Un Foglio internazionale
Affaire Sarah Halimi: la cannabis e la licenza di uccidere un'ebrea
Mohamed Merah, l’assassino dei bambini ebrei di Tolosa, è dunque irresponsabile? E come lui Amedy Coulibaly e i fratelli Kouachi? Scrive la Revue des Deux Mondes (19/4)
Emettendo la sua sentenza sull’affaire Sarah Halimi, la donna torturata e in seguito defenestrata nel 2017 dal suo vicino di casa Kobili Traoré al grido di ‘Allahu Akbar’, la Corte di cassazione ha seguìto i verdetti dati in prima e seconda istanza: ha cioè confermato l’irresponsabilità penale di Kobili Traoré che avrebbe agito sotto effetto di un ‘delirio acuto’, legato al consumo di cannabis” scrive Valérie Toranian. “La Corte di cassazione si è rifiutata di portare l’affaire davanti al tribunale, come reclamato dalle parti civili. L’assassino di Sarah Halimi non verrà processato. L’affaire è chiuso da un punto di vista giudiziario, ma continua a suscitare reazioni accese, perché se è vero che la Corte di cassazione ‘è’ il diritto, si può per questo considerare che è stata fatta giustizia? E anche se il diritto dovesse condurre a una conferma dell’irresponsabilità di Kobili Traoré perché privarsi di un processo che avrebbe fatto luce sull’affaire e permesso l’analisi contraddittoria delle expertise? Ricordiamo i fatti: 2, trent’anni, disoccupato, condannato una ventina di volte per uso e traffico di stupefacenti, rapine, violenze, oltraggio e ribellione, ha sequestrato una famiglia, poi, attraverso la terrazza, è penetrato nella casa di Sarah Halimi, pensionata di confessione ebraica di 65 anni, e l’ha riempita di pugni e calci per un’ora prima di gettarla nel vuoto al grido di ‘Allahu Akbar’.
Durante il suo crimine, Traoré recitava dei versetti del Corano e chiamava la sua vittima ‘sheitan’ (parola utilizzata per indicare il ‘demone’ in arabo). Ragion per cui il crimine sarà alla fine riconosciuto come antisemita, anche se all’inizio non c’era l’intenzione di riconoscerlo come tale. Kobili Traoré ha una fedina penale sporca: ad ogni suo precedente reato, non è mai stato riconosciuto irresponsabile. Non è un ‘pazzo’, non soffre di alcuna patologia psichiatrica conosciuta, ma gli esperti hanno ritenuto che un consumo cronico di cannabis per quindici anni consecutivi avrebbe potuto annullare la capacità di discernimento e produrre un delirio nel momento dell’atto. Il fatto che questo delirio sia dovuto a un consumo volontario di cannabis e non a una vera patologia psichiatrica non viene preso in considerazione. Se si ritiene che la vostra mente sia annebbiata al momento dei fatti, non siete responsabili. Che siate un fumatore cronico di canne, un totale psicopatico o uno schizofrenico, la legge non fa differenze. Peggio, secondo l’attuale normativa se avete consumato droghe o alcol che alterano la vostra facoltà di giudizio, ma senza abolirla completamente, allora la droga è un fattore che aggrava il vostro crimine. È così per il non rispetto del codice della strada e gli stupri. In compenso, se avete consumato oltre misura e si ritiene che la vostra capacità di discernimento non sia soltanto alterata ma abolita, allora il consumo di droghe o di alcol… vi esonererà dal vostro omicidio se ne commettete uno!
La prima lezione della sentenza nell’affaire Sarah Halimi è la seguente: la legge francese vi lava dalle vostre colpe se siete strafatti. Ma vi schiaccia se siete fatti soltanto a metà. Immaginiamo con terrore il messaggio che questa sentenza manda a quelli (e sono numerosi) che si drogano regolarmente e hanno a che fare con la giustizia. Dose massiccia di cannabis = divieto di guidare ma licenza di uccidere? Nella sua sentenza, la Corte di cassazione scrive: ‘Il giudice non può distinguere lì dove il legislatore ha scelto di non distinguere’. Detto in altri termini: non rimproverateci di aver applicato rigorosamente la legge, rivolgetevi al legislatore. E chi se ne frega se il messaggio di questa sentenza è: più ci si droga, meno si è responsabili penalmente. Rispondendo all’indignazione suscitata da questo verdetto, Emmanuel Macron ha affermato in un’intervista al Figaro che esiste una lacuna legislativa: ‘Decidere di assumere stupefacenti e in seguito diventare matto non dovrebbe a mio avviso rimuovere la responsabilità penale. Su questo tema, vorrei che il ministro della Giustizia presentasse al più presto una modifica alla legge. Anche in questo caso, nessuna falsa impunità’.
Ma l’assassino di Sarah Halimi continuerà a beneficiare della sua falsa impunità in un istituto psichiatrico dove trattano i suoi continui deliri e dove, dopo alcuni mesi o anni di astinenza, si deciderà verosimilmente di rimetterlo in libertà (…). Come si può allo stesso tempo commettere un crimine antisemita, ossia essere coscienti della natura dell’atto, e allo stesso tempo essere giudicato irresponsabile? A meno che non si consideri l’antisemitismo una ‘follia’ che non può essere giudicata perché rientra nel campo della psichiatria. Mohamed Merah, l’assassino dei bambini ebrei di Tolosa, è dunque irresponsabile? E come lui Amedy Coulibaly e i fratelli Kouachi? Se fossero usciti vivi dai loro crimini, in questo momento sarebbero dunque in cura in un ospedale psichiatrico? C’è qualcosa che non va”. (Traduzione di Mauro Zanon)