La democrazia a Kyiv è un affronto al putinismo
Il presidente russo racconta da sempre che i popoli slavi bramano l’uomo forte al comando. Ma, spiega Francis Fukuyama, potrebbe aver commesso un errore
"Vladimir Putin ha lanciato un massiccio attacco militare contro l’Ucraina, con l’obiettivo dichiarato di rovesciare il governo democraticamente eletto e di sostituirlo con un regime servile nei confronti di Mosca. Le truppe russe stanno affluendo nei quartieri della capitale ucraina, Kyiv. L’Ucraina è un paese che conosco bene", scrive Francis Fukuyama, autore del celebre “La fine della storia e l’ultimo uomo”. "Al Center on Democracy, Development, and the Rule of Law che dirigo a Stanford, abbiamo organizzato una serie di programmi di formazione alla leadership destinati ai militanti e ai funzionari ucraini a metà carriera desiderosi di riformare il loro paese, dove mi sono recato a più riprese come insegnante. L’Ucraina soffre di un alto livello di corruzione, ma sono convinto, per esperienza personale, che ci sia una nuova generazione costituita da individui impregnati di valori democratici che desiderano unirsi all’Europa piuttosto che a una Russia cleptocratica.
Prima che avvenisse l’invasione, molti osservatori pensavano che Putin stesse bluffando e che l’Amministrazione Biden stesse ingigantendo la minaccia per mettere in luce se stessa. In Europa e negli Stati Uniti, il rafforzamento delle truppe russe e la propaganda del Cremlino hanno riacceso un vecchio dibattito sulla minaccia che l’espansione della Nato rappresenterebbe per la Russia e sulla responsabilità degli Stati Uniti nella situazione attuale. Numerosi “realisti” hanno invitato a concedere alla Russia una certa sfera di influenza sul territorio dell’ex Urss e a negoziare la neutralità dell’Ucraina (…). Nel corso dell’ultima settimana, i russi hanno moltiplicato le giustificazioni più ridicole: affermando che l’Ucraina sarebbe uno stato fascista e neonazista, che sarebbe in corso un genocidio contro la popolazione russofona del Donbas, o ancora che il paese starebbe preparando una vasta operazione militare contro la Russia. Pretesti che l’invasione ha completamente cancellato. E’ ormai chiaro che la minaccia vada in un’unica direzione, dalla Russia all’Ucraina e, di fatto, che debordi su tutti i paesi limitrofi della Russia, e al di là.
Le motivazioni di Putin non sono difficili da cogliere, perché ha esposto in lungo e in largo la sua visione del mondo e i suoi obiettivi strategici. Alcuni anni fa, ha dichiarato che la dissoluzione dell’Urss era stata la più grande tragedia del Ventesimo secolo. In un lungo articolo pubblicato la scorsa estate e nel discorso sconclusionato pronunciato alla vigilia dell’invasione, ha affermato che l’Ucraina non ha nulla di una nazione indipendente, che è una parte essenziale della Russia e che non ha il diritto di avere un’identità e un’esistenza proprie (…). Un’Ucraina democratica è de facto una minaccia per Putin. Non è pericolosa per il popolo russo, ma per l’idea che Putin si fa di un’incompatibilità consustanziale tra la democrazia e i popoli slavi, che, secondo lui, sono attratti per natura da una leadership forte e centralizzata. Il successo di un’Ucraina democratica e il suo desiderio di unirsi all’Europa lasciano immaginare che possa esserci una simile rivoluzione in Russia, fatto che segnerebbe la fine di Putin e del putinismo. Ragion per cui non si sarebbe mai accontentato di un’Ucraina neutrale che rinuncia all’adesione alla Nato. Dal momento che l’Ucraina resta una democrazia, essa indebolisce il suo discorso e la necessità impone di eliminarla. Se Putin riuscisse a rovesciare la democrazia in Ucraina e a sostituirla con un regime fantoccio sotto il suo controllo, creerebbe un terribile precedente. La Cina potrebbe trarne ispirazione, dal momento che progetta la reincorporazione di Taiwan.
E’ tuttavia possibile che Putin abbia commesso un errore monumentale. L’invasione ha scatenato proteste di massa in Russia; ha colto impreparati persino i propagandisti e i diplomatici difensori della linea russa. Ha unificato il popolo ucraino come non era mai successo, popolo che sta dimostrando un’incredibile determinazione nel difendersi.
Il Foglio internazionale