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Un Foglio internazionale

Il tempo di Napo-Elon Musk

Niall Ferguson racconta il suo amico Musk. “Un giorno disse a mio figlio: ‘Non andare in Sudafrica, morirai’. E lui, quando fu lì, stava per essere ucciso” 

"Conosco Elon Musk da più di dieci anni. Abbiamo scambiato idee, bevuto whisky insieme, incontrato i figli l’uno dell’altro e discusso di tutto, dalla guerra in Ucraina al futuro dell’istruzione americana. Dico da tempo che è il Napoleone Bonaparte dei nostri tempi. La nuova biografia di Walter Isaacson, basata su due anni di osservazione di Musk, raggiunge una conclusione simile. E in un’epoca in cui in alcuni ambienti l’uomo più ricco del mondo si sta trasformando da eroe a cattivo, questa analogia storica non dovrebbe essere ignorata”. Così l’economista Niall Ferguson sul Daily Mail.

“Nel 2017, Musk e io siamo andati a bere qualcosa al Menlo Park in California con uno dei miei figli, che allora aveva 18 anni e stava per intraprendere un anno sabbatico in Africa. Musk era preoccupato. A metà della nostra conversazione ha ricevuto una videochiamata da una delle sue fabbriche Tesla, che sembrava essere in fiamme. ‘E’ importante?’ chiese. Il tizio nella fabbrica in fiamme sembrava incerto. ‘Allora non disturbarmi’, sbottò e riattaccò. ‘Non andare in Sudafrica’, ha detto a mio figlio, con improvvisa intensità. ‘Morirai’. Mio figlio ignorò questo consiglio. Pochi mesi dopo evitò per un pelo di essere colpito da un proiettile durante un furto a Johannesburg. Racconto questa storia per illustrare un tratto caratteriale importante che distingue Musk dalla gente comune: ha un’intuizione sovrumana. Non ho mai incontrato nessuno come lui – dubito che lo incontrerò mai – e ho incontrato quasi tutti i suoi colleghi e rivali nella Silicon Valley. 

 


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Musk più di una volta fa capire a Isaacson che si identifica con il sovrano più famoso della Francia. ‘Se vedono il loro generale sul campo di battaglia, saranno più motivati’, dice Musk al suo biografo, spiegando perché gli piace apparire senza preavviso negli stabilimenti di Tesla e SpaceX. ‘Ovunque fosse Napoleone, è lì che i suoi eserciti avrebbero fatto meglio’, spiega a Isaacson. La somiglianza non finisce qui. Hegel, il filosofo tedesco del XIX secolo, disse notoriamente che Napoleone era lo spirito del mondo a cavallo. Elon è lo spirito del mondo in una cyber-auto. Con il suo disturbo ossessivo-compulsivo, la sindrome di Asperger autodiagnosticata, la sua capacità sovrumana di multitasking, la sua apparentemente intenzionale mancanza di empatia, Musk personifica molti dei tratti della nostra epoca. E’ difficile immaginare la sua vita senza il personal computer, internet, lo smartphone, il jet privato. Se un uomo del genere fosse nato nel 1771 invece che nel 1971, sicuramente non sarebbe vissuto nell’oscurità. La famiglia Musk non era ricca. Suo nonno da parte di madre era un chiropratico canadese e aviatore dilettante le cui opinioni ultra-conservatrici lo portarono a emigrare in Sudafrica, apparentemente a causa, piuttosto che nonostante, del sistema dell’apartheid. Il nonno paterno di Musk era un crittografo esaurito dalla Seconda guerra mondiale. I suoi genitori, Errol e Maye, si separarono quando aveva otto anni. Isaacson presenta suo padre come un mostro sadico, menzognero, donnaiolo e occasionalmente violento, dal quale Musk ha ereditato o imparato un’oscura ‘modalità demoniaca’ – il lato distruttivo della sua natura che si manifesta a intervalli irregolari.

Quando il diciottenne Musk partì per il Canada per studiare, i suoi genitori gli diedero 2.000 dollari ciascuno. ‘Tornerai tra qualche mese’, si dice che gli abbia detto suo padre. ‘Non avrai mai successo’. Questa deve essere considerata una delle peggiori previsioni della storia umana. Il successo di Musk è stato sconcertante. Il fatto che valga 268 miliardi di dollari non è proprio il punto. Ciò che è più avvincente è la portata della sua ambizione finale: rendere l’umanità una ‘civiltà in grado di viaggiare nello spazio’, capace di colonizzare altri pianeti. Musk, che ora ha 52 anni, dice a Isaacson che ‘avrebbe potuto guadagnare un sacco di soldi’ se non avesse costruito il più grande razzo di SpaceX, la Starship. ‘Ma non avrei potuto [allora] rendere la vita multiplanetaria’.

E’ cresciuto in una società violenta (il Sudafrica della fine dell’apartheid) e da tempo si diverte con i videogiochi che simulano battaglie. A 13 anni era già abbastanza bravo a programmare per crearne uno suo, chiamato Blastar. ‘Sono programmato per la guerra’, ha detto a un amico studente. A differenza di molti miliardari, Musk può essere consapevole di sé – a volte.

