un foglio internazionale
L'occidente si è condannato a perdere la guerra in Ucraina?
La Russia di Putin non deve sentirsi sicura di sé visto che ha fatto uccidere in carcere il solare e carismatico Alexei Navalny. Un articolo del Point
Guardate come le nostre amate democrazie stanno già iniziando a guardare dall’altra parte dopo aver più o meno sostenuto per due anni il Davide ucraino contro il Golia russo” scrive Franz-Olivier Giesbert. “Se la catastrofe Trump sarà confermata con la sua vittoria alle presidenziali del 5 novembre, abbandonerà con tutta probabilità l’Ucraina. Non perché è al soldo di Putin, come pensano gli sciocchi, ma perché il suo isolazionismo lo porta a mettere una croce sull’Europa, che per lui non vale nulla, né una guerra, né una messa.
“Aiutati, e il Cielo ti aiuterà!”. Questo è il motto delle anime forti, ma a quanto pare non quello dell’Europa, che purtroppo da tempo ha messo il suo destino nelle mani degli Stati Uniti e che, di fronte alla Russia, sembra sempre più sensibile alle sirene del “Coraggio, fuggiamo!”. Lo conferma un sondaggio Ifop per la Fondation Jean-Jaurès, secondo cui il sostegno dei francesi all’Ucraina si sta seriamente riducendo e sono ora contrari all’adesione dell’Ucraina all’Ue: 51 per cento contro 49.
“La Défaite de l’Occident”, di Emmanuel Todd, è un libro brillante. Il suo successo è dovuto al talento dell’autore, alla sua furia profetica e alle spiacevoli verità che racconta, in particolare sulla “solitudine ideologica dell’occidente”, e sul suo stesso isolamento, quando “sinceramente, stupidamente” si aspettava che l’intero pianeta condividesse la sua indignazione nei confronti della Russia. Per non parlare del “crollo di qualsiasi volontà europea” (…). Ma il modello economico russo è superiore? È qui che pecca il libro di Emmanuel Todd. Partendo da un calo “divino” della mortalità infantile in Russia, parla di “stabilizzazione economica” del putinismo. Scommettiamo che queste cifre abbiano lo stesso valore dei risultati delle elezioni presidenziali delle prossime settimane, che Putin dovrebbe “vincere" con un ampio margine!
Se la Russia di Putin fosse al suo apice, lo sapremmo: il mini-zar di Mosca non deve sentirsi abbastanza sicuro di sé visto che ha fatto uccidere in carcere il solare e carismatico Alexei Navalny, dopo tanti altri martiri, prima di cercare di impedire al suo unico avversario in queste elezioni, Boris Nadezhdin, di candidarsi. La putinolatria sta facendo danni in occidente, agli estremi della sinistra e della destra. Le sue molle sono la tentazione petainista, stalinista o fascistoide, il fascino per la forza e il male. Esse nascondono ciò che dovrebbe essere sotto gli occhi di tutti: l’economia russa, che si colloca al nono posto nel mondo, ha una ricchezza nazionale di poco superiore a quella dell’Italia per una popolazione di quasi due volte e mezzo più numerosa, la più grande superficie del pianeta e un’abbondanza di risorse naturali.
Il sistema mafioso-putiniano è marcio fino al midollo, ma Emmanuel Todd si concentra sulla corruzione in Ucraina, quasi ignorando che, con l’aiuto di gas e petrolio, essa è molto più grave in Russia. Eppure questa è la chiave per capire Putin. Se guardiamo all’elenco dei suoi innumerevoli crimini, ha sempre dato priorità alla liquidazione di chi, come Alexei Navalny, forniva prove contro il suo sistema di prevaricazione – dalla giornalista Anna Politkovskaya a Boris Nemtsov, il suo primo grande oppositore, assassinati rispettivamente nel 2006 e nel 2015.
Putin è condannato a una fuga in avanti. Attaccando l’Ucraina, come tutti i tiranni “buoni”, sta fornendo, in assenza di prosperità, sogni, ossa da raccogliere e un capro espiatorio ai nazionalisti russi. Se l’osservazione di Emmanuel Todd è corretta, non dobbiamo guardare a lui per uscire dalla crisi, ma piuttosto a un grande autore del VI secolo a.C., il generale cinese Sun Tzu: non smetteremo mai di raccomandare la lettura del suo “Arte della guerra”. Egli ci mostra che il modo migliore per vincere una guerra non è combatterla, ma prepararla. Per “vincere senza combattere”. Un metodo che l’ex presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan ha riassunto in una frase: “La pace attraverso la forza”.
(traduzione di Mauro Zanon)
Il Foglio internazionale