un foglio internazionale
Prendere sul serio Hamas
Capiscono il mondo e la guerra che stanno combattendo meglio di tanti occidentali. Così gli islamisti hanno carpito i segreti della nostra debolezza
Nei giorni successivi all’invasione di Israele da parte dei terroristi di Hamas, il 7 ottobre scorso – un blitz che ha scatenato l’attuale guerra a Gaza – molti credevano che Hamas avesse commesso un errore”, scrive l’intellettuale israelo-canadese Matti Friedman su Free Press. “La parola ‘errore di calcolo’ ricorreva nelle analisi e nelle dichiarazioni dei leader israeliani. I governi occidentali hanno risposto con choc e repulsione. I civili di Gaza si aspettavano una catastrofe incombente. Ma cosa stavano pensando quelli di Hamas? Mentre scrivo quasi tre mesi dopo, con diversi conoscenti morti in battaglia e uno ancora tenuto in ostaggio a Gaza, è più facile capire cosa pensavano i leader di Hamas. In effetti vale sempre più la pena considerare la possibilità che non avessero sbagliato. Sotto molti aspetti Hamas capiva il mondo meglio di noi israeliani. Gli uomini che hanno attraversato il confine, e quelli che li hanno spinti a farlo, potrebbero aver compreso lo stato attuale dell’occidente meglio di molti occidentali. Più di ogni altra cosa, capiscono la guerra che stanno combattendo, mentre molti di noi non lo hanno fatto e continuano a non farlo. Alcuni aspetti del successo di Hamas sono facili da vedere, come il comportamento della stampa occidentale.
Dopo aver avuto a che fare con i giornalisti durante le molte ondate di violenza da quando Hamas è salito al potere a Gaza nel 2007, Hamas ha capito che la maggior parte può essere cooptata e che la copertura di Gaza si concentrerebbe in modo attendibile sulle vittime civili, oscurando la causa della guerra, descrivendo le operazioni militari di Israele come atrocità, mettendo pressione su Israele affinché smetta di ‘combattere’. Ciò poteva sembrare improbabile nei primi giorni successivi al 7 ottobre, quando lo choc per la barbarie di Hamas era fresco. Ma poi è successo, quando la responsabilità di questa guerra, considerata una delle peggiori della storia, è stata progressivamente attribuita a Israele.
Hamas sapeva che di fronte alle immagini strazianti dei civili morti, alcuni leader occidentali alla fine avrebbero ceduto e avrebbero incolpato gli israeliani. Ci sono volute circa cinque settimane prima che ciò accadesse a Emmanuel Macron Francia (‘questi bambini, queste donne, questi vecchi sono bombardati e uccisi’) e al canadese Justin Trudeau (‘il mondo è testimone di questo omicidio di donne, bambini, neonati e tutto questo deve finire’). E Hamas sapeva che le organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, hanno per lo più chiuso un occhio sul vasto rafforzamento militare di Hamas a loro spese (e, in alcuni casi, sulle loro proprietà). Tutto ciò dimostra non un errore di calcolo da parte di Hamas, ma il suo grado di comprensione della realtà. In questa guerra, capiscono di avere molti alleati in tutto il mondo. Ed è abbastanza chiaro che hanno ragione anche su questo. Persone occidentali ragionevoli – cresciute in città amichevoli sotto la pax americana della fine del XX secolo – tendono a vedere solo i frammenti di una guerra più ampia e non l’intera immagine. Possiamo anche aver notato una svastica dipinta con lo spray qui, un boicottaggio anti-israeliano là, una sparatoria alla sinagoga da parte di un uomo armato della Pennsylvania o che lancia una bomba molotov contro una scuola di Montreal. Ma la tendenza è quella di vedere tutto questo come punti non correlati, piuttosto che un’illustrazione del fatto inquietante che centinaia di milioni di persone in tutto il mondo credono di essere in qualche modo in conflitto con gli ebrei. E vanno da gran parte delle popolazioni di paesi come l’Indonesia (dove non ci sono ebrei, ma dove due terzi degli intervistati concordano sul fatto che ‘le persone odiano gli ebrei a causa del loro modo di vivere’), ai membri dei sindacati britannici, dai socialisti al potere in Colombia e Venezuela ai nazionalisti russi, e molti altri nemici giurati tra nazionalisti ucraini, professori e studenti della Ivy League americana, ideologi e influencer cinesi e chierici nelle moschee da Sana’a a Sydney. L’attacco del 7 ottobre e le sue conseguenze hanno portato alla ribalta elementi disparati di questa lotta sotterranea contro gli ebrei da cui emergono i partecipanti che si riversano nelle strade e sui social media.
