un foglio internazionale
La Ddr non esiste più, ma i suoi ex abitanti hanno più passato che futuro
Così la denatalità sta cancellando la Germania orientale. Dove c’erano tanti bambini ora sono rimasti solo i vecchi e le case vuote. L'articolo del Telegraph
"Fürstenburg è un villaggio medievale di strade acciottolate e case a graticcio sulle rive del fiume Oder. Sulle rovine di un ponte fatto saltare in aria dalla Wehrmacht nel 1945 i pochi adolescenti si arrampicano per una vista oltre il confine con la Polonia. Questo angolo d’Europa altrimenti insignificante, tuttavia, occupa un posto affascinante nella storia del XX secolo”. Così racconta il Telegraph. “Qui fu dichiarata la ‘prima città socialista in territorio tedesco’. Campi e foreste furono ripuliti per farne grandi viali, teatri e scuole, murales e monumenti alle glorie del comunismo, il tutto costruito attorno a una serie di grandi complessi residenziali.
Il leader della Ddr Walter Ulbricht parlò alla cerimonia di apertura in cima a un palco adornato con promesse di ‘acciaio, pane e pace’. Il piano era stato di intitolare la città a Karl Marx, il ‘figlio più grande del popolo tedesco’, ma dopo la morte del dittatore sovietico nel 1953, esattamente 70 anni fa, l’hanno chiamata ‘Stalinstadt’, la città di Stalin. ‘Sarà la prima città della Repubblica democratica tedesca in cui non ci saranno imprese capitaliste di alcun tipo’, disse un risoluto Ulbricht. All’ingresso del monumentale municipio, 100.000 tessere di pietra colorata compongono un mosaico chiamato ‘Unser Neues Leben’, ovvero ‘la nostra nuova vita’. Mostra i lavoratori, gli insegnanti, gli studenti, i genitori e i bambini di una Germania ottimista e socialista sotto la bandiera rossa. Immagini e foto d’archivio mostrano che forse una volta era così: il viale principale, Lindenallee, è pieno di coppie sulla ventina e i parchi giochi sono pieni di bambini. Non più. Molti di quei campi da gioco sono stati ricoperti di erba. Anche le scuole sono chiuse e gli asili abbandonati non sono difficili da trovare dato che la metà degli attuali abitanti della città ha più di 60 anni. Gli anziani residenti trascorrono il tempo fuori dai caffè, mangiando stinco di maiale e patate bollite. L’industria siderurgica della città ha perso i tre quarti della forza lavoro.
Durante gli anni di crescita demografica dagli anni 60 agli anni 80, ai margini della città sono stati costruiti condomini nuovi. Ora sono demoliti. Una lamentela comune degli ex tedeschi dell’Est è che, per loro, il futuro è scomparso, anche se riconoscono i difetti della Ddr e la maggior parte era contenta di vederla crollare. I pilastri del neoclassico Friedrich-Wolf-Theatre si trovano su un ampio viale ancora decorato con murales socialisti; una scena ideata da una mente utopica decisa a elevare la vita culturale delle giovani e vigorose classi lavoratrici affinché possano realizzare la terra promessa. Osservandolo oggi spopolato, a parte lo strano gruppo di pensionati che qui vivono i loro ultimi anni, forse da nessun’altra parte nell’ex Ddr questa perdita di futuro è più visibile e percepita”.
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