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Un foglio internazionale

Perché Boualem Sansal è finito in carcere

Per parlare solo della Francia, la polizia presto non basterà più, sarà necessario reclutare interi battaglioni e compagnie che conoscano l'islam e sappiano riconoscere sotto quale veste si presenta

Il romanziere Boualem Sansal, da tre settimane in carcere in Algeria, scriveva questo articolo sull’Express nell’agosto 2022. Sono articoli come questo ad averlo esposto al pericolo. 

Se dovessi scegliere una sola parola per descrivere il male del nostro tempo, direi ‘islam’. Nessun altro fenomeno ha trasformato nello stesso modo il mondo, lo ha sconvolto, sfigurato, pervertito, terrorizzato. Nessuna malattia ha mietuto così tante vittime, gettato così tanti paesi in subbuglio e persone sulla strada dell’esilio. Nessun’altra verità suprema è servita così tanto a giustificare e moltiplicare i peggiori abomini sulla terra. Con una o due eccezioni, i paesi musulmani vivono tutti in uno stato di estrema arretratezza, sotto regimi dispotici, corrotti e criminali, che sfruttano l’islam nelle loro politiche interne ed esterne. L’islam è diventato la loro preoccupazione numero uno, prima dell’inflazione, prima della disoccupazione, del prezzo della benzina, della droga. Vi si fa sempre più presente,  più incalzante, conquistatore, arrogante e omicida. Se trova la porta chiusa, entra dalla finestra e, se è murata, entra dal camino, e quando non c’è più nessuna apertura disponibile, entra per la strada maestra di internet.

 

Nella sua versione islamista, è di casa in un approccio comunitario, separatista, isolazionista, interamente dedito alla tratta e alla violenza delle bande, di cui i più duri e meglio organizzati non hanno ancora perso i denti da latte. E ora sta imponendo la sua neolingua. Non diciamo ‘islam’, ma va aggiunto, con la deferenza dovuta al re dei re, che l’islam è una religione di pace e di tolleranza, che è una religione di amore, che non ha nulla a che vedere con l’islamismo, che non si devono fare amalgami pericolosi e idioti, che gli islamisti non sono musulmani, che i musulmani vivono il loro islam nel rispetto rigoroso di altre credenze anche se sono false e se l’islam le ha già condannate. In questo mondo di pace, amore e tolleranza, il numero di persone che vivono sotto la protezione della polizia perché minacciate in nome dell’islam sta subendo un aumento vertiginoso. Per parlare della Francia, la polizia presto non basterà, sarà necessario reclutare battaglioni e compagnie o formare un nuovo corpo di guardie del corpo, che conoscono l’islam e sanno riconoscere sotto quale vestito si presenta.

 

Di cosa sarà fatto il domani? Sicuramente il male sarà maggiore. A meno che i musulmani risvegliati da un miracolo non si mobilitino per salvare la loro religione dalle grinfie degli islamisti e da quelle dei regimi corrotti che li sfruttano a distanza attraverso i loro imam, le loro moschee, i loro consoli, i loro missionari. Suggerisco ai miei amici musulmani di leggere ‘I versetti satanici’ di Salman Rushdie, che descrive una realtà che vedrebbero con i loro occhi se si liberassero dei paraocchi. Suggerisco anche che scrivano a Rushdie per assicurargli il loro affetto, per augurargli la più rapida guarigione e incoraggiarlo a continuare a scrivere cose belle. Grazie per il vostro contributo alla salvezza dell’umanità e del mondo”.

(Traduzione di Giulio Meotti)

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