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Un Foglio internazionale

“Se l'Ucraina sarà sconfitta, la Russia imporrà all'Europa i suoi valori”

Le bombe sui civili, le armi per rispondere alla guerra di Putin, la pace di Kyiv. Il Figaro ha intervistato Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky

Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, ha risposto alle domande di  Pierre Polard, del Figaro, all’indomani degli attacchi russi a diverse città ucraine. I bombardamenti non gli hanno impedito di ricevere il quotidiano conservatore francese a Kyiv. La città è ancora frastornata dal rumore delle ambulanze. All’inizio dell’intervista, le sirene suonano per la seconda volta della giornata. Mykhailo Podolyak resta impassibile, non scende nel bunker e chiede una sola cosa al suo interlocutore: “Lei ha paura?”. Il consigliere del presidente ucraino, che respinge le accuse di implicazione del suo paese nell’esplosione del ponte di Kerch – “un atto commesso da provocatori” russi – è convinto che “la vittoria dell’Ucraina guarirà la Russia da uno sciovinismo di cui soffre tutta l’Europa”.

 

Le Figaro – Ci può dire qualcosa in più sui bombardamenti di lunedì 10 ottobre?

Mykhailo Podolyak – Questi bombardamenti hanno colpito una decina di città ucraine, sia le loro infrastrutture che i centri storici. Sono arrivati all’ora in cui gli ucraini andavano a lavorare. L’interpretazione giuridica che si può avere di questi bombardamenti è che si tratta di un’azione terroristica. La Russia conduce una guerra contro i civili perché sta perdendo sul fronte. Non ha un esercito forte, ma ha ancora una certa quantità di missili. Noi diciamo ai nostri partner: la Russia, perdendo, si trasformerà in uno stato terrorista. Dobbiamo prepararci a questa situazione. La Russia aumenterà il numero di bombardamenti contro le infrastrutture e i civili.

    

Questi bombardamenti segnano a suo avviso l’inizio di un’escalation o sono una risposta all’esplosione del ponte di Kerch?

Non si tratta di una risposta a Kerch. Per dei bombardamenti così massicci e coordinati c’è bisogno di due, tre settimane di preparazione. L’esplosione del ponte è un atto commesso da provocatori. E’ ciò che la Russia aveva fatto per giustificare la guerra in Cecenia. Si tratta di un’operazione speciale per epurare l’esercito o, altrimenti, per causare altre azioni in Ucraina. E anche se l’Ucraina non è implicata nell’esplosione del ponte di Kerch, avrebbe avuto il diritto di esserlo.

   

Si può pensare che questi attacchi saranno un giorno nucleari?

Dobbiamo smetterla di speculare sulla questione nucleare! L’Ucraina non è una potenza nucleare. Se la Russia non rispetta il protocollo in questo campo, è necessario che le altre potenze nucleari rispondano. Nell’immediato, abbiamo bisogno di aumentare le nostre difese aeree al fine di proteggere i civili. E gli europei si chiedono ancora: “Gli ucraini devono ricevere delle armi?”.

  

Come devono evolversi le controffensive?

Le nostre mancanze in termini di numero soldati e di armi la compensiamo con la nostra superiorità strategica e una migliore pianificazione. Oggi, i soldati d’élite russi sono morti. I nuovi soldati che i russi hanno mobilitato sono di scarsa qualità. La Russia si affida soltanto all’artiglieria. Non cerchiamo di essere alla pari ma di sbloccare il campo, colpendo nelle retrovie. Abbiamo bisogno di ulteriori carri armati e lanciarazzi multipli a lunga gittata. E’ matematico: ogni arrivo di armi ci permette di accelerare la nostra riconquista. Penso la fine di questa guerra in mesi e non in anni. La nostra vittoria è possibile soltanto a tre condizioni: gli ucraini, civili o militari, devono mantenere alto il morale, come lo è ora; le armi devono continuare ad arrivare; e le élite russe devono essere sanzionate ancor più severamente. Soprattutto, non dobbiamo ascoltare i propagandisti pro russi che evocano ora delle proposte di pace. La Russia cerca soltanto di guadagnare tempo.

  

Come si arriva alla pace?

L’Ucraina deve riconquistare tutto, fino alle frontiere del 1991. I criminali di guerra russi devono essere giudicati, non solo per l’Ucraina, ma per tutte le guerre passate, in Georgia, in Siria e per il Donbass fin dal 2014. Nel 1991, gli occidentali temevano già che l’Urss trascinasse tutto nel suo crollo… Ma la vittoria dell’Ucraina guarirà la Russia da uno sciovinismo di cui tutta l’Europa soffre. La Russia sostiene gli estremisti, sia di destra che di sinistra, e ha provocato una crisi energetica che sta colpendo tutta l’Europa.

 

(Traduzione di Mauro Zanon)

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