L'Irlanda non è più un paese religioso
Per il Washington Post i segni del declino e della secolarizzazione sono ovunque
"Nel 2015, l’Irlanda è diventata il primo paese al mondo ad approvare il matrimonio omosessuale con il voto popolare. A maggio, ha spazzato via uno dei più restrittivi divieti di aborto nel mondo con un voto che ha segnato la sua piena emergenza come uno stato socialmente liberale non più obbediente ai dettami cattolici”. Così il Washington Post analizza l’Irlanda alla vigilia della visita di Papa Francesco (sabato e ieri, per l’Incontro mondiale delle famiglie a Dublino, primo Pontefice in Irlanda dopo quarant’anni).
“Questi due voti ‘illustrano quanto sia rapida la secolarizzazione irlandese, ha fatto in una generazione ciò che ha richiesto secoli altrove’, ha detto Crawford Gribben, professore di Storia alla Queen’s University di Belfast. In tandem con un così drammatico cambiamento sociale, la frequenza della chiesa si è inaridita. Lo si sente la domenica mattina nelle parrocchie di tutto il paese, dove anziani sacerdoti presiedono a file di banchi polverosi e distribuiscono l’Eucaristia con mani tremanti a un rivolo di pensionati. Un tempo il paese più cattolico d’Europa, l’Irlanda è ora un luogo in cui solo circa un terzo degli adulti frequenta la chiesa ogni settimana, secondo i sondaggi. Questo mese sono stati venduti 45 mila biglietti per vedere Papa Francesco al Santuario di Knock, quasi un segno di un fervore resiliente. Eppure, per la visita di Papa Giovanni Paolo II qui nel 1979, vennero in 450 mila a sentire il Pontefice parlare. Le foto di quell’evento mostrano una moltitudine di adoratori che si staglia all’orizzonte sotto cieli blu, come una Woodstock cattolica. Quei giorni sono andati. Oggi gli irlandesi parlano apertamente della morte della chiesa, della fine della chiesa o, più ottimisticamente, della ricerca di un nuovo modello ‘à la carte’, in cui le persone scelgono come vivere la loro fede, accettando o rifiutando l’insegnamento della chiesa senza paura delle conseguenze. I segni del declino religioso sono ovunque. I giovani cattolici esprimono indifferenza, e i loro genitori esprimono vergogna per i molti peccati della chiesa, specialmente per i decenni di abusi sui minori qui e per gli insabbiamenti della chiesa irlandese, non contrastati dal Vaticano".
"L’Irlanda fu elogiata da un Papa nel 1961 come il più prolifico produttore di preti cattolici, che furono mandati a servire in tutto il mondo, specialmente negli Stati Uniti, ma oggi i ranghi si stanno rapidamente assottigliando. L’anno scorso, solo sei giovani sono entrati nel seminario nazionale del St. Patrick’s College di Maynooth per studiare per il sacerdozio, e questo è ‘ritenuto il numero più basso dalla sua fondazione nel 1795’, secondo l’Irish Times”.
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