
Foto Ap, via LaPresse)
Un Foglio internazionale
Trump vuole la Groenlandia e potrebbe averla
Washington voleva il Canada, Jefferson comprò la Louisiana, Roosevelt prese Panama e ora The Donald potrebbe fare quello che non riuscì a Truman
"Che si tratti di tariffe, espansione territoriale, relazioni con la Russia, il futuro delle alleanze americane o l’equilibrio di potere in medio oriente, capire cosa vuole veramente Trump è la chiave per analizzare la direzione verso cui si sta dirigendo la politica estera americana in questo anno tempestoso e fatidico”, scrive Walter Russell Mead sul Wall Street Journal.
“La valanga di iniziative estere e nazionali che si stanno svolgendo attorno alla Casa Bianca più iperattiva dai tempi di Franklin D. Roosevelt e l’estremo anticonformismo di molte delle politiche dell’Amministrazione la rendono singolarmente difficile da analizzare. E così arriviamo alla Groenlandia. L’interesse di Trump per il territorio non dovrebbe essere sottovalutato. Come acquisizione, gli darebbe un posto nei libri di storia. Come questione, polarizza l’opinione pubblica esattamente nel modo in cui piace al presidente. Per l’establishment bipartisan, e praticamente per tutti coloro che credono che il mantenimento delle alleanze, il rispetto del diritto internazionale e la dovuta considerazione per l’etica dovrebbero animare la politica estera americana, la politica di Trump sulla Groenlandia è un’assurdità politica e una mostruosità morale. Minacciando la forza militare per prendere il territorio autonomo all’alleato danese, Trump sta facendo saltare sia la Nato sia l’intero quadro di leggi e norme internazionali da cui la comunità diplomatica transatlantica ha a lungo creduto che la pace nel mondo dipenda. A peggiorare le cose, la Danimarca è pronta a soddisfare quasi tutte le richieste americane di ospitare forze aggiuntive in Groenlandia. Un sondaggio di Fox News condotto a marzo ha mostrato che solo il 26 per cento degli intervistati sostiene il piano di Trump per la Groenlandia. Eppure la storia americana dà al presidente e ai suoi alleati motivo di credere che alla fine l’opinione pubblica cambierà idea. Tre dei quattro uomini sul Monte Rushmore hanno promosso l’espansione territoriale (George Washington ha cercato di conquistare il Canada, Thomas Jefferson ha acquisito la Louisiana dalla Francia e Theodore Roosevelt ha preso il canale a Panama). Persino Abraham Lincoln ha usato la possibilità di un attacco americano al Canada come leva per mantenere la Gran Bretagna neutrale durante la Guerra civile. Nel 1917, preoccupato per l’indebolimