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Decivilizzazione o scontro di civiltà? Il dibattito in Francia, oltre le formule
Uno scrittore algerino e un’antropologa si confrontano sul Figaro sull’avanzata dell’islamismo. La minaccia rappresentata dai Fratelli musulmani
Il grande scrittore algerino Boualem Sansal e l’antropologa del Cnrs Florence Bergeaud-Blackler hanno dibattuto a lungo sull’avanzata dell’islamismo in Francia. Per Sansal, il paese è allo stesso tempo confrontato a un processo di decivilizzazione e a uno scontro di civiltà. Bergeaud-Blackler diffida delle “formule”, ma lancia l’allarme sulla minaccia rappresentata dai Fratelli musulmani. Questo il loro confronto sulle pagine del Figaro.
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Le Figaro – Emmanuel Macron ha spiegato che è in corso un processo di “decivilizzazione”, un concetto preso in prestito da Norbert Elias. Questo concetto vi sembra pertinente?
Florence Bergeaud-Blackler – Ci stiamo confrontando con gruppi che vogliono imporre un’altra civiltà. Non so se ciò ci porterà a cambiare civiltà, ma è chiaro che alcuni hanno la volontà di farlo e lo affermano. Se non interveniamo, perderemo ciò che ci costituisce.
Boualem Sansal – “Decivilizzazione” è una parola molto forte, rimanda all’idea che i giochi sono fatti, che la civiltà francese è morta o sta morendo. Perché il capo dello stato l’ha utilizzata? Quando l’ho sentito, mi sono cadute le braccia. E’ spiazzante sentire il capo dello stato parlare in maniera così cruda. Ma ha ragione, non si sbaglia in ogni caso, perché c’è una decivilizzazione, in Francia e in Europa, è una realtà osservabile. Fa la constatazione, ma non dice nulla sul perché e come si sviluppato il fenomeno. Si può vivere senza civiltà?
Non si tratta piuttosto di uno scontro di civiltà come era stato profetizzato da Samuel Huntington?
FB-B – Dobbiamo diffidare di questa politica delle formule. Le formule sono in seguito riprese dalla stampa e siamo obbligati a prendere posizione rispetto a esse. I partiti politici lanciano un movimento esacerbando le tensioni e la polarizzazione. Siamo probabilmente di fronte a un processo di decivilizzazione se lo vogliamo chiamare così, ma bisogna studiarlo in quanto tale senza paragonarlo ad altri eventi della Storia. Bisogna analizzare precisamente ciò con cui abbiamo a che fare. Se siamo malati, identifichiamo il virus prima di scegliere un rimedio, il paragone può arrivare dopo. In quanto ansiogene, queste formule forti ci paralizzano, ci bloccano e non ci aiutano a pensare. Noi ricercatori siamo lì per far riflettere a condizione di non essere trascinati in queste ondate di politica delle formule.
Lei spiega che bisogna identificare il virus. Il suo libro, “Le frérisme et ses réseaux, l’enquête”, lancia l’allarme sulla minaccia rappresentata dai Fratelli musulmani…
FB-B – La confraternita dei Fratelli musulmani avrà presto cent’anni, è stata creata nel 1928 poco dopo l’abolizione del califfato da parte di Mustafa Kemal nel 1924. I Fratelli musulmani di oggi sono dei missionari che vogliono trascinare l’insieme delle sensibilità e delle correnti musulmane verso il compimento della profezia califfale, o, in termini moderni, della società islamica. Si sono adattati nel corso del tempo, non basta guardare ciò che erano ai loro inizi, ma prestare attenzione a ciò che sono oggi e vogliono diventare. E’ ciò che ho provato a mostrare nel mio libro. Questo movimento esiste e si serve di tutte le nostre debolezze. Lo faceva già in Egitto e continua a farlo oggi in Europa in un nuovo contesto.
BS – Le civiltà, come gli esseri umani, hanno le loro malattie e si trasformano in continuazione. Penso che la civiltà occidentale sia in declino da molto tempo, l’Illuminismo è un ricordo che non dice nulla ai giovani. Si parla di crollo. Le sue élite hanno lasciato fare o non hanno saputo fare. Svuotandosi della loro potenza e perdendo l’iniziativa, la civiltà occidentale si è indebolita. In questo momento, si trova di fronte a una grande sfida, la più grande della sua storia. Parlare solo di islamismo è un modo per distogliere lo sguardo. La civiltà che si insedia in Francia è l’islam, l’islamismo non è una civiltà, è un movimento politico-religioso, la cui storia comincia agli inizi dell’islam, all’interno della scuola rigorista hanlabita che più tardi darà i natali al wahabismo in cui si identificano i Fratelli musulmani, a cui hanno aggiunto le loro invenzioni.
Lei fa una distinzione tra l’islam e l’islamismo?
BS – Detto in altri termini, dove posizionare il cursore? Ci sono stati secoli di dibattiti, querelle, scontri, guerre, per sapere ciò che vuol dire islam, ciò che vuol dire essere musulmano, e come guardare l’altro, il non musulmano. I musulmani sono costantemente sollecitati a situarsi in questo intervallo di definizione in perpetuo dibattito. La pressione va nella direzione di sempre più esigenze e radicalizzazione, poiché la radicalizzazione degli uni spinge alla radicalizzazione degli altri. La corrente è massiccia e travolge tutti, musulmani e non musulmani. I Fratelli musulmani erano un piccolo gruppo discreto in Francia, sono oggi migliaia, potentemente organizzati.
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