un foglio internazionale
Dentro Gaza con Israele
Il racconto di un giornalista. “Dove i crociati furono sconfitti dal sultano egiziano Hamas guardava dentro Israele. Oggi sono solo macerie”
"Venerdì si è sentita una grande esplosione da ovest, a Beit Hanoun” scrive il famoso giornalista israeliano Nahum Barnea su Yedioth Ahronoth. “Ero a centinaia di metri di distanza, in un quartiere orientale della città settentrionale di Gaza. L’aria era piena dei suoni della guerra provenienti da cannoni, carri armati, mortai, artiglieria ed elicotteri. Passarono alcuni istanti prima che mi rendessi conto che era successo qualcosa di insolito. Gli ordini furono cambiati, i carri armati si mossero rapidamente, lasciando dietro di sé una nuvola di polvere. I volti degli agenti erano tesi e mostravano preoccupazione. In seguito ho saputo che alcuni soldati di una compagnia che stava sgombrando il condotto di un tunnel vicino a una moschea erano rimasti feriti nell’esplosione delle cariche piazzate lì da Hamas. Quattro sono morti, altri quattro sono rimasti feriti, due dei quali in modo grave. La trappola esplosiva potrebbe essersi attivata automaticamente quando la forza è entrata nel pozzo, facendo crollare le pareti.
Il quartiere orientale di Beit Hanoun nei precedenti scontri a Gaza l’avevo visto dal confine. E’ posizionato su una collina di fronte a Sderot ed è diventato un centro di comando e controllo in prima linea per Hamas, un comodo trampolino di lancio per razzi e mortai e un punto di osservazione su Israele. I residenti della città sapevano che sarebbero stati i primi a essere presi di mira se e quando l’Idf avesse colpito. Fino al 7 ottobre vivevano lì 35.000 persone. Subito dopo il massacro di Hamas, la maggior parte se ne è andato durante la campagna di bombardamenti. Quando quelli rimasti hanno visto i carri armati israeliani in movimento, se ne sono andati anche loro. I soldati non sono riusciti a trovare un residente, vivo o morto, quando sono entrati. Né hanno trovato nessuno degli ostaggi. Bein Hanoun è stata abbandonata da tutti tranne che dalle squadre di Hamas che si nascondevano sottoterra con enormi quantità di munizioni e ordigni esplosivi. Venerdì doveva essere l’arena più tranquilla, ma in guerra la morte ha la sua agenda. Una delle battaglie più importanti dell’Islam ebbe luogo a Beit Hanoun 784 anni fa. I crociati andarono lì per combattere il sultano egiziano. I crociati furono massacrati e la battaglia fece precipitare la fine delle crociate. La collina dove aveva avuto luogo la battaglia fu chiamata Um al Nasser, la Madre del Trionfo. Fu costruita una moschea con lo stesso nome. Ma l’importanza del sito non ha impedito ad Hamas di scavare tunnel e pozzi e di riempirli di esplosivi.
Ho camminato lungo la strada principale da un’estremità all’altra. Dopo i bombardamenti non è rimasto più nulla di abitabile. Anche la moschea è stata distrutta dopo il ritrovamento della quantità di munizioni presenti. E’ rimasto solo il minareto, inclinato come la Torre di Pisa, con le colombe che volavano tra i resti. Galline, gatti e cani vagavano dentro e fuori dagli edifici in cerca di cibo. Gli avanzi delle razioni dei soldati di Hamas e dell’Idf, le uniformi e i vestiti di Hamas abbandonati, i mobili, gli infissi delle finestre giacevano tutti nella sabbia e un forte odore di carcasse di animali aleggiava pesante nell’aria. L’intero quartiere assomigliava alle foto di Berlino nel 1945. Ciò che non aveva fatto l’aeronautica militare, lo hanno fatto i carri armati e le truppe quando lo hanno liberato dalle forze di Hamas. Beit Hanoun non sarà più abitabile dopo la guerra. Farà parte di una cintura di sicurezza smilitarizzata che Israele sta progettando di istituire o dovrà essere ricostruita.
La forza che combatte lì è composta da soldati riservisti comandati da ufficiali in servizio attivo. Alcuni, se non tutti, si addestrano una volta alla settimana, come fanno i piloti dell’aeronautica militare, e si distinguono anche nella vita civile, ricoprendo posizioni di comando e opinioni politiche diverse. Il meglio di Israele. Ogni unità comprende un ingegnere o un imprenditore edile. Sono chiamati a ispezionare gli edifici per evitare che crollino addosso alle truppe. In una di queste strutture, la forza ha istituito il proprio posto di comando per la brigata del colonnello Ido Kass. ‘Gli eventi del 7 ottobre mi hanno colto al largo della costa di Rosh Hanikra, al confine con il Libano, durante la mia nuotata mattutina’, ha detto. ‘A mezzogiorno abbiamo inviato due battaglioni a sud. La sera stavamo combattendo’. Hanno perso quattro uomini in battaglia. ‘Hamas aveva mille uomini a Beit Hanoun, preparati alla guerra. In termini militari, la battaglia è vinta quando il nemico non è in grado di agire. Ciò è stato completato nella prima fase e poi siamo passati alla seconda che prevedeva la distruzione delle loro infrastrutture ed è ciò che abbiamo fatto nell’ultima settimana’. Kass mi ha mostrato una scuola e un ospedale nel centro della città, entrambi trovati con grandi quantità di munizioni.
Mentre il sole tramontava, alcuni soldati religiosi hanno cantato le canzoni dello Shabbat. Era bellissimo e talvolta soffocava i suoni della guerra. Le truppe laiche sedevano fuori a bere caffè e fumare. E’ stato difficile lasciarli e tornare a casa”.
Il Foglio internazionale