l'intervista di ferguson a kissinger
“Una seconda guerra fredda, tra America e Cina, sarebbe più pericolosa della prima”
“Noi avevamo un antagonista ideologico e della sicurezza che non era un concorrente economico”. Il bilancio di Henry Kissinger in un articolo del Mundo
Una “seconda guerra fredda” tra Stati Uniti e Cina, potrebbe essere più pericolosa della prima, che ha visto contrapposte Washington e Mosca. Lo ha detto Henry Kissinger in un’intervista con lo storico britannico Niall Ferguson. “Due paesi in grado di dominare il mondo – Stati Uniti e Cina – si affrontano come ultimi contendenti. Sono governati da sistemi interni incompatibili”. Questa contrapposizione potrebbe sfociare in una guerra che “potrebbe rovesciare la civiltà, se non addirittura distruggerla”. Entrambe le superpotenze hanno risorse economiche comparabili, cosa mai accaduta durante la prima guerra fredda, quando la supremazia americana fu sempre indiscutibile, e le tecnologie di distruzione sono ancora più terrificanti. “Ci troviamo in quello che i tedeschi chiamano Systemwettbewerb, una competizione di sistemi tra le democrazie liberali e il capitalismo della Cina, che sta proiettando sempre più la sua pretesa assoluta di potere oltre i suoi confini”, ha detto Thorsten Benner, co-fondatore e direttore del Global Public Policy Institute a Berlino. La guerra fredda con la Russia era più chiara.
“Noi avevamo un antagonista ideologico e della sicurezza che non era un concorrente economico. C’era un muro cinese tra le economie dell’occidente e dell’Unione Sovietica. Oggi, ci troviamo di fronte a un avversario che è un potente concorrente economico e implicato in maniera complessa nell’economia politica dell’occidente. Allo stesso tempo, dipendiamo altresì dalla cooperazione con la Cina su questioni transnazionali come i cambiamenti climatici e le pandemie. Il sistema capitalistico autoritario cinese con le sue ambizioni egemoniche è di gran lunga la sfida strategica più difficile che l’occidente ha dovuto affrontare sinora”.
Secondo lo storico Niall Ferguson, “oggi, la Cina rappresenta una sfida economica più grande di quella posta dalla Russia”. L’Unione Sovietica non potrebbe mai fare affidamento su un settore privato dinamico, come sta facendo la Cina. In alcuni mercati – come quello della tecnologia – la Cina è già in vantaggio rispetto agli Stati Uniti. E non solo questo: l’economia cinese, la seconda più grande al mondo, è più integrata con l’occidente di quanto non sia mai stata l’economia sovietica.
Kissinger dice che “aspettare che la Cina si occidentalizzi” non è più una strategia plausibile. “Non credo che il dominio del mondo sia un concetto cinese”, ma le due superpotenze “hanno un minimo obbligo comune di impedire che si verifichi una collisione catastrofica”. Vladimir Putin “è a capo di un paese in declino” e “ha perso il senso delle proporzioni” con la guerra in Ucraina. Il presidente russo ha “una visione della Russia come una sorta di entità mistica che è stata tenuta insieme attraverso undici fusi orari da una sorta di sforzo spirituale. E in questa visione l’Ucraina ha svolto un ruolo speciale”. La Nato deve porsi la domanda di come mettere fine alla guerra in Ucraina, ha detto ancora. “Alla fine bisognerà trovare un posto per l’Ucraina e un posto per la Russia, se non vogliamo che la Russia diventi un avamposto della Cina in Europa”. La Nato è stata “l’alleanza giusta per trattare con una Russia aggressiva quando questa ha costituito la principale minaccia alla pace mondiale”. L’Alleanza atlantica è diventata “un’istituzione che riflette la collaborazione tra Europa e Stati Uniti in un modo quasi unico. Per questo è importante conservarla. La domanda ora sarà come porre fine alla guerra”.
Il Foglio internazionale