un foglio internazionale
La globalizzazione woke
Il “risveglio” è un’idea che può essere adattata a ogni paese, spiega Tyler Cowen, e per questo finirà per conquistare tutto il mondo
Sono decisamente non-woke. Essendo un professore di economia, sono fortemente a favore di un approccio di mercato. Ho lavorato duramente per difendere le posizioni della destra non-woke e dei colleghi libertari nel mondo accademico. Inoltre, ho detto pubblicamente che il wokeism è un’ideologia stupida e inflessibile, e dirò qui che è anche noiosa e prevedibile. E tuttavia: ho la sensazione che, tra i suoi avversari, il wokeism venga sottovalutato (i suoi sostenitori tendono invece a sopravvalutarlo). Considerate questo saggio come il tentativo di spiegare come e perché i nemici del wokeism devono imparare a conviverci”. Così inizia il lungo articolo di Tyler Cowen su Bloomberg.
“Il wokeism è globale. Troppi critici del wokeism compiono l’errore di concentrarsi puramente su questioni di status locale. Sono ossessionati dall’influenza delle forze woke nelle loro comunità intellettuali: le loro università, il loro universo mediatico, e così via. Ma gli ideologi woke hanno una visione e degli obiettivi molto più internazionali. Questo movimento pone una domanda importante: gli Stati Uniti sfrutteranno questo nuovo strumento intellettuale per esportare l’influenza culturale americana? Mettiamola in un altro modo: se ci sarà una nuova classe progressista internazionale, perché non americanizzarla?
Il wokeism è un’idea che può essere adattata a ogni paese: identifica una forma di oppressione in una data regione o nazione, sostieni che la gente dovrebbe esserne più sensibile, punisci alcuni dei peccatori (e qualche innocente) e voilà: avrai creato un altro movimento woke.
Quasi ogni paese ha la sua variante del woke, che potrebbe essere molto diversa dalla versione americana. I francesi chiaramente vedono il wokeism come uno strumento di influenza culturale degli Stati Uniti. ‘I politici, intellettuali e giornalisti francesi dicono da tempo che le idee progressiste americane – specialmente per quanto riguarda razza, gender e post-colonialismo – stanno minando la loro società’, ha scritto il New York Times a febbraio. Ma anche i non-woke pensano che la società e la cultura francofona potrebbe diventare un po’ più progressista. Il capo deve sapere che non ha il diritto di andare a letto con la segretaria. E i belgi devono riconoscere con più onestà il loro passato coloniale in Africa. Il wokeism è diventato un modo per fargli fare questo. Penso anche che la cultura e la società francese uscirà bene da questo incontro con il wokeism. Soprattutto, questa ideologia è un modo per diffondere le idee di una cultura americana relativamente effeminata a un mondo che è meno favorevole ai diritti delle donne. Pensate a ciò che ha scritto di recente il filosofo pessimista britannico John Gray: ‘Il wokeism è l’ideologia che ha succeduto al neoconservatorismo, ed esprime una visione del mondo singolarmente americana. Questo spiega perché è diventata una forza rilevante solo in paesi (come la Gran Bretagna) che sono molto esposti alle guerre culturali americane. In gran parte del mondo – le società asiatiche e islamiche e gran parte dell’Europa, ad esempio – il movimento woke è marginale (…)’.
Questo vi fa stare meglio o peggio? Io direi meglio. Ancora una volta, pensate in grande. Non importa chi controlla il dipartimento di letteratura inglese all’Oberlin College. Ma sarebbe bello se i sauditi dessero maggiori diritti alle donne. Che sia chiaro: non è necessario approvare tutte le esportazioni culturali americane per vedere la diffusione del wokeism come qualcosa di positivo per il mondo. Per dire, non amo i Big Mac né i film della Marvel. Ma alla fine credo che la cultura americana ha un’influenza sana, democratica e liberale, quindi voglio estenderla.
Se non il woke, allora cosa? Un’altra domanda è: quali sono le alternative al woke? Alcune persone saranno estremiste, in ogni caso. Un sistema alternativo, ad esempio, è QAnon, le cui teorie assurde e apertamente violente vengono seguite dal 15 per cento degli americani. ‘Ovviamente ci sono molti sistemi alternativi più moderati sia del wokeism che di QAnon. Ma ricordatevi questa domanda controfattuale: il wokeism cosa sostituisce esattamente? Se i woke non credessero nel wokeism, in cosa crederebbero? Qualcosa di simile all’ideologia del Weather Underground degli anni Settanta? Il liberalismo classico? Il clintonismo moderato in stile anni Novanta? O diventerebbero semplicemente disillusi? (…) Penso che ci sono delle alterative migliori al woke. Ma semplicemente porre questa domanda significa riconoscere che i costi non sono così alti come sembra. Il paragone più appropriato non è ‘woke contro ciò che credo sia migliore’ ma piuttosto ‘woke contro molta della roba folle a cui la gente crederebbe se non fosse woke’”.
