Un Foglio internazionale
Lettera aperta per Kyiv: “La libertà deve essere armata meglio della tirannia”
Un collettivo di ex alti diplomatici ed esperti di questioni militari scrive al Monde e chiede all’Europa di fare uno sforzo maggiore per sostenere la resistenza ucraina
"Quando Vladimir Putin ha dato alle sue truppe l’ordine di invadere l’Ucraina, ha commesso una flagrante violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, scrive un collettivo di ex alti diplomatici ed esperti di questioni militari in una lettera aperta indirizzata al Monde. La Russia, prosegue il documento, “ha negato all’Ucraina il suo diritto all’esistenza e ha fatto ricorso alla violenza in modo massiccio per cancellare questo paese dalla mappa dell’Europa. Emergono sempre più prove di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità. A un anno dall’inizio di questa aggressione, Putin non ha ancora abbandonato l’idea di impadronirsi dell’Ucraina. Continua a credere di disporre di una capacità di resistenza superiore a quella dell’Ucraina e della coalizione internazionale che la sostiene. Se avesse ragione e se la guerra si concludesse con una vittoria della Russia, non ci sarebbero dubbi sul fatto che Putin volgerebbe in seguito la sua attenzione verso la Repubblica di Moldavia e eventualmente verso i Paesi Baltici, aumentando in questo modo il rischio di uno scontro diretto tra la Russia e la Nato.
Una vittoria russa in Ucraina minerebbe l’ordine internazionale fondato sul diritto, così come i princìpi fondamentali dell’integrità territoriale e della sovranità nazionale, e costituirebbe un pericoloso precedente per altre conquiste territoriali in altre parti del mondo. Al contrario, se i paesi che sostengono l’Ucraina scegliessero la giusta strategia e la mettessero in pratica con fermezza, Putin verrebbe sconfitto.
Il capo del Cremlino sottovaluta totalmente la forza della libertà. Si trova ad affrontare la resistenza coraggiosa delle forze pro democrazia: in Ucraina, naturalmente, ma anche in Bielorussia, in Moldavia, in Georgia, in Armenia, in Azerbaijan, in Asia centrale e anche nel suo stesso paese. Gli alleati della Russia, come l’Iran e la Corea del Nord, sono politicamente e militarmente più deboli; la Cina non è pronta a sostenere gli obiettivi bellici di Putin. La forza attrattiva della libertà è chiaramente più forte di quella della tirannia.
Ma la vittoria non è garantita. La libertà deve essere difesa; bisogna sostenere con ogni mezzo possibile – compresi i mezzi militari – quelli che, in Ucraina, combattono per la libertà. Quest’anno, in occasione della conferenza di Monaco sulla sicurezza, i dirigenti politici di entrambe le sponde dell’Atlantico hanno riaffermato che l’Ucraina ‘deve vincere la guerra’. Ma l’annuncio di un sostegno indefettibile non basta – e alle parole non sono ancora seguiti i fatti. L’attuale intensificazione, a piccoli passi, del sostegno militare, può portare soltanto a impantanarsi sul campo di battaglia.
Putin ha valutato male tutti gli aspetti della guerra quando si è lanciato nell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022. Ha pensato che il suo esercito fosse forte, che la Cina fosse un partner solido, che l’occidente fosse diviso e che l’Ucraina fosse un avversario completamente inadeguato. Si è sbagliato su tutta la linea. L’unica speranza che gli resta è che la sua determinazione sia più forte di quella dei suoi avversari e che possa vincere una guerra di logoramento. Spetta a noi dimostrargli che si è sbagliato ancora una volta! Dobbiamo andare fino in fondo nel nostro sostegno all’Ucraina. La coalizione degli stati che la sostengono ha fatto delle cose notevoli, ma non è il momento di autocompiacersi. Dobbiamo assolutamente consegnare all’Ucraina le armi e le munizioni di cui ha bisogno per rispondere a questa guerra d’aggressione condotta dalla Russia. Più rapidamente Vladimir Putin capirà di non potere raggiungere i suoi obiettivi, più rapidamente potremo ottenere la pace e mettere fine alle sofferenze del popolo ucraino. L’Ucraina ha bisogno degli effetti incrociati dei carri armati, dei missili a lunga gittata e degli aerei da combattimento per poter avviare una controffensiva efficace che la porti alla vittoria e permetta di intavolare delle negoziazioni di pace su una base accettabile (…).
Sul piano economico, l’Unione europea e i suoi partner internazionali hanno messo in pratica con una rapidità senza precedenti delle sanzioni di vasta portata, che hanno indebolito in maniera considerevole l’esercito e l’economia russi. Ma il Regno Unito, centro finanziario mondiale, deve compiere uno sforzo maggiore per l’applicazione di queste sanzioni. Favorendo il trasporto di gas dal sud verso il nord, a partire dai diversi paesi produttori situati attorno al Mediterraneo, l’Italia può, dal canto suo, contribuire al miglioramento della sicurezza energetica dell’Europa e contenere le conseguenze della guerra energetica portata avanti dalla Russia. Putin si è lanciato in questa invasione credendo, a torto, che l’Ucraina sarebbe crollata nel giro di poche settimane. A più di un anno di distanza, l’unità e la resistenza dell’Ucraina dinanzi all’aggressione russa hanno mostrato l’incredibile forza di questo paese”.