Un Foglio internazionale
Perché i fan occidentali di Hamas sono pronti a giustificare i terroristi
Se sembra che solo gli incivili possano essere tali sadici, avvertiva Dostoevskij, sappiate che la stessa cosa potrebbe accadere anche tra gli europei civilizzati. Lo scrittore russo ci ha spiegato le ragioni per cui anche in occidente c'è chi giustifica i massacri del 7 ottobre, scrive il critico Gary S. Morson
"Intere famiglie sterminate; donne violentate e torturate; persone vive umiliate e cadaveri maltrattati; bambini assassinati davanti agli occhi dei loro genitori; e, in un caso che sconvolse particolarmente Dostoevskij, una bambina costretta a guardare suo padre scorticato vivo”. Così Gary Saul Morson (un critico letterario slavo-americano noto per il suo lavoro accademico sui grandi romanzieri russi Lev Tolstoj e Fëdor Dostoevskij, e sul teorico della letteratura Mikhail Bakhtin) scrive sul Wall Street Journal.
“Se sembra che solo gli incivili possano essere tali sadici, avverte Dostoevskij, sappiate che la stessa cosa potrebbe accadere anche tra gli europei civilizzati. ‘Per il momento è ancora contro la legge’, scrive, ‘ma se dipendesse da noi, forse, niente ci fermerebbe nonostante tutta la nostra civiltà’. Per il momento ‘la gente è semplicemente intimidita da qualche abitudine’, continua Dostoevskij, ma se qualche esperto progressista avanzasse una teoria che dimostrasse che a volte scuoiare la pelle può giovare alla giusta causa perché ‘il fine giustifica ogni mezzo, e se quell’esperto esprimesse il suo punto di vista usando lo stile appropriato’, allora, ‘credetemi’, ci sarebbero tra noi persone rispettabili ‘disposte a realizzare l’idea’.
Dopo l’11 settembre si è scoperto che i terroristi erano spesso benestanti e istruiti. La crudeltà spesso prospera tra le persone sofisticate. Dostoevskij ricorda il Terrore francese, quando le persone venivano umiliate e uccise in nome dei più alti principi, ‘e questo dopo Rousseau e Voltaire!’. Ma non poteva immaginare che durante i terrori staliniani milioni di persone sarebbero state torturate nel modo più degradante possibile; e che durante la collettivizzazione dell’agricoltura, altri milioni sarebbero stati fatti morire di fame deliberatamente, con i giovani idealisti bolscevichi introdotti per imporre la carestia e togliere pezzi di cibo ai bambini. In occidente, gli intellettuali giustificavano tale comportamento perché veniva fatto in nome del socialismo e dell’antimperialismo. Dostoevskij aggiunge che non è necessario ricorrere a esempi del passato perché la stessa dinamica può verificarsi in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento in cui il lato oscuro della natura umana si manifesti, rivestito del linguaggio di ciò che passa per progressista e illuminato. ‘Credetemi’, si rivolge Dostoevskij ai suoi lettori, ‘l’aberrazione più totale del cuore e della mente umana è sempre possibile’.
E’ un terribile errore immaginare che gli atti criminali vengano compiuti solo da delinquenti. Ricordando gli inizi della sua carriera di rivoluzionario, Dostoevskij sostiene che il suo gruppo, che avrebbe potuto facilmente compiere gli atti più terribili, era composto da persone sofisticate con l’equivalente russo dell’istruzione dell’Ivy League. Ma nonostante si considerino un’élite colta – o forse proprio perché lo facevano – pochi ‘di noi… potevano resistere a quel noto ciclo di idee e concetti che aveva una presa così salda sulla giovane società’. Allora era ‘socialismo teorico’, ma avrebbe potuto essere qualsiasi cosa, e non c’è alcuna buona ragione per ‘pensare che anche l’omicidio… ci avrebbe fermato, non tutti, ovviamente, ma almeno alcuni di noi… circondato da dottrine che avevano catturato le nostre anime’. Dostoevskij ricorda che nel suo romanzo ‘I demoni’ ha mostrato come anche i cuori più innocenti possano essere trascinati a commettere azioni mostruose e sentirsi orgogliosi di averle commesse. ‘E qui sta il vero orrore: che… si può commettere l’atto più ignobile e più scellerato senza essere minimamente un cattivo! E questo accade… in tutto il mondo, fin dall’inizio dei tempi’. ‘La possibilità di considerarsi – e talvolta anche di essere, di fatto – una persona onorevole mentre commette una malvagità evidente e innegabile’, aggiunge, è una possibilità che trascuriamo a nostro rischio e pericolo. Un secolo dopo, Alexander Solgenitsin, contemplando gli idealisti russi che si unirono alla tortura e gli intellettuali occidentali illuminati che la mascherarono, si chiese perché i cattivi di Shakespeare uccisero solo poche persone mentre i bolscevichi ne uccisero milioni. Per rispondere a questa domanda, riflette, bisogna comprendere che nessuno si considera malvagio. Per compiere azioni malvagie una persona deve trovare ‘una giustificazione per le sue azioni’, in modo da poter considerare come un bene il furto, l’umiliazione e l’uccisione. ‘Le autogiustificazioni di Macbeth erano deboli’, e quindi la coscienza lo trattenne. Non aveva alcuna ideologia, osserva Solgenitsin, niente come ‘antimperialismo’ o ‘decolonizzazione’ per alleviare i sensi di colpa. Solgenitsin conclude: ‘L’ideologia è ciò che dà al male la giustificazione a lungo cercata e dà al malfattore la necessaria fermezza e determinazione’.
Ho sentito commentatori preoccupati che la cancellazione della cultura e la soppressione delle diverse opinioni possano portare a un ‘totalitarismo morbido’. Dobbiamo riconoscere che alcuni di coloro che giustificano le atrocità di Hamas sarebbero pronti a commetterle contro i nemici designati. E a differenza dei turchi di Dostoevskij o dell’Hamas di oggi, avrebbero a disposizione mezzi ad alta tecnologia per estendere il loro raggio d’azione. Temo che gli orrori del XX secolo possano rivelarsi solo un assaggio di qualcosa di molto peggiore nel prossimo futuro”.
(Traduzione di Giulio Meotti)