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Un foglio internazionale

“Israele è il colpevole ideale, metafora dell'occidente colonialista”

Il filosofo e intellettuale francese Pascal Bruckner parla dei pezzi d’occidente che marciano dietro le insegne di “Palestina libera”. L'intervista del Point

Il filosofo e intellettuale francese Pascal Bruckner, autore di un saggio che ha segnato profondamente il dibattito delle idee parigino e più in generale occidentale come “Le Sanglot de l’homme blanc”, analizza la fretta di una parte della stampa e dei politici nell’accusare Israele di aver lanciato il missile che ha colpito un ospedale a Gaza. L’ultimo libro di Bruckner si intitola “Le Sacre des pantoufles. Du renoncement au monde” (Grasset). 

Perché tanti media e responsabili politici hanno diffuso, senza una particolare precauzione, l’affermazione dell’organizzazione terroristica Hamas secondo cui Israele era colpevole del bombardamento dell’ospedale di al-Ahli, a Gaza, lo scorso martedì 17 ottobre? Una mancanza di prudenza che illustra, secondo Pascal Bruckner, la demonizzazione dello stato ebraico. E attraverso questa demonizzazione la profondità dell’antisemitismo. 

Le Point – Dopo l’esplosione dell’ospedale al-Ahli a Gaza, una parte dei media e dei rappresentanti politici si è affrettata, senza prove, ad accusare Israele. La responsabilità dello stato ebraico è oggi giudicata poco probabile da parte degli esperti. Cosa indica questa precipitazione nel condannare Israele?

Pascal Bruckner – Per una parte dell’opinione pubblica, poiché Israele è più forte, il criminale è necessariamente dal lato israeliano. È Davide contro Golia. Questo stato brutale, metafora dell’occidente colonialista, è il colpevole ideale. Tutto ciò che si rimproverava alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Germania, viene rimproverato oggi a Israele.  

In spregio alla verità…

Qualunque cosa accada, Israele è colpevole: gli si possono dunque imputare i crimini commessi dai suoi nemici. La realtà, e in questo caso la verificazione dei fatti, non ha più alcuna importanza dinanzi all’ideologia. Nietzsche diceva: “Il contrario della verità non è la menzogna, è la convinzione”. 

In particolare una parte della sinistra…

Sì, l’aspetto più sorprendente è che questo fenomeno non concerne soltanto gli islamisti e i pro palestinesi fanatici, ma anche una parte della sinistra benpensante e progressista. Greta Thunberg ha diffuso su Instagram un post che evoca un “genocidio” a Gaza… Questa distorsione della realtà da parte della sinistra è spaventosa. I pogrom del 7 ottobre hanno dato il via libera ai discorsi antiebraici e rivelato la profondità assoluta dell’antisemitismo. Un antisemitismo che corrompe le menti apparentemente più neutre e più equilibrate. 

Si tratta di una nuova forma di antisemitismo?

È un prolungamento dell’antisemitismo classico, che è ricaduto sulla patria degli ebrei. Anche nel caso in cui si arrivasse a una soluzione a due stati, lo stato di Israele continuerebbe a essere accusato di tutti i mali della Terra. Gli vengono attribuite tutte le immagini di sofferenza, di bambini martirizzati. Libération, in prima pagina, ha pubblicato una fotografia condivisa in occasione dei terremoti verificatisi alla frontiera turco-siriana lo scorso febbraio (l’immagine è stata generata dall’intelligenza artificiale, ndr).

L’ostilità di una parte del mondo arabo-musulmano verso Israele, e anche verso gli ebrei in generale, è uno sfogo?

Sì. Questa impennata di febbre antiebraica fa gioire la piazza araba. L’ex re del Marocco Hassan II pronunciò queste parole molto giuste negli anni Ottanta. “L’odio di Israele è l’afrodisiaco più potente del mondo arabo”. E’ come se avessimo versato del miele sulla miseria e la tristezza di un certo numero di paesi musulmani, che fanno dell’ebreo la testa di turco da vituperare. I capi di stato arabi, invece, preferiscono trattare con Israele. Si rendono conto che l’Iran è il vero pericolo. Perché dietro Hamas ci sono l’Iran e la Russia, che vogliono compromettere gli accordi di Abramo.

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