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Il grande pericolo alle porte: un'ondata di moralismo e puritanismo
Come Houellebecq, Douglas Murray pensa che dopo il Covid la società probabilmente resterà la stessa, ma in peggio
"Qualche tempo fa ho notato l’idea (formulata da un accademico americano e ripresa da gran parte della stampa britannica) che stiamo per entrare in un decennio di festa. La tesi è che visto che la Grande guerra è stata seguita dai ruggenti anni Venti, l’èra del Covid verrà succeduta dai ruggenti 2020”. Così inizia l’articolo di Douglas Murray sullo Spectator, che elenca gli elementi a favore della tesi, a partire dalle file di giovani che non vedevano l’ora di tornare in discoteca allo scoccare della mezzanotte lunedì 19 luglio, il cosiddetto “freedom day”. Ma secondo il commentatore inglese tutto questo entusiasmo potrebbe essere disatteso, e non solo perché le varianti, i richiami vaccinali, le mascherine e le app di tracciamento rischiano di mettere a repentaglio la nostra libertà.
Ogni lunedì, segnalazioni dalla stampa estera con punti di vista che nessun altro vi farà leggere. A cura di Giulio Meotti.
Murray vede un grande pericolo alle porte: l’ondata di moralismo e puritanismo che sembra avere contagiato gran parte della società britannica, e non solo le istituzioni. Il giornalista prende l’esempio di Charlie Perry, il tifoso dell’Inghilterra che dopo aver bevuto 20 bottiglie di sidro prima della finale dell’Europeo si è infilato un petardo nel sedere e lo ha acceso. Il gesto di Perry è stato incauto, pericoloso ma prevedibile perché questo è il comportamento che ci si aspetta dai tifosi inglesi. Ma nonostante tutto, spiega Murray, Perry è stato condannato universalmente, così come sono stati criticati i giovani che si sono riversati nelle discoteche appena ne hanno avuto occasione.
“Non è solo il puritanismo ad allarmarmi – spiega Murray – è la mancanza di empatia. Molti di questi giovani festaioli hanno trascorso gli ultimi diciotto mesi quasi completamente da soli. Hanno studiato da soli, pagato la retta universitaria per fare dei corsi virtuali da soli, si sono laureati da soli e ora si avviano verso la disoccupazione da soli. Tutto questo per colpa di un virus che non colpirà quasi nessuno di loro. Mi sembra che in questa situazione gli anziani debbano offrire una certa dose di tolleranza e comprensione”.
In molti hanno parlato di come cambierà la società dopo la pandemia, ma Murray rievoca la previsione dello scrittore francese Michel Houellebecq, famoso per il suo pessimismo. Questa la sua risposta: la società probabilmente resterà la stessa, ma in peggio. Finora la sua analisi si sta rivelando corretta. Le leggi che dovevano essere temporanee sono state prolungate e le presunte “restrizioni limitate” ci accompagneranno nel futuro prossimo. “La gente a cui piace un futuro in cui il governo e gli impiccioni del settore privato usano il virus come una scusa per non fare nulla di ciò che non vogliono fare – conclude Murray – sarà contenta”.
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