Un Foglio internazionale
Il nuovo secolo di Xi Jinping
Nel salutare Putin, il leader cinese ha detto: “Sta arrivando un cambiamento che non s’è mai visto negli ultimi cento anni”. Un avvertimento agghiacciante
"È stato forse il momento più intrigante del vertice di Mosca” commenta lo Spectator. “Xi Jinping al Cremlino si è trovato faccia a faccia con Vladimir Putin e ha detto al leader russo: ‘Sta arrivando un cambiamento che non è successo in 100 anni e stiamo guidando questo cambiamento insieme’. ‘Sono d’accordo’, ha detto Putin. Il leader cinese ha poi aggiunto: ‘Per favore, abbi cura di te, caro amico’. Xi poi è entrato nella sua limousine. Putin si è fermato goffamente a lato del marciapiede, salutando, e molto brevemente è sembrato chinare la testa.
Ogni lunedì, nel Foglio c'è Un Foglio Internazionale, l'inserto con le segnalazioni dalla stampa estera con punti di vista che nessun altro vi farà leggere, a cura di Giulio Meotti
Gli analisti hanno studiato attentamente ogni parola, ogni sfumatura di questo vertice altamente coreografato, ma quei pochi momenti non programmati forse ci dicono di più sulla relazione tra Xi e Putin rispetto alle risme di luoghi comuni dei comunicati ufficiali. Putin è apparso in tutto e per tutto il supplicante e le dinamiche della loro collaborazione stanno cambiando da un po’ di tempo, ma la guerra in Ucraina ha accelerato enormemente questa mossa e la Russia ora è altamente dipendente, economicamente e diplomaticamente, dalla Cina.
Xi è l’anziano partner e il linguaggio del corpo urlava quella disparità di potere. Xi a volte sembrava quasi disinvolto e cercava a malapena di nascondere un’aria di superiorità, mentre Putin era ansioso e nervoso. Ma che dire delle parole stesse? Una lettura benevola è che Xi stesse cercando di rassicurare il suo amico assediato sul fatto che le cose possono solo migliorare. Ma c’è una lettura più agghiacciante: che Xi volesse riaffermare un progetto condiviso a più lungo termine per creare un nuovo ordine internazionale, considerando la guerra in Ucraina come parte di quel progetto.
Entrambi vedono le democrazie occidentali come decadenti e in declino e condividono una cultura di risentimento e vittimismo e una visione quasi messianica del ripristino della grandezza imperiale. Il Partito comunista cinese si considera un potere redentore dopo il cosiddetto ‘secolo di umiliazione’ per mano di rapaci stranieri – da qui il significato dei cento anni. La Russia era il più rapace di quegli stranieri, avendo spogliato la Cina di 350.000 miglia quadrate di territorio durante il XIX secolo. Hanno una visione condivisa che trascende le animosità storiche. Un matrimonio di convenienza forse, ma molto pericoloso. Queste parole d’addio suggeriscono non solo che Xi non abbandonerà Putin, ma anche che la brutalità russa in Ucraina si confà a Xi avendo lo scopo di indebolire l’occidente. Che dire di armi e munizioni, per le quali Putin avrà sicuramente insistito, e che trasformerebbero il conflitto e la geopolitica globale? E’ questo il cambiamento che sta arrivando, che guideranno insieme? E’ una prospettiva da brivido, per la quale l’occidente deve essere preparato”.