UN FOGLIO INTERNAZIONALE
Quando un'accusa di razzismo porta al suicidio. Il caso Bilkszto in Canada
L’insegnante ha obiettato alla “esperta di diversità” che il suo paese non è affatto suprematista bianco. E’ stato l’inizio del calvario, scrive la Free Press
Kike Ojo-Thompson, esperta di “diversità” a Toronto, stava spiegando alla sua classe di 200 amministratori della scuola pubblica che il Canada è un paese molto più razzista degli Stati Uniti. “Il Canada è un bastione della supremazia bianca e del colonialismo”, diceva Thompson. “Il razzismo che sperimentiamo è di gran lunga peggiore qui che là”. Thompson guidava i partecipanti attraverso una sessione sull’“iniquità sistemica”. E’ stato a quel punto che Richard Bilkszto, il preside del Burnhamthorpe Collegiate Institute and Adult Learning Centre di Toronto, ha alzato la mano. Bilkszto si era formato negli Stati Uniti, era un progressista convinto ed era sconcertato dai commenti di Thompson. Citando le scuole pubbliche del Canada, il suo sistema sanitario più equo e attingendo alla sua esperienza di insegnante in una scuola superiore prevalentemente nera a Buffalo, Bilkszto ha detto: “Ma noi siamo una società molto più giusta”. Momento di silenzio e imbarazzo. Poi la Thompson, che è nera, si è scagliata contro Bilkszto, che è bianco: “Quello che trovo interessante è che tu e il colore della tua pelle pensiate di potermi dire cosa sta realmente succedendo ai neri”. Bilkszto è rimasto in silenzio, pietrificato. Come racconta la Free Press di Bari Weiss, è stato l’inizio della straziante discesa agli inferni di Bilkszto in un calvario di vergogna pubblica e isolamento che si è concluso il mese scorso con il suo suicidio.
Ogni lunedì, nel Foglio c'è Un Foglio Internazionale, segnalazioni dalla stampa estera con punti di vista che nessun altro vi farà leggere. Un inserto a cura di Giulio Meotti
“Richard era sconvolto”, ha detto al Free Press Michael Teper, un amico di Bilkszto. “Non è stato solo il suo lavoro che gli è stato tolto, anche la sua reputazione, perché quelle persone stavano assassinando la sua persona. Dicevano che era un suprematista bianco, che era un razzista. Non sapevano niente di lui. Non sapevano nulla di ciò che rappresentava o di ciò in cui credeva”. Thompson durante la seconda sessione ha detto ai partecipanti: “Il vostro lavoro, come bianchi, è di credere”. A chi bisogna credere? E in cosa? Soltanto Bilkszto ha posto domande scomode. Sheryl Robinson Petrazzini, sua sovrintendente all’istruzione, che è nera, è andata su Twitter per mostrare il suo sostegno alla Thompson. “Di fronte alla resistenza ad affrontare il razzismo anti nero, non possiamo rimanere in silenzio”, scriveva (ha cancellato i post dopo il suicidio del collega). Il tweet di Petrazzini “ha avuto un effetto orribile su Richard”, secondo Robert McManus, suo amico di lunga data.
Ad aprile, Bilkszto ha citato in giudizio il Toronto District School Board, citando le “dichiarazioni diffamatorie” di Thompson e la riluttanza degli amministratori e di altri dirigenti a difenderlo”. Il 13 luglio 2023, il professor Bilkszto si è gettato nel vuoto dal suo appartamento al 16esimo piano a Toronto. Ha lasciato un biglietto, che i suoi non hanno voluto condividere. Aveva 60 anni.
un foglio internazionale
Così al Jolani modellerà la Siria sull'esempio del suo governo a Idlib
Un foglio internazionale