Un Foglio internazionale
Dopo le pandemie ci sono sempre periodi di crescita economica e culturale
Gli storici ritengono che la morte nera abbia reso gli europei più avventurosi. Ma attenzione anche alle tensioni sociali Scrive l’Economist (29/4)
"La pandemia del colera colpì duramente la Francia nel 1830, uccidendo quasi il 3 per cento dei parigini nel giro di un mese”. Così inizia l’articolo dell’Economist sulla ripresa post Covid. “La fine della pandemia ha animato la ripresa economica, e la Francia ha avuto la sua rivoluzione industriale. Ma come sa chiunque ha letto ‘Les Misérables’, la pandemia ha anche contribuito a una rivoluzione politica, animata dai poveri che erano stati colpiti maggiormente dalla pandemia”. L’Economist sostiene che per il mondo sviluppato sta per arrivare un periodo di grande crescita economica.
La storia offre tre lezioni. Primo, nonostante le persone abbiano voglia di spendere, ci sarà molta incertezza. Secondo, le crisi tendono a cambiare la struttura dell’economia. Terzo, questo combinato disposto crea una situazione politicamente esplosiva. La storia offre una guida a ciò che succederà nei prossimi anni. Secondo l’Economist non è vero che la fine della pandemia coinciderà con un’èra di eccessi. I primi anni Venti non sono stati affatto ruggenti e nel secondo dopoguerra i consumatori americani hanno speso solo il 20 per cento dei loro risparmi accumulati. Nonostante la gente sia meno frivola durante una pandemia, alcuni potrebbero trovare nuovi modi per fare soldi. Gli storici ritengono che la morte nera abbia reso gli europei più avventurosi. Salpare su una nave ed esplorare nuove terre sembra meno rischioso quando tante persone muoiono in patria. Altri economisti hanno trovato una relazione tra le pandemie e l’automatizzazione del lavoro. I datori di lavoro vogliono limitare la diffusione della pandemia, e scelgono i robot che non si ammalano. Non è un caso che gli anni Venti siano stati un’epoca di rapida automatizzazione del lavoro in America. Infine la terza grande lezione delle pandemie è che fanno mutare l’atteggiamento nei confronti dei lavoratori.
Sta succedendo anche stavolta: i legislatori sono meno interessati alla riduzione del debito pubblico o dell’inflazione, e invece danno priorità alla lotta contro la disoccupazione. In alcuni casi, queste pressioni hanno dato vita a disordini politici. Le pandemie espongono e accentuano le diseguaglianze, facendo in modo che i poveri cerchino un riequilibrio. Ad esempio, Ebola ha fatto aumentare la violenza politica nell’Africa occidentale del 40 per cento. Uno studio del Fondo monetario internazionale ha rilevato che le cinque grandi epidemie del Ventunesimo secolo hanno portato a un aumento nelle tensioni sociali. “È ragionevole aspettarsi che, con l’affievolirsi della pandemia, le tensioni possano riemergere”, scrivono i ricercatori del Fmi in un altro studio. “Queste tensioni generalmente raggiungono il picco due anni dopo la fine della pandemia – conclude l’Economist – Godetevi il boom finché dura. Nel giro di poco, la storia potrebbe cambiare”.
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