Libertà vs cancel culture secondo Bret Easton Ellis
Lo scrittore americano parla di quanto la letteratura subisca i colpi del moralismo censorio. “Penso che oggi sia persino un onore essere cancellati”
"La libertà è andata completamente persa” dice Bret Easton Ellis al settimanale francese Le Point. “Mio Dio! La gente oggi si lamenta di essere offesa, ma allora volevamo essere offesi! Volevamo essere provocati da ciò che vedevamo, sentivamo: volevamo film sporchi, immagini che non avevamo mai visto prima, che fossero di John Waters o David Lynch... Oggi tutti devono camminare sulle uova. Se scrivi, sei subito accusato di razzismo, sessismo e questa iperattenzione al linguaggio sta rovinando l’arte e l’umorismo. E’ assurdo, perché non credo che alla gente importi di essere scioccata. E’ un’invenzione, qualcosa che ha influenzato la cultura senza che nessuno sappia da dove proviene. Dal mondo accademico, forse? Ho sentito che ci sono state osservazioni sul fatto che ho fatto una ‘rappresentazione negativa dell’omosessualità’. In ogni caso, non un ritratto ‘positivo’ dell’omosessualità… Tanto meglio, perché non so cosa significhi per me, un’omosessualità positiva o negativa…”.
“American Psycho”, il suo più grande successo, non potrebbe essere pubblicato oggi. “No di certo. O forse da una casa editrice molto marginale, perché ci sarà sempre bisogno di un certo tipo di narrativa trasgressiva e sempre di gente che proverà a scriverla. Ma non credo che la tendenza delle case editrici americane di questi tempi sia quella di pubblicare libri come ‘American psycho’. Anche se noto che è ancora pubblicato dalla casa editrice più prestigiosa di Manhattan, la Random House, che ne vende ancora tante copie ogni anno, e che la Random House guadagna ancora molti soldi. Quindi è ancora disponibile ma non potrebbe più essere pubblicato oggi, anche se scritto da una donna. Il libro non supererebbe la barriera del lettore sensibile. Perché sarebbe comunque politicamente scorretto. La sua dimensione satirica non sarebbe più percepita. Nemmeno le metafore. La gente oggi legge in modo diverso, molto letteralmente, con una serietà dannosa. Perché l’arte è ormai vista come uno specchio, non una porta da aprire sull’ignoto o una finestra da attraversare. E questo è un grosso problema per l’artista perché le persone ora vogliono ‘riconoscersi’ nell’arte, ma l’arte non è fatta perché noi ci riconosciamo in essa… Questa vittimizzazione colpisce la lettura dei romanzi. Tanto che molte persone hanno letto ‘The Shards’ in modo di parte interpretando questa storia, che è fiction, come conseguenza di un trauma che avevo subito. Con tutte le precauzioni che uno scrittore deve prendere oggi, precauzioni che inevitabilmente rischiano di smorzare le sue parole, la sua audacia, pensate che un giorno potremo vedere emergere il grande romanzo della nostra epoca? (…) J. K. Rowling non ha fatto nulla di male. Non è transfobica. L’intera storia è stata inventata e i media l’hanno seguita facendola esplodere in proporzioni enormi. Per me, è solo roba irreale, e J. K. Rowling dovrebbe semplicemente ignorare quella stronzata. I suoi libri stanno ancora andando molto bene. Le persone cercano di cancellarti tutto il tempo tirando fuori vecchie cose che hai detto secoli fa, retweet, ecc. Ora penso che, in questa società formattata, sia persino un onore essere cancellati”.
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