Il wokeism non conferisce un vantaggio a una parte politica. Cowen sposta la sua attenzione sulla politica americana. Primo, spiega l’economista, “molti repubblicani vedono il wokeism come un progetto sovversivo della frangia più radicale dei democratici per dominare il partito, poi il governo e infine la vita culturale americana. Eppure questi timori sono eccessivi. Forse il wokeism diventerà popolare tra i repubblicani più giovani o, altrimenti, farà diventare i democratici ancora più marginali, e meno influenti.
Può anche darsi che il wokeism renderà più creativi e più brillanti i pensatori conservatori, che saranno liberi dai vincoli ideologici che questa teoria impone. Tuttavia, c’è anche il rischio che il wokeism impoverisca il dibattito e paralizzi il pensiero dei repubblicani (…) Come dice il proverbio, se passi la vita a combattere i draghi anche tu diventerai un drago”.
Il wokeism aiuterà gli americani neri? “Le comunità nere americane sono ancora molto svantaggiate, stando agli indicatori economici e socioeconomici. Una domanda perenne è la seguente: è possibile, ed eventualmente quale ideologia, può chiudere questo divario? Come i Beatles, il movimento per i diritti civili ha trasformato la società e la cultura americana, per lo più in meglio, ma a un certo punto la spinta si è esaurita. La Chiesa nera ha avuto un impatto benefico, ma c’è bisogno anche di idee laiche. I conservatori neri come Shelby Steele e Thomas Sowell hanno sperimentato un approccio ‘duro’, che è stato usato anche dall’ex presidente Barack Obama. Ma qualunque sia la tua opinione sulla sostanza, questo metodo non ti farà vincere politicamente. E’ più probabile che ti faccia perdere, anziché guadagnare, influenza ideologica.
Oggi le ideologie dominanti sono il movimento woke e Black Lives Matter che, nelle loro varie manifestazioni, hanno trovato un grande seguito tra una porzione importante della comunità intellettuale nera. L’idea è di provare qualcosa di nuovo. Molti critici del woke sono convinti che questo sarà un disastro per i neri, e che l’ideologia dei diritti finirà per sostituire l’ideologia della responsabilità. Il mondo è pieno di false credenze. Nessuna comunità umana di successo si è mai basata su idee fondate e completamente vere. Spero nel meglio, e non mi fido delle abilità predittive di nessuno per capire a cosa porterà il wokeism, specialmente per le comunità nere in America. Ma i critici del wokeism dovrebbero sperare che almeno parte dell’ideologia abbia successo. Questa non è una difesa del wokeism. Voglio solamente sottolineare che molti dei suoi critici non sono così certi come appaiono.
Il wokeism è più forte nel settore privato. Ai conservatori e ai libertari dà molto fastidio che le idee woke spesso hanno più seguito nel settore privato che in quello pubblico. Le università private, ad esempio, sembrano ‘più woke’ di quelle pubbliche. In ogni caso: le stanze del potere di Washington non sono così woke! Sono nulla in confronto a Twitter, Google o l’università di Yale.
Certo, molti avversari del woke sostengono che il ruolo del governo e il timore di denunce legali sia ciò che induce un comportamento woke e determina l’attaccamento delle grandi aziende a questa ideologia. E sicuramente c’è un fondo di verità. Tuttavia, in gran parte del mondo delle aziende e del non profit, il wokeism non è solamente una difesa dalle cause legali. E’ qualcosa che viene visto con entusiasmo. Il wokeism ha superato un test di mercato che va avanti da decenni. Questo dovrebbe fare pensare due volte chiunque vuole prendere sottogamba quest’ideologia.
Conclusione: che cosa è l’America, veramente? Perché il dibattito sul wokeism è così vasto e profondo? In parte questo deriva dell’internet. Ma è causato anche dal fatto che quest’ideologia è l’equivalente di una pentola a pressione, che ha implicazioni per la politica, la razza, etnia, gender, istruzione e relazioni internazionali. (…) Credo che questi dibattiti non sono solamente salutari ma anche necessari. Credo che questa ideologia di successo durerà negli anni, anche se potrà assumere forme meno familiari in futuro. Per certi versi il wokeism è ciò a cui assomiglia una versione effeminata, globalizzata del trionfalismo americano nel Ventunesimo secolo”.
(Traduzione di Gregorio Sorgi)
Il Foglio internazionale