Il Foglio internazionale

La donna che dall'est scuote la politica tedesca

La storia politica di Sahra Wagenknecht, la 55 enne rossobruna che a gennaio ha fondato Bsw e sta erodendo da sinistra i voti dei partiti mainstream tedeschi

"Sahra Wagenknecht, che non ha mai incontrato un partito politico che potesse tollerare, ha fondato il suo e sta scuotendo la politica tedesca con una combinazione di nazionalismo di destra e socialismo di sinistra, articolata con serietà e scioltezza”. Comincia così l’articolo di Steven Erlanger sul New York Times del 29 agosto: ritratto della “donna che scuote la politica tedesca dall’est”.

Dopo una carriera nella politica comunista e di sinistra, la signora Wagenknecht, 55 anni, ha fondato il suo partito, l’Alleanza Sahra Wagenknecht, o Bsw dalle sue iniziali tedesche, solo a gennaio. E’ decollato come un razzo, e in vista delle elezioni regionali che inizieranno domenica (ieri, ndt) nell’ex Germania dell’Est, dove è cresciuta, il suo partito sta ottenendo sondaggi tra il 15 e il 20 per cento, molto più avanti di tutti e tre i partiti al governo a Berlino, ma dietro all’Alternativa per la Germania, o AfD, il partito di estrema destra, in testa in Turingia, Sassonia e Brandeburgo. A livello nazionale, il suo partito ha raggiunto il 9 per cento dei consensi, e questo le ha permesso di entrare in gioco prima delle elezioni federali del settembre 2025.

I partiti mainstream tedeschi stanno perdendo il loro dominio. La signora Wagenknecht ha beneficiato dello sgretolamento del vecchio ordine. Nel nuovo universo politico tedesco, la signora Wagenknecht è una sorta di elettrone sciolto, difficile da caratterizzare, che aggiunge volatilità e fa precipitare ulteriormente la rottura di uno spettro politico in cui destra e sinistra erano un tempo ordinatamente e prevedibilmente schierate. Pur provenendo da sinistra, la sua forza deriva in parte dalla condivisione di molte delle stesse posizioni dell’AfD, tra cui la richiesta di una forte riduzione dell’immigrazione e la fine degli aiuti all’Ucraina, ma senza alcuna sfumatura neonazista.

Sostiene la democrazia costituzionale tedesca e rifiuta l’uscita dall’Unione Europea e dalla Nato, a differenza dell’AfD. E’ quindi considerata un voto più sicuro per i tedeschi arrabbiati con l’attuale governo, sconvolti dall’immigrazione, preoccupati dalla guerra con la Russia e dall’influenza americana sulla Germania, ma non disposti a sostenere un partito proto-fascista.

In un’intervista, la signora Wagenknecht rifiuta le etichette ideologiche. “Non usiamo questi paraocchi”, ha detto. “Se si considera la lotta per la giustizia sociale, per una minore disuguaglianza, come qualcosa di sinistra, allora ovviamente siamo di sinistra in quel senso. Allo stesso tempo, siamo favorevoli a limitare l’immigrazione, il che non è così di sinistra”.

“Per molte persone”, ha aggiunto, ‘le categorie di destra e sinistra non sono più comprensibili’. Wagenknecht attacca con particolare acredine la sinistra mainstream per il suo desiderio di curare il mondo prima di occuparsi dei problemi dei tedeschi. Il partito dei Verdi, membro della coalizione federale, “è considerato di sinistra ma è diventato un guerrafondaio” per il sostegno all’Ucraina, ha detto. 


Ritiene che il presidente russo Vladimir V. Putin abbia ragione nel rifiutare l’espansione della Nato che, a suo dire, “non ha ovviamente garantito la pace ma, al contrario, ha aumentato il confronto”.

Pur condannando l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, auspica una rapida fine negoziata della guerra e la fine del sostegno tedesco a Kyiv. “Non c’è altro modo che il negoziato per evitare che la gente muoia”, ha detto. “Non mi fido affatto di Putin”, ha aggiunto. “Ma dobbiamo cercare di trovare un compromesso”. (…)
Wagenknecht è considerata, anche dai suoi avversari, una comunicatrice superba e abile nel toccare i nervi scoperti della popolazione. Si può discutere con lei e sembra che non abbia un senso dell’umorismo percepibile, ma sembra che dica ciò che pensa.
 

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