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un foglio internazionale 

Il “conservatorismo gangster” nell'occidente in declino

Un nuovo tipo di politica populista-conservatrice che persegue aggressivamente la prosperità e l’ordine sembra essere l’inevitabile futuro della destra. Il mondo è cambiato. Il trumpismo potrebbe rivelarsi una forza inarrestabile

Quando si è diffusa la notizia che avevano sparato a Donald Trump, stavo guardando ‘Heaven’s Gate’, il monumentale flop hollywoodiano del 1980 che ha segnato la fine definitiva del western americano” scrive Sharelle Jacobs sul Telegraph. “Mentre il film attraversava la frontiera come un’anima intrappolata nel purgatorio, sguazzando nella crudeltà degli allevatori di bestiame anti immigrati, ho scorso i post sui social media meravigliandomi della sfida di The Donald. Dicono che la vita imita l’arte. E’ sorprendente come in politica – come a Hollywood – il ‘gangster’ abbia usurpato il ‘cowboy’ come eroe dell’epopea americana.

La frase che la gente ricorda del tentato omicidio di Ronald Reagan è il messaggio trasmesso via radio dall’agente dei servizi segreti che lo ha esaminato per le ferite: ‘Rawhide sta bene’ (Rawhide, pressappoco ‘frustino di cuoio’, era il nome in codice di Reagan nel Secret Service, ndt). La stampa era combattuta tra la disperazione per la violenza endemica e il godimento dello stoico umorismo del presidente nelle avversità. Si è parlato molto del fatto che prima dell’attacco avesse citato Thomas Paine alla sua squadra e ammirato la sua collezione di selle western in miniatura. Contribuì a istituire la sua ‘presidenza da cowboy’, dedita ad abbattere le frontiere dello stato e a condurre battaglie talvolta solitarie contro l’Unione Sovietica. I commenti sul tentativo di assassinio di Trump hanno oscillato tra l’obbligo di affrontare i fallimenti della sicurezza e il puro stupore per la vitalità di Trump di fronte a una possibile morte. Il mondo ha intravisto la vera natura dell’uomo: il suo impulso ad affrontare la propria vulnerabilità con pura sfida, la sua intuizione di una frazione di secondo di ‘combattere’. 

Sembrerebbe che ci sia stato anche un cambiamento di paradigma in ciò che molti elettori vogliono dai loro leader, in particolare di destra. Non è più un’idea di libertà fiduciosa e robusta a inquadrare la visione del mondo occidentale, ma piuttosto un disperato desiderio di forza. Ciò è in parte dovuto al fatto che il modo in cui paesi come l’America vedono sé stessi è radicalmente cambiato. L’occidente è come il personaggio del film, circondato da nemici, che lotta per controllare la sua malinconia straziante e restare fedele ai valori tradizionali nonostante la modernità: famiglia, amicizia, onore, rispetto di sé. L’America, in particolare, non crede più di essere una grande nazione con un futuro luminoso, il suo ottimismo si sta dissolvendo. Gli storici hanno iniziato a sottolineare che, nei nuovi giochi di potere globali, è l’occidente e non l’oriente ad assomigliare all’Unione Sovietica, con la sua fragile macchina statale e le sue élite eccentriche. Sia i bianchi che i neri vedono in Trump un uomo forte capace di tenere insieme le cose. Mentre l’America – e l’occidente in generale – si ritrova in una nuova èra, Trump è, che piaccia o no, la stella polare che indica la strada. Non è un cowboy libertario sullo stampo di Reagan. Né è interessato a molte preoccupazioni conservatrici. La sua energia e le guerre contro il complesso legale-industriale offrono uno scorcio di uno stile di leadership disposta ad affrontare i pregiudizi e le inefficienze del sistema. 

Ma forse la caratteristica da ‘gangster’ più sorprendente di Trump – e quella che gli ha fatto guadagnare così tanti fan – è la sua dannata concentrazione. Sa quello che vuole, va a prenderlo, senza fregarsene di qualunque cosa o di chiunque si trovi sulla sua strada. Un nuovo tipo di politica populista-conservatrice che persegue aggressivamente la prosperità e l’ordine potrebbe essere l’inevitabile futuro della politica di destra nell’occidente in declino. Piaccia o no, stiamo entrando nell’èra del ‘conservatorismo gangster’. Il mondo è cambiato. Il trumpismo potrebbe rivelarsi una forza inarrestabile”. (Traduzione di Giulio Meotti)

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