Un foglio internazionale
“Il cristianesimo ha contribuito ampiamente allo sviluppo delle scienze”
Il termine “Europa” utilizzato per la prima volta nel suo senso moderno da un monaco irlandese. Lo storico Jean-François Chemain sul Figaro
Nel primo capitolo del suo ultimo libro, “Ces idées chrétiennes qui ont bouleversé le monde” (Artège), lo storico Jean-François Chemain scrive che “il cristianesimo ha consegnato al mondo l’idea dell’Europa come uno spazio politico, religioso e culturale”.
Le Figaro – Che cosa intende con questa frase?
Jean-François Chemain – Il termine “Europa” è molto antico. Era già utilizzato dagli ittiti, dai fenici e dai greci in accezioni diverse tra loro per indicare una divinità o una regione. Ma viene utilizzato per la prima volta nel suo significato moderno dal monaco irlandese San Colombano in due lettere indirizzate al Papa. Nella prima, del 590, definisce l’Europa come il territorio sottoposto all’autorità del Papa, territorio che corrisponde alle attuali frontiere europee. Questa definizione conferisce dunque all’Europa un senso geografico definitivo, ma anche un’importante dimensione religiosa e istituzionale, considerando che il Papa è il capo dell’istituzione ecclesiastica. Ciò esclude di conseguenza tutta la parte della cristianità originaria che non obbediva al Papa, e in particolare l’impero bizantino, in seno al quale la religione era diretta dall’imperatore, secondo la tradizione cesaropapista romana. La seconda lettera viene scritta nel 614, all’epoca in cui appare l’islam. Anche i monasteri cristiani sono stati un fattore importante di unificazione religiosa e culturale dell’Europa. Abbiamo conosciuto due importanti ondate monastiche, la prima con l’ordine di Cluny fondato nel 910 secondo la regola benedettina, che ha edificato circa mille priorati; e la seconda con l’ordine cistercense, anch’esso basato sulla regola di san Benedetto. Se si osserva la mappa dei monasteri benedettini e cistercensi nel Medioevo, ritroviamo l’attuale territorio europeo, escludendo i recenti allargamenti ortodossi (Romania, Bulgaria, etc.).
Secondo lei, i cristiani sono stati i primi ad aver stabilito la distinzione tra lo stato e la religione. Si può dire, insomma, che anche la repubblica laica si fonda su un modello cristiano?
Assolutamente sì. Nella repubblica c’è un prolungamento della rivalità tra la Chiesa e lo stato, che è un conflitto fondativo della civiltà cristiana occidentale. La Francia ha risolto questa rivalità in maniera fondamentalista e intellettuale, facendo assorbire dallo stato le funzioni tradizionali della Chiesa. Detto in altri termini, l’istituzione ecclesiastica è stata marginalizzata e screditata, mentre la repubblica riprendeva i suoi princìpi evangelici per farne una politica. La Chiesa ha originariamente tre grandi missioni, le tria munera, ossia governare, insegnare e santificare. Per quanto riguarda la prima, per secoli c’è stato un braccio di ferro tra la Chiesa e lo stato per sapere chi doveva governare e lo stato ne è uscito vincitore. Per quanto concerne la seconda, la Chiesa ha avuto per molto tempo il monopolio dell’insegnamento, ma lo stato ha oggi recuperato interamente questo campo. Infine, lo stato ha sottratto alla Chiesa anche la sua ultima missione, la santificazione degli uomini. L’istituzione statale, infatti, cerca di trasformare ogni cittadino in un santo, lo esorta alla “tolleranza”, al “pentimento”, ci invita ad accogliere degli uomini, a condividere i nostri beni, a porgere l’altra guancia quando riceviamo uno schiaffo sull’altra… E’ un discorso evangelico. Ma in parallelo, assorbendo i differenti ruoli della Chiesa, lo stato ha disertato le sue funzioni regaliane, non difende più le nostre frontiere, non garantisce più la sicurezza e non rende più giustizia.
Lei afferma che il cristianesimo ha costituito un terreno favorevole ai progressi scientifici e tecnici, nonostante un certo numero di errori. Cosa intende dire con questo?
Il cristianesimo ha permesso lo sviluppo delle scienze in diversi modi. In primis, dalle sue origini fino ai nostri giorni, come ricordato da Giovanni Paolo II in “Fides et ratio”, il cristianesimo è una religione fondata sulla ragione e la filosofia. La Chiesa considera la fede compatibile con la ragione. In secondo luogo, la riforma gregoriana dell’Undicesimo secolo, ribadendo che alcuni campi spettano alla Chiesa e altri al profano, ha ampiamente contributo a dare alle istituzioni secolari la loro autonomia. La Chiesa riconosce che il profano abbia delle leggi proprie, indipendenti dal campo religioso. Infine, c’è stata un’altra tappa importante, ossia l’apparizione della teologia speculativa, che ritiene che Dio possa essere oggetto di una ricerca intellettuale puramente teorica. Di conseguenza, la teologia è stata totalmente separata dal resto delle discipline e viceversa, fatto che ha aperto alla possibilità di una scienza totalmente indipendente dalla religione.
un foglio internazionale
Così al Jolani modellerà la Siria sull'esempio del suo governo a Idlib
Un foglio internazionale