Un Foglio internazionale
Trump, Rowling e la sinistra che non esce dalla bolla
“Erano stati avvertiti che la destra stava capitalizzando consensi sul loro tradimento di donne e ragazze. Non hanno ascoltato”
Gli ultimi sei mesi sono stati duri per il movimento transgender; la scorsa settimana è stata terribile. Fra i primi ordini esecutivi di Donald Trump c’è la grande marcia indietro sull’ideologia transgender. Il presidente ha riconosciuto che ci sono soltanto due sessi: maschi e femmine. L’ordine si intitola “Defending Women from Gender Ideology Extremism and Restoring Biological Truth to the Federal Government”.
Difendere le donne dall’ideologia gender e restaurare la verità biologica. Non solo i minori saranno protetti “dalla mutilazione chimica e chirurgica”, ma tutte le linee guida, le comunicazioni, le politiche e i moduli dell’ideologia di genere radicale saranno rimossi. Le agenzie federali cesseranno di fingere che gli uomini possano essere donne dichiarandosi tali (e viceversa) quando applicano leggi che proteggono dalla discriminazione sessuale. L’ordine trumpiano protegge anche il Primo Emendamento e i diritti statutari di riconoscere la natura biologica e binaria del sesso. E la donna che più ha fatto per “difendere le donne dalla ideologia gender e restaurare la verità biologica”.
J.K. Rowling, democratica e liberal di fama, in questo caso sostiene la repressione di Trump sull’ideologia di genere affermando che la sinistra ha portato a questa “calamità”, scrive il Times. La Rowling era diventata il nemico pubblico numero uno del movimento transgender quando, il 19 dicembre 2019, si era schierata pubblicamente in difesa di Maya Forstater, che aveva perso il lavoro per i post sui social media che identificavano le “donne transgender” come uomini. La campagna di cancellazione pubblica si è accesa. Fino al suo fatidico tweet del 2019, la Rowling era considerata impeccabilmente progressista: donatrice di Amnesty, elettrice laburista, pro choice. Nel quinto anniversario del suo famoso tweet del 2019, l’autrice della saga di Harry Potter ha dichiarato che il suo unico rammarico è di non aver parlato prima. Molte “persone intorno a me, tra cui alcune che amo, mi imploravano di non parlare”, ha scritto il Times. Ma il suo silenzio le ha causato “dolore cronico”, perché “ero arrivata a credere che il movimento socio-politico che insisteva sul fatto che le donne trans sono donne non fosse né gentile né tollerante, ma in realtà profondamente misogino, regressivo, pericoloso in alcuni dei suoi obiettivi e palesemente autoritario nelle sue tattiche” e lei crede che “ciò che viene fatto ai giovani problematici in nome dell’ideologia dell’identità di genere è, in effetti, un terribile scandalo medico”.
Ora l’autrice di “Harry Potter” ha pubblicato su X un post sull’ordine del presidente degli Stati Uniti: “Una parte rumorosa della sinistra si rifiuta ancora di uscire dalla sua bolla del sesso come costrutto sociale e di riconoscere che il suo abbraccio all’ideologia dell’identità di genere è stato una calamità. Erano stati avvertiti che la destra stava capitalizzando consensi sul loro tradimento di donne e ragazze. Non hanno ascoltato”.
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