Un foglio internazionale
“Triste e bellissima Sicilia, dove si vede quando finisce la civiltà”
Uno scrittore inglese ha visitato l’isola: deindustrializzazione, denatalità, degrado. “Pioniera del declino occidentale”, scrive lo Spectator (gennaio 2024)
"Anche nel profondo inverno, la Sicilia può essere un luogo seducente” scrive Sean Tnomas dello Spectator. “Dalle silenziose, nascoste e lucidate piazze di marmo dell'intricata e incantevole Ortigia, alle prelibatezze fuori stagione del Loto Bianco di taormina ‘così bella da far male" (Ernest Hemingway), quest'isola benedetta ha per ovvie ragioni attirato per migliaia di anni. Ci sono pochi luoghi in Europa che sono allo stesso tempo belli ed esilarantemente orgogliosi come i grandi templi greci di Agrigento, splendenti e dorati sotto il sole di gennaio, disposti con casuale grandiosità sulle loro colline nel sud dell'isola. Ma c’è un’oscurità che attanaglia la Sicilia, che dice che tutta quella gloria è nel passato, e ora c’è solo il declino: e, peggio ancora, la Sicilia è semplicemente il punto di riferimento. Ciò che ha afflitto la Sicilia sta per affliggere l’intero mondo occidentale. Il declino siciliano è il nostro declino. Il nostro futuro. Un’industria fallita, decisamente tardo sovietica nella sua decadenza. Sconfitta dalla Cina, sconfitta da tutto il mondo, ora marcisce per lo più al vento salato. I gabbiani sembrano divertirsi.
La grigia cittadina collinare di Piazza Armerina, deprimente, trasandata e fatiscente. Una città così infestata dalla criminalità mafiosa – dalla droga alla corruzione – che hanno un cartello nella piazza principale, che dichiara con speranza ‘Piazza Armerina: una città contro tutte le mafie’. Ciò può rassicurare o meno la gente del posto, ma per un visitatore ha l'effetto opposto. La peggiore di tutte, forse, è Agrigento. L'antica città greca è incomparabilmente bella, ma è circondata da una bruttezza incomparabile: squallide costruzioni di cemento, tratti di strade piene di buche e impervie che non portano da nessuna parte o, se vanno da qualche parte, ti portano a città ottenebrate, caotiche, che potrebbero facilmente essere sobborghi più insalubri della Tunisia o dell'Egitto, ma senza la fede religiosa e, sicuramente, senza i ragazzi rumorosi. Perché la Sicilia – soprattutto l’interno – non fa bambini. L'isola, in alcuni punti, si sta spopolando a un ritmo rapido, la fertilità è crollata e i pochi nuovi arrivati tendono a essere migranti clandestini scesi dalle barche, che vagano in giro vendendo ninnoli che nessuno compra, o semplicemente trascinando le loro coperte dal supermercato chiuso alla chiesa abbandonata, chiedendosi cosa è successo all’Europa occidentale. E poi i rifiuti, che dipendono da un nichilismo psicosociale.
La Sicilia è all’avanguardia in molteplici forme. Deindustrializzazione? L’ho visto altrove in Occidente, forse soprattutto in Germania. Lo stesso vale per la droga, la criminalità, le mafie. Allo stesso tempo, il decadimento demografico e la preoccupante assenza di bambini non si limitano certo alla Sicilia, mentre l’immigrazione clandestina è un problema enorme in tutto l’occidente: dal Texas alle spiagge della Grecia alle banlieue di Parigi fino agli appartamenti bombardati di Malmö. Devo ancora menzionare uno dei luoghi più antichi della Sicilia. Non è facile da trovare. Sono le grotte dell'Addaura. Qui scoprirai uno degli esempi più inquietanti al mondo di arte rupestre.Bambini deformi e torturati, che combattono fino alla morte sacrificale, circondati da adulti esultanti con maschere di animali. Per gli esperti è un mistero. È satanica. E mi chiedo se non sia un avvertimento: mostrare cosa succede quando non esiste più alcuna civiltà”.
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