Il Foglio internazionale
“Alle manifestazioni anti francesi in Niger abbiamo risposto con debolezza”
La giunta al potere, influenzata da Mosca, utilizza l’argomento del saccheggio delle risorse per amplificare l’odio nei confronti della Francia, scrive il Figaro
Il fotoreporter francese Patrick Robert analizza le manifestazioni davanti all’ambasciata di Francia a Niamey lo scorso 30 luglio. Secondo lui, la giunta al potere dal 26 luglio, influenzata da Mosca, utilizza l’argomento del saccheggio delle risorse per amplificare l’odio nei confronti della Francia. Robert, che percorre l’Africa dagli anni Ottanta, ha raccontato per immagini numerosi conflitti. Il suo lavoro è stato ricompensato con numerosi premi, tra cui due Visa d’or al Festival di fotogiornalismo di Perpignan.
Le Figaro – Dopo la deposizione del presidente nigeriano Mohamed Bazoum, diverse centinaia di nigerini hanno attaccato l’ambasciata di Francia a Niamey. Perché la Francia è presa di mira?
Patrick Robert – Queste manifestazioni non sono spontanee, sono guidate dai golpisti che strumentalizzano facilmente la piazza, ma anche dai partiti d’opposizione, spesso su basi di rivalità etnica, che sperano di trarre profitto dal cambio di regime, poiché il sistema democratico non dà loro alcuna possibilità di essere eletti. Come si spiega altrimenti il fatto che vengano distribuiti bandiere russe e cartelli già scritti? Chi ha influenzato quel cartello sventolato davanti all’ambasciata assediata con su scritto “France=Nazi”? Non un africano. Quelli che sponsorizzano queste manifestazioni approfittano della debolezza tradizionale della risposta francese e del senso di colpo coloniale che tormenta i nostri media e la nostra classe politica. Durante tutta la guerra fredda, dei consiglieri sovietici e dell’Europa dell’est (Germania dell’est, Bulgaria, Polonia…) facevano la stessa cosa per incentivare la denigrazione dell’occidente. Hanno ripreso i loro vecchi metodi di propaganda per distillare le menzogne più spudorate. Ne abbiamo conferma ogni giorni in Ucraina. Basta leggere i comunicati stampa dell’ambasciata russa in Francia per constatare che la menzogna e la distorsione della realtà fanno parte del loro sistema di comunicazione. Ritroviamo lo stesso procedimento in tutti i paesi della regione che recentemente sono stati oggetto di golpe militari. La Francia dà fastidio perché è legalista e leale. E perché è influente anche nelle istanze internazionali.
Quali sono gli interessi della Francia in Niger?
Contrariamente ai luoghi comuni, non sono economici. Il Niger è uno dei paesi più poveri del continente, con una demografia sfrenata (le donne nigerine sono fra le più feconde del continente con una poligamia che non tiene conto delle risorse delle famiglie). L’uranio nigerino rappresenta soltanto tra il 10 e il 15 per cento del fabbisogno francese. L’uranio è ovunque nel mondo, allo stesso prezzo. Non è un metallo raro. La totalità degli scambi economici con l’Africa francofona rappresenta solo lo 0,6 per cento degli scambi commerciali della Francia. Abbiamo più scambi economici con il resto dell’Africa che con l’Africa francofona. La Francia è legata ai paesi con cui abbiamo relazioni storiche spesso legate al passato coloniale. E’ una questione di interessi diplomatici in una logica di “cerchio d’influenza” e anche di legame sentimentale con dei popoli che conosciamo bene. Può apparire desueto dirlo oggi, ma ciò è legato a una forma di lealtà e di fedeltà, senza escludere il senso di colpa e i rimorsi per gli eccessi dell’epoca coloniale (…). I francesi che sono insediati in Africa hanno delle piccole imprese che pagano le loro tasse sul posto e che apportano il loro investimento e i loro savoir-faire per creare ricchezza nel paese. Il loro apporto all’economia francese è irrisorio. Dov’è dunque il saccheggio che viene contestato senza sosta alla Francia? Una grandissima parte dei francesi che risiedono in Niger sono cooperanti tecnici, operatori umanitari e membri di Ong. Quale saccheggio?
Lei nota una differenza nel modo in cui si manifesta il sentimento anti francese in Niger in questi ultimi giorni rispetto agli altri paesi della zona?
La similitudine nei metodi d’azione e negli argomenti che giustificano quest’ultimo colpo di stato con gli altri paesi vicini (Mali, Guinea, Burkina Faso) indica chiaramente che l’origine è la stessa. Viene deposto il capo di stato eletto con pretesti presentati come virtuosi, poi si organizzano manifestazioni fintamente spontanee contro un capro espiatorio che non si difenderà (la Francia), al fine di giustificare la popolarità dei golpisti che si presentano abusivamente come portatori della volontà del popolo (…). Anche la potenza dei social network contribuisce a mobilitare gruppi di militanti avidi di certezze e idee semplici (…). Le influenze straniere non sono le uniche ragioni del sentimento anti francese, che viene da numerose frustrazioni accumulate, ma lo amplificano e lo strumentalizzano con mezzi di propaganda e di influenza che si affrancano senza scrupoli dalla realtà dei fatti.
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