Un Foglio internazionale
Quello strano islamo-wokismo che ci minaccia. A partire dalla Scozia
Il primo ministro Humza Yousaf, musulmano, ha elaborato una legge che estende l’incitamento all’odio ai “temi wokisti”. Scrive il Point
"Proprio quando si pensa di aver capito la natura dell’islamismo si smette di capirlo”, scrive il saggista e editorialista del Point Franz-Olivier Giesbert. “Nel suo ‘triangolo della morte’ – Afghanistan, Iran e Pakistan – sembra, ahimè, ben radicato. E nel nostro vecchio continente, qualunque cosa si faccia, risorge sempre dalle sue ceneri per avanzare le sue pedine. Se in Francia ci fosse ancora una stampa indipendente (di spirito), si concentrerebbe sulla Scozia per capire cosa ha portato il primo ministro musulmano militante, tra l’altro leader del Partito nazionalista scozzese (centro-sinistra), a imbavagliare la libertà di espressione, come in una volgare teocrazia islamica. Ma no, imbarazzati, i nostri media hanno girato la testa in nome del “niente scandali”.
Eppure non si tratta di una bufala “di estrema destra”: nato a Glasgow e di origine pakistana, Humza Yousaf, 39 anni, ha messo a punto una legge malsana che, dopo essere stata votata prima della sua ascensione ai vertici della Scozia, è entrata in vigore il 1° aprile. Questa legge fumosa estende la criminalizzazione dell’incitamento all’odio razziale prevista da una legge del 1986 ai “commenti spiacevoli” su ogni sorta di argomento: religione, identità transgender o orientamento sessuale... Un altro colpo di mano dei Fratelli musulmani: secondo l’antropologa Florence Bergeaud-Blackler, una delle maggiori esperte dei Fratelli musulmani, Humza Yousaf fa parte di questo movimento, come suggerito dal suo coinvolgimento in organizzazioni vicine a esso, tra cui Islamic Relief, e la sua tendenza a definire “islamofobi” tutti i suoi avversari politici. È “a titolo personale”, ha precisato, che non considera l’omosessualità un peccato. È la fine dell’Illuminismo scozzese, che ha dato al mondo grandi pensatori come David Hume e Adam Smith? Qualsiasi incitamento all’odio – verbale, scritto o fisico – anche nella sfera privata, a casa, in bagno, potrebbe ora essere considerato un reato, punibile con sette anni di carcere.
La polizia terrà conto di tutte le denunce presentate dai vicini, persino dai bambini. E anche quando non saranno accolte, ne terrà traccia registrandole come “incidenti d’odio non criminali”. Dato che tenere traccia delle persone e denunciarle sono le due linfe vitali delle dittature democratiche, abbiamo tutto il diritto di preoccuparci della Scozia. La creazione di un reato di blasfemia religiosa era probabilmente l’obiettivo primario della legge, ma l’abilità di Humza Yousaf, un maestro della triangolazione, è quella di essere riuscito ad arruolare in una grande coalizione non solo i nazionalisti ma anche i wokisti, che avrebbero dovuto essere i suoi peggiori nemici: in terra d’islam, i transgender e gli omosessuali non vengono forse perseguitati quasi ovunque senza pietà? Benvenuti nel mondo del Grande Fratello, dove il bigottismo è obbligatorio. Anche in questo caso, la nostra mollezza e il nostro relativismo danno un’idea dell’infinito: noi occidentali ci abituiamo a tutto, anche a questo, nonostante Rishi Sunak, il primo ministro britannico, conservatore di origine indiana, si sia scagliato contro questo “ordine morale” decretato da Humza Yousaf.
L’anno scorso Sunak aveva già bloccato una legge scozzese che abbassava l’età legale per diventare transgender da 18 a 16 anni e non richiedeva più una diagnosi medica e psichiatrica per essere riconosciuti come tali. Inoltre, bastava aver vissuto tre mesi, anziché due anni come in precedenza, nel genere rivendicato. J. K. Rowling, l’Atena del buon senso, salva l’onore. Ma l’autrice della saga di “Harry Potter” è un po’ sola nella sua lotta per le donne, le grandi dimenticate di questa legge. Naturalmente, sono sempre “dietro”, come in Afghanistan. Humza Yousaf si occuperà di loro, a quanto pare. Nel frattempo, la scrittrice è stata ingiustamente accusata di essere “anti-trans” o “transfobica” con il pretesto che si è indignata per la criminalizzazione della “semplice constatazione del sesso biologico di una persona”. E che importa se non ha più il diritto di dire che un uomo è un uomo o una donna è una donna. Lo accetterà. “Fermatemi!”, esclama. E’ possibile importare l’islamo-wokismo in Francia? Esiste già, anche se in forma embrionale.
(Traduzione di Mauro Zanon)