Un Foglio internazionale
Il grande nemico Osama bin Laden oggi è un modello nei campus americani
Più di vent’anni dopo, la sua “Lettera all’America” è diventata virale tra i giovani: è coerente con ciò che è stato loro insegnato. L'articolo del Wall Street Journal
"Gli studenti universitari non sono sempre stati convinti dalla prosa di Osama bin Laden” scrive Christopher Nadon. “Eppure, quando la sua ‘Lettera all’America’ del 2002 è diventata virale tra i giovani americani all’inizio di questo mese, non sono rimasto sorpreso. Avevo assegnato il documento a un corso su religione e politica quando è apparso per la prima volta. Gli studenti l’hanno trovato avvincente in quanto dichiarazione chiara e concisa delle motivazioni, delle intenzioni e della comprensione di al Qaeda del mondo e della storia del medio oriente. Erano inorriditi, come la maggior parte dei docenti. Eppure un anno prima, solo pochi giorni dopo l’11 settembre 2001, un professore di cultura marxista aveva tenuto una conferenza in una riunione dello staff sulla necessità di comprendere e simpatizzare con i 19 sfortunati uomini che erano stati spinti al martirio dall’oppressione coloniale occidentale. Quelli nelle torri, intonò, se lo aspettavano. Quel giorno i miei colleghi reagirono a questa affermazione con derisione e disprezzo. Ma il virus era arrivato. Presto si sarebbe diffuso. Ho ripreso a insegnare il corso nel 2017, dopo una pausa di dodici anni. A quel punto la classe era piena di studenti la cui formazione si è svolta interamente nel mondo post-11 settembre. Ancora una volta abbiamo letto la lettera di bin Laden, e ancora una volta gli studenti sono rimasti inorriditi, questa volta non da bin Laden ma da me per averla assegnata. Gli studenti erano stati educati a considerare razzista chiunque potesse suggerire un collegamento tra al Qaeda e la religione. Il terreno era stato preparato per isolare il cosiddetto discorso non occidentale dalla discussione critica. Mi hanno denunciato come ‘islamofobo’ e hanno abbandonato la classe. Ma almeno in quella fase non avevano ancora preso Bin Laden come modello. Oggi la sua lettera appare preveggente ai giovani perché le opinioni che sposa sono in sintonia con ciò che i loro professori hanno insegnato per anni. Raramente si sente l’opposizione. Al Claremont Colleges, dove insegno, 186 docenti hanno firmato una lettera in cui incolpavano il ‘colonialismo dei coloni israeliani’ per il massacro del 7 ottobre e sostenevano il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. Gli studenti hanno eretto un santuario ‘agli insorti che sono morti per la liberazione della Palestina’. In una repubblica come la nostra, ‘dedicata al principio secondo cui tutti gli uomini sono creati uguali’, la teoria conta. Non sarebbe la prima volta che gli sconfitti sul campo di battaglia impongono il giogo del proprio pensiero ai figli dei loro nemici”.
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