Un Foglio internazionale

"I Fratelli musulmani conducono una guerra a bassa intensità contro la Francia"

L’offensiva islamista all’interno della società occidentale nell’analisi dell’antropologa Florence Bergeaud-Blackler, scrive il Figaro

Le FigaroIn un articolo pubblicato sul Journal du dimanche, il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha dichiarato la sua intenzione di commissionare ad alti funzionari un rapporto sull’islamismo politico e sui Fratelli musulmani. Cosa ne pensa?
 

Florence Bergeaud-Blackler – La lettera di incarico non si propone di indagare bensì di fare il punto su un problema già noto ai servizi segreti, ma la cui pubblicazione sarebbe, cito testualmente, “necessaria per convincere la Francia, le istituzioni, gli eletti locali e i decisori” dell’esistenza di una minaccia rappresentata dai Fratelli musulmani. Il governo, e in particolare il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha dimostrato di essere attento alla minaccia islamista, ma finora ha dato la priorità alla gestione dei rischi di azioni violente, alle minacce che arrivano dall’esterno dai gruppi terroristici. La legge sul separatismo ha portato a misure anti jihadiste. Ma la lotta contro la diffusione dell’ideologia che alimenta il separatismo non è ancora iniziata. La Dgsi (i servizi segreti interni francesi, ndt) ha talvolta espresso il proprio sconcerto per la minaccia e la mancanza di risorse impiegate. Sembra che la sua voce sia stata ascoltata, come dimostra l’intervista a due voci rilasciata al Jdd dal ministro dell’Interno e da un funzionario dell’intelligence. I metodi di analisi e di indagine non sono gli stessi a seconda che si tratti di jihadisti o di una rete eversiva proteiforme che opera segretamente ma il più delle volte nel rispetto della legge. I Fratelli musulmani condividono elementi riconducibili ad alcune sette, metodi di entrismo e di infiltrazione paragonabili a quelli di alcuni gruppi trotzkisti, e un assetto interno che ricorda un’organizzazione mafiosa, il tutto con estensioni transnazionali e un’eredità storica basata su una religione ultramillenaria...Può essere difficile comprendere i nuovi fenomeni, ma ciò non deve farci perdere di vista il fatto che possiamo essere attaccati e destabilizzati. I Fratelli musulmani stanno conducendo una guerra a bassa intensità che, purtroppo, leggiamo attraverso il prisma deformante del radicalismo.
 

Lei parla di guerra a bassa intensità, ma contro quali nemici?
 

Abbiamo a che fare con dei teocrati che vogliono eliminare la democrazia. La teocrazia è il governo in nome di Dio, la democrazia è il governo in nome del popolo, sono incompatibili. Ci risulta difficile immaginare questo ritorno della teocrazia con i suoi devoti e fanatici, soprattutto quando indossano vestiti Nike. I nostri strumenti di comprensione e analisi di questi fatti sociali sono inadeguati e, peggio ancora, instillano un veleno che inibisce la nostra capacità di difenderci da essi. Circa trent’anni fa, le scienze sociali, e quindi le università, sono state colpite da una doppia malattia: il decostruzionismo e quello che potremmo definire il “narrativismo”. La decostruzione di un fenomeno sociale è un ottimo metodo per coglierne i lati positivi e negativi, ma quando diventa un fine (il decostruzionismo) piuttosto che un mezzo di conoscenza, allora serve solo a smantellarlo, a disperderlo e a generare confusione. Questa patologia della conoscenza deriva da un’altra, quella di considerare che non esistono fatti in quanto tali, ma solo discorsi sui fatti, “narrazioni”. Ciò che si vede non esiste; ciò che esiste è ciò che si dice. Questo significa dire che non esiste una donna, ma solo un individuo con un utero, o che possono esistere donne con il pene, o che l’islam è una razza, insomma delle cose che non corrispondono a ciò che vediamo. Il grande pubblico in generale è meno colpito da questo veleno, pensa di non essere pazzo, di vedere ciò che vede, anche se viene fatto sentire in colpa, perché la maggior parte delle persone non vive nell’universo ideale del mondo accademico, ma nel mondo reale.
 

Come agiscono concretamente i Fratelli musulmani?
 

L’obiettivo di questi teocrati è riunire la umma, la nazione musulmana, l’unica legittima ai loro occhi. Vogliono instaurare una società islamica globalizzata in conformità con un’esigenza divina. Nelle società prive di tradizione musulmana, vogliono rendere la società “sharia-compatibile” fino a quando non si “arrenderà” naturalmente all’islam. I Fratelli musulmani sono dei salafiti, dunque dei fondamentalisti del “testo” e del “contesto”.
 

Traduzione di Mauro Zanon