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Perché la gente non si sposa più? Non è una questione di soldi, ma di libertà
Il calo dei matrimoni non è vissuto come un problema, ma come un segno di emancipazione. Il commento di Janan Ganesh sul Financial Times
"È passato un decennio dall’ultima volta in cui sono stato a un matrimonio. In quella chiesa, nel settembre del 2012, sapevo che avrei perso circa un weekend ogni quattro nel decennio più bello – quello dei trent’anni – per questo genere di cose. Quindi mi sono tirato fuori. L’editto è stato emanato da Hampstead (quartiere di Londra, ndt) a una città scioccata. Alla fine, questo non ha recato molti danni (la chiave è non fare eccezioni per nessuno)”. Il commento di Janan Ganesh sul Financial Times inizia con questo aneddoto, che racconta un fenomeno sociale più ampio: il declino del matrimonio.
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Nel 2019, 213 mila coppie di sesso opposto si sono sposate nel Regno Unito. La metà rispetto al 1972, quando nel paese c’erano dieci milioni di persone in meno. Spesso vengono date spiegazione materialiste: come l’aumento nel prezzo delle case, o altre ragioni economiche. L’implicazione è che i giovani di oggi non siano abbastanza ricchi per fare figli, ma quest’affermazione è empiricamente falsa, secondo Ganesh. Per l’autore la chiave è la libertà.
Negli anni Sessanta c’era una grande pressione sociale per sposarsi, e i giovani di fatto non avevano scelta. Adesso tutto questo è cambiato e, avendo acquisito la libertà di decidere, la gente vuole sposarsi il più tardi possibile, o mai. Ganesh non ci trova nulla di male. Secondo lui, molte persone credono di dover sfruttare meglio la propria vita personale per autorealizzarsi: viaggiare, frequentare persone. Tutte queste cose vengono minacciate dalla nascita di un bambino. E il legislatore non può frenare questo impulso di libertà.
Molte delle obiezioni al matrimonio sono rispettabili, spiega Ganesh, ma questo fenomeno comporta dei costi: l’atomizzazione sociale, il radicalismo. Oggi le tribù politiche forniscono lo stesso senso di appartenenza che un tempo veniva dato dalla famiglia. Secondo l’FT questo non è un qualcosa che ci viene imposto dall’alto, o da cui ci dobbiamo salvare. Invece è il risultato di milioni di scelte libere, figlie dell’allentamento delle norme sociale in vigore tanti anni fa. Alcuni la vedranno come una forma di emancipazione. Non sentendo l’obbligo della scelta, chi non è pronto a sposarsi – e chi non lo sarà mai – è libero di aspettare, e di vivere come meglio crede.
Molti descrivono il matrimonio come una scelta transazionale. “Chi si prenderà cura di te quando invecchierai?”, viene detto spesso. Ma secondo Ganesh non è questo il motivo principale per cui la gente compie questa decisione. “La libertà non è un istinto umano primario (specie se paragonato alla sicurezza) ma si è dimostrato più forte di quanto potessimo credere nel 1950 – conclude Ganesh – e per chi è motivato da questi istinti, e viene trattato come un problema tecnico dai legislatori, dico solamente una cosa: benvenuto nel club”.
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