Un Foglio internazionale
“L'ordine morale postmoderno si sta sgretolando”
Gerard Baker spiega sul Wsj i tre pilastri che sorreggevano la nuova etica globale: immigrazione, ecologismo e autoimmolazione culturale
Il nuovo ordine morale che le nostre élite laiche sono state impegnate a costruire dalla fine della Guerra fredda sta crollando attorno a loro” scrive l’ex direttore del Wall Street Journal Gerard Baker. “Negli ultimi trent’anni, i valori giudaico-cristiani che avevano ispirato e sostenuto per secoli la civiltà e la cultura occidentale sono stati costantemente sostituiti in una rivoluzione morale, culturale e politica postmoderna. Questo nuovo edificio è stato costruito attorno a tre pilastri principali: in primo luogo, il primato etico dell’obbligo globale sull’interesse nazionale, in termini economici e geopolitici, ma più direttamente e di conseguenza nel rifiuto della moralità dei confini nazionali e nell’abbraccio di qualcosa come l’immigrazione delle porte aperte. In secondo luogo, una fede quasi biblica nel catastrofismo climatico, in cui la peccaminosità dell’uomo, che consuma energia, può essere espiata solo con un massiccio sacrificio del progresso economico. In terzo luogo, un’autocancellazione culturale totale in cui le virtù, i valori e le conquiste storiche della civiltà tradizionale vengono rifiutati e sostituiti da una gerarchia culturale che inverte vecchi pregiudizi e obbliga la classe dei maschi eterosessuali bianchi a riconoscere la propria storia di sfruttamento e a sottomettersi a riparazione sociale ed economica globale. Quest’autunno, in tutto l’Occidente, in tre continenti, ciascuno di questi tre pilastri si sta sgretolando.
Da Lampedusa a Eagle Pass, in Texas, l’idea di una migrazione permissiva in un mondo economicamente diseguale è messa alla prova. Anche il secondo pilastro, l’imperativo morale di un’azione di auto-umiliazione per combattere il cambiamento climatico, sta crollando, cosa ancora più interessante in Europa e nel Regno Unito, dove è stata a lungo la religione ufficiale del sacerdozio secolarista. La settimana scorsa, il governo britannico ha compiuto un piccolo ma simbolicamente importante passo verso l’apostasia climatica, annunciando modifiche sensate a un programma di mandati normativi di decarbonizzazione, come ad esempio posticipare di qualche anno l’eliminazione graduale delle nuove auto a benzina. Il Regno Unito ha ridotto drasticamente le emissioni di carbonio negli ultimi 30 anni, grazie in parte all’innovazione tecnologica. Le sue emissioni pro capite sono ora scese ai livelli della metà del XIX secolo. Anche il terzo pilastro – l’autoannientamento culturale – vacilla.
La prova più interessante di ciò è il dibattito elettorale in corso in Australia. Il governo di sinistra, desideroso di impressionare il mondo con la sua buona fede morale, ha chiesto una riforma della costituzione progettata per rimediare alle lamentele della popolazione aborigena. Il referendum suggerisce che gli australiani rifiuteranno la decisione a larga maggioranza. Sembra che loro – come molti di noi nel resto dell’Occidente – ne abbiano abbastanza dell’insistenza dei leader nel dividerci per razza e altri attributi piuttosto che unirci attorno alla nostra comune identità nazionale. I pilastri si stanno sgretolando. La lotta andrà avanti. Non sappiamo cosa sostituirà questo nuovo ordine morale. Ma possiamo almeno sperare in un ripristino dei valori tradizionali che, ironicamente, attraverso l’arricchimento economico e culturale e la liberazione politica, hanno consentito all’Occidente di indulgere in questa orgia di auto-immolazione”.
Il Foglio internazionale