‘Ciò che conta per me è vincere, e non in piccolo’, scrisse in un’e-mail nel 1999. ‘Dio sa perché… probabilmente ha le sue radici in qualche buco nero psicoanalitico o cortocircuito neurale molto inquietante’. Questo appetito per la vittoria è inseparabile da un vorace appetito per il rischio. Con l’eccezione della sua prima azienda, Zip2 – una pagina gialla online venduta a Compaq per 307 milioni di dollari al culmine del boom delle dot-com nel 1999 – ognuna delle aziende di Musk è più o meno un selvaggio lancio sulla Luna. Tesla e SpaceX erano entrambe, come riconosce con Isaacson il fondatore di PayPal Peter Thiel, ‘scommesse incredibilmente folli’. Il venture capitalist Michael Moritz rifiutò di investire in Tesla nel 2006, dicendo a Musk: ‘Non competeremo con Toyota. E’ una missione impossibile’. ‘Come può essere un business?’, ha chiesto l’imprenditore americano di Internet Reid Hoffman quando Musk gli ha proposto SpaceX.

Gli oppositori sembrano fornire a Musk carburante per missili. ‘Lottare per sopravvivere ti fa andare avanti’, dice. ‘Quando non sei più in modalità ‘sopravvivi o muori’, non è così facile motivarsi ogni giorno’. E, come Napoleone, Musk non si accontenta mai di essere altro che il Numero 1. Attualmente è ceo di cinque grandi aziende: Tesla, SpaceX, The Boring Company, Neuralink e X, ex Twitter – per non parlare di un’impresa pianificata di intelligenza artificiale che, secondo lui, sfiderà OpenAI. Musk è anche un micromanager, un altro tratto napoleonico. Forse l’esempio migliore è il modo in cui ha calcolato personalmente il prezzo di ogni singolo componente di un razzo SpaceX, in un incessante tentativo di ridurre i costi. ‘Rivoluzionare le industrie non è per deboli di cuore’, ha detto una volta ai dipendenti Tesla in una e-mail. Un giovane ingegnere è stato licenziato in tronco quando Musk lo ha incolpato per il disallineamento di un braccio robotico. ‘Cazzo, l’hai fatto tu?’ ringhiò. ‘Sei un idiota. Vattene e non tornare’. ‘Non dovrebbero esserci assolutamente dubbi sul fatto che SpaceX riuscirà a raggiungere l’orbita’, ha detto dopo l’esplosione di un altro razzo nel 2008. ‘Non mi arrenderò mai, e dico mai’.

Come Napoleone – che tradì la sua prima moglie (che tradì anche lui), poi divorziò, si risposò e ebbe più figli dalle sue amanti che dalle sue mogli – Musk ha una vita familiare non ortodossa. Sposò la sua prima moglie Justine, nonostante gli avvertimenti di suo fratello e di sua madre sul fatto che non fossero fatti l’uno per l’altra. Il loro primo figlio, Nevada – concepito durante l’annuale festival statale Burning Man – morì improvvisamente a sole dieci settimane. Musk ora ha dieci figli da tre donne diverse, più recentemente gemelli con Shivon Zilis, la 37enne direttrice delle operazioni di Neuralink (la sua azienda che sviluppa chip per computer che possono essere impiantati nel cervello umano). ‘A meno che il virus della mente woke, che è fondamentalmente anti-scienza, anti-merito e anti-umano in generale, non venga fermato’, ha detto a Isaacson nel 2021, ‘la civiltà non diventerà mai multiplanetaria’. E rimane indignato anche per il ripudio di sua figlia transgender, Jenna, che attribuisce alla sua educazione woke a Los Angeles. 

Come Napoleone, Elon ha accumulato nemici nel corso degli anni: non solo rivali nella Silicon Valley, ma anche nuovi avversari a Wall Street, nei media e all’interno del Partito Democratico degli Stati Uniti. Il numero dei nemici è aumentato particolarmente rapidamente negli ultimi 18 mesi. Dopo aver inizialmente sostenuto l’Ucraina nella sua lotta per sconfiggere l’invasione russa – rendendo i servizi Internet satellitari Starlink di SpaceX disponibili gratuitamente alle forze del presidente Zelenskyj – Musk ha poi ‘georecintato’ l’accesso quando gli ucraini hanno tentato di lanciare un attacco con droni marittimi sulla Crimea, annessa da Mosca. ‘Senza Starlink avremmo perso la guerra’, ha detto al Wall Street Journal un comandante di plotone ucraino. ‘Senza Starlink, non possiamo volare, non possiamo comunicare’, ha detto un ufficiale al New York Times. Lui ribatte che sta cercando di impedire che la guerra in Ucraina si trasformi in una terza guerra mondiale. Il pagamento eccessivo del sito di social media è stato ora razionalizzato da Musk come ‘parte della missione di preservare la civiltà, dando alla nostra società più tempo per diventare multiplanetaria’ resistendo al ‘pensiero di gruppo’ nei media. 

Ma l’acquisizione di Twitter potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro, come la fallita cattura di Mosca da parte di Napoleone nel 1812 – se non la sua Waterloo? Come il suo modello francese, Napo-Elon non cerca l’amore universale. Né pretende di essere infallibile. Ma ci sarà qualche altro individuo a cambiare di più il mondo nel nostro tempo? Io per primo ne dubito fortemente”.

 

(Traduzione di Giulio Meotti)

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