i membri della milizia statale Basij, e non viceversa. E perché parla di apertura e rispetto? Il capo della politica estera europea non ha seguito il calvario dei cittadini europei, detenuti con accuse inventate in Iran? Apparentemente questa apertura e rispetto è una strada a senso unico. Tutto questo fa parte di un modello per Mogherini. La maggior parte degli strateghi ritiene che la diplomazia sia uno strumento per raggiungere uno specifico risultato nelle relazioni estere. L’unico risultato che Mogherini sembra cercare è la conservazione dello status quo. Va bene nei momenti di tranquillità e prosperità, non in un momento in cui gli autoritari sono in marcia in Europa e in Asia. L’ideologia di Mogherini è una tragedia particolarmente nel caso dell’Iran. L’occidente può aiutare il movimento di liberazione dell’Iran collegando il trattamento del regime al suo popolo, e in particolare i suoi prigionieri politici, all’impegno economico e politico. Gli Stati Uniti hanno una certa influenza qui, ma l’Europa ne ha molta di più. Suzanne Maloney, un’esperta dell’Iran alla Brookings Institution, mi ha detto questa settimana: ‘Questo è il momento europeo per l’Iran’. La risposta dell’Europa alla repressione violenta del regime delle proteste dopo le elezioni rubate del 2009 è stata ferma. L’Ue dovrebbe inviare lo stesso messaggio oggi: ‘Non sosterremo l’impegno politico ed economico con un paese impegnato nella repressione delle proteste pacifiche’, ha affermato. Finora Mogherini e gli europei hanno espresso il messaggio opposto. Lunedì, Mogherini ha invitato il ministro degli Esteri iraniano, Javad Zarif, a Bruxelles per ulteriori discussioni sull’accordo nucleare iraniano. Alireza Nader, un’esperta dell’Iran presso la Rand Corporation, mi ha detto questa settimana che la dichiarazione di Mogherini sull’Iran ‘sta dicendo che entrambe le parti sono uguali, quando le forze di sicurezza iraniane stanno sparando e uccidendo la gente’. L’Europa può e dovrebbe fare di meglio. In Mogherini, l’Europa ha un capo diplomatico che non vuole offendere gli inviati dei tiranni. In un’altra epoca, questa supina credulità aveva un nome: appeasement”.
Il Foglio internazionale