La teoria politica dei sentimenti e il fondamento non reale delle idee
L’esempio di Truss e Sunak fra i Tory. Janan Ganesh: più che le idee politiche agisce l’appartenenza allo stesso gruppo, scrive il Financial Times
Rishi Sunak, che voleva lasciare l’Unione europea prima che andasse di moda, insegue nei sondaggi Liz Truss, che nel 2016 ha fatto campagna per il “Remain”, e che oggi è più popolare tra gli iscritti conservatori. Come si spiega questo apparente paradosso? Secondo il commentatore dell’FT Janan Ganesh è una questione di emozioni e sentimenti, quelli che in inglese si chiamano vibes. Truss e Sunak sono entrambi due figli della middle class che ha frequentato Oxford; ma lui piace agli snob cosmopoliti, e lei va per la maggiore tra i conservatori di provincia. Malgrado la comune appartenenza ai Tory, queste tribù sono completamente diverse. Questa è la tesi di Ganesh: le proposta politiche sono importanti, certo, ma la nostra appartenenza a una certa tribù lo è ancora di più.
Anche al di fuori della politica, molte delle nostre idee non hanno un fondamento reale ma dipendono interamente dal nostro attaccamento a un determinato gruppo. Pensate al luogo comune secondo cui Lionel Messi è più umile di Cristiano Ronaldo (chiedetelo ai dirigenti del Barcelona, ironizza Ganesh). Il giornalista sostiene che questa tendenza a sposare un’ideologia complessiva e totalizzante è ancora più diffusa tra gli elettori istruiti e ben informati. Secondo lui, lo studio può allontanarti dai tuoi genitori e dal tuo luogo nascita quando sei ancora molto giovane, lasciandoti alla ricerca di un’identità sostitutiva. La tribù politica colma questa vuoto.
“Una persona che è a favore delle emissioni zero perché dovrebbe essere a sostegno della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, ben disposto verso Meghan e sentirsi offeso dalle gag del comico Dave Chappelle? Un progressista intelligente potrebbe trovare un filo rosso che collega queste posizioni. Ma uno onesto ammetterebbe che ha semplicemente seguito la folla”.
Ganesh sostiene di essere lui stesso vittima di questa abitudine: ci sono delle ragioni di sostanza per cui sostiene Macron e Sunak ma il motivo più profondo è che “questa è la mia gente, si vestono e comportano come la media dei miei dieci migliori amici”. Il giornalista propone un esempio immaginario. Pensate se, all’inizio della pandemia, Trump avesse chiuso le frontiere e la Merkel le avesse tenute aperte. “Lui si giustifica ergendosi a protettore della patria mentre lei si rivolge agli ideali liberali (“Quando ero una donna nella Germania dell’Est, ho conosciuto il costo umano delle misure draconiane…). Scommetto che la guerra culturale sulla pandemia che abbiamo visto dal 2020 sarebbe stata a parti invertite”. Le mascherine e l’isolamento sarebbero diventate una bandiera della destra, e il volto scoperto un simbolo progressista. “La gente si unisce a una tribù e da questa deriva il proprio pensiero”, conclude Ganesh.
Il Foglio internazionale