Un foglio internazionale
Ansia, depressione, suicidi: “In America c'è una pandemia di malattie mentali”
Niall Ferguson racconta una società sull’orlo di una crisi di nervi, i “morti da disperazione” e il declino della famiglia e della comunità. L'articolo di Bloomberg
"Se nessuno nella tua cerchia di familiari e amici è malato di mente, considerati fortunato o forse ti stai solo illudendo. Nel mio intimo gruppo sociale, mi vengono in mente almeno sei casi. Non parlo solo di parenti o amici o figli di amici che dicono di essere depressi. Sto parlando di malattie mentali diagnosticate dal punto di vista medico che richiedono cure. Tre casi di dipendenza cronica. Due casi di grave disturbo alimentare. Un caso di tentato suicidio. E quelli sono solo quelli che conosco. Sono anche a conoscenza di due morti per overdose nella mia più ampia cerchia sociale”. Così Niall Ferguson sulla crisi americana.
“Il mio amico Jonathan Haidt della New York University dice che non c’è mai stata una generazione così ‘depressa, ansiosa e fragile’ come la Generazione Z, gli americani nati tra il 1997 e il 2012. Hanno ‘tassi straordinariamente alti di ansia, depressione, autolesionismo, suicidio e fragilità’. Haidt attribuisce fermamente la colpa ai social media. La realtà è che c’è un’epidemia di malattie mentali in tutta la popolazione. Non sono solo i bambini che non stanno bene. Nel 2019-2020, secondo Mental Health America, il 20,8 per cento degli adulti soffriva di una malattia mentale, pari a oltre 50 milioni di americani. La maggior parte dei 108.000 decessi per overdose di droga stimati nel 2021 erano di adulti. Questo flagello è uno dei motivi principali per cui, unico nel mondo sviluppato, l’aspettativa di vita negli Stati Uniti è diminuita nel 2020 e nel 2021, nonostante il fatto che gli Stati Uniti spendano molto di più pro capite per l’assistenza sanitaria rispetto a qualsiasi paese comparabile. Furono il premio Nobel Angus Deaton e la sua coautrice Anne Case a coniare diversi anni fa l’espressione ‘morti per disperazione’. Americani bianchi, specialmente quelli di mezza età con solo diplomi di scuola superiore o meno. All’interno di questo gruppo, hanno osservato un aumento ‘importante, terribile e inaspettato’ dei tassi di mortalità per suicidio, overdose di droghe e malattie del fegato correlate all’alcol come la cirrosi. Hanno anche assistito a un aumento delle malattie (che vanno dall’obesità ai problemi mentali). Collegavano tutta questa miseria ai problemi di dissoluzione economica e sociale individuati per la prima volta da Charles Murray nel suo libro seminale ‘Coming Apart’. La grande pandemia di salute mentale del nostro tempo è quella che sta guidando decine di milioni di adulti ad accorciare la propria vita”.
Deaton ha scritto: “Una parte della popolazione negli Stati Uniti ha visto il proprio mondo crollare. La loro vita era migliore cinquant’anni fa. Avevano un sindacato, andavano in chiesa, appartenevano a una comunità…Hanno non solo perso denaro e lavoro, ma anche un senso per le loro vite”. Deaton imputa i “morti da disperazione” al “declino della famiglia, della comunità e della religione”.
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