Quando all’epoca della presa del potere di Hamas a Gaza nel 2007 ero giornalista per un’agenzia di stampa internazionale, ho scoperto che era impolitico menzionare ciò che Hamas ha chiaramente annunciato al momento della sua fondazione, nella Carta del 1988: vale a dire che ‘la nostra lotta contro gli ebrei è molto grande e molto seria’. Questo non sembrava ‘Palestina libera’. Gli esempi storici della Carta suggeriscono che durante la guerra all’ebraismo, gli ideologi di Hamas capiscono di operare in un’ampia coalizione e di portare avanti una lunga tradizione. ‘Islam e nazionalsocialismo sono vicini l’uno all’altro nella lotta contro il giudaismo’, ha detto Hajj Amin al-Husseini, il muftì di Gerusalemme e uno dei padri della nazione palestinese nel 1944. Questo avvenne in un discorso ai membri di una divisione SS, che aveva contribuito a creare, composta da musulmani bosniaci. Quando i muftì testimoniarono davanti a una commissione d’inchiesta inglese nel 1929, citarono i Protocolli degli Anziani di Sion, il falso zarista che descrive una cospirazione ebraica globale, che è anche la fonte di parti della Carta di Hamas e rimane popolare in tutto il medio oriente (una volta ho trovato il libro in vendita vicino all’Università americana di Beirut). Hamas è diventato abbastanza esperto da annacquare il suo statuto qualche anno fa, ma i suoi leader sono rimasti fedeli all’originale. ‘Ci sono ebrei ovunque’, ha gridato alla folla nel 2019 un ex ministro di Hamas, Fathi Hammad, ‘e dobbiamo attaccare ogni ebreo sulla terra’. Nell’occidente liberale, nessuna persona sana di mente ammetterebbe di credere ai Protocolli (almeno non ancora; anche se le cose si stanno muovendo velocemente). Ma un italiano può ricoprire un importante incarico alle Nazioni Unite, ad esempio, dopo aver detto di credere che una ‘lobby ebraica’ controlla l’America. La mia esperienza nel corpo della stampa occidentale è che questa simpatia per Hamas non solo è reale, ma spesso è più concreta della simpatia per gli ebrei. In Europa e Nord America, come abbiamo visto su strade e campus, sono in molti nella sinistra progressista a considerare uno dei problemi più pressanti del mondo lo stato di Israele, un paese che ha cominciato a farsi notare come incarnazione dei mali dell’occidente razzista e capitalista, se non come l’unico stato di ‘apartheid’ al mondo, di cui è un moderno sinonimo. Gli ebrei non possono più essere odiati ufficialmente a causa della loro etnia o religione, ma possono essere legittimamente odiati in quanto sostenitori dell’apartheid e come incarnazione del ‘privilegio’. La giustificazione che questa sia una critica alle tattiche militari di Israele o il desiderio sincero della soluzione due popoli due stati ora è stata in gran parte abbandonata.
Un recente sondaggio ha suggerito che due terzi degli americani tra i 18 e i 24 anni credono che gli ebrei costituiscano una ‘classe oppressiva’. Stiamo vedendo segnali che molti giovani americani, come molte persone che vivono in altri paesi e citano ragioni completamente diverse, credono che gli ebrei siano un problema da affrontare. A questo proposito Hamas ha motivo di essere ottimista. Molti degli occidentali che lavorano nelle organizzazioni umanitarie e nella stampa in medio oriente, secondo la mia esperienza, sostengono almeno in parte le sue idee. Persone regolarmente in contatto con Hamas, negli uffici dell’Unrwa o di Amnesty International. Quindi non deve essere stato difficile per Hamas far capire che le sue idee fanno presa oltre il medio oriente. Questo spiega alcune uscite di Hamas, come quella del comandante militare Yahya Sinwar che nel 2021 ha detto a un giornalista di Vice: ‘Io voglio cogliere l’occasione per ricordare l’omicidio razzista di George Floyd’. I palestinesi, ha aggiunto, hanno sofferto ‘lo stesso tipo di razzismo’. Sinwar è un sociopatico fondamentalista responsabile della carneficina in Israele del 7 ottobre e della conseguente catastrofe di Gaza. La sua dichiarazione è stata ripresa in un’intervista dalla deputata Rashida Tlaib del Michigan lo stesso anno. Si sono creati nuovi importanti alleati in occidente che si manifestano con l’aumento degli immigrati di seconda generazione dai paesi musulmani, alcuni dei quali ora dichiarano la loro guerra in un linguaggio progressista e possono protestare accanto a bambini dai capelli rosa con i cartelli ‘Queers for Palestine’, felici di scoprire che condividono un nemico comune. Dopo l’attacco del 7 ottobre sono arrivati gli applausi di Black Lives Matter. Ho saputo dai miei amici nelle comunità ebraiche del Nord America che le sinagoghe assumono più guardie armate e installano metal detector. C’è un nuovo posto di polizia fuori dalla mia vecchia scuola elementare a Toronto. A Los Angeles e Londra, le persone che conosco nascondono le loro kippah nelle tasche o sotto i cappelli da baseball. La maggior parte di noi presume che, qualunque sia il proprio approccio verso Israele, esso non sia aperto agli appelli alla violenza. Ora sappiamo che decine di persone, inclusi i presidenti dell’Ivy League, credono che dipenda dal contesto. Anche Hamas lo pensa e tutto questo ti fa domandare chi abbia davvero calcolato male il 7 ottobre”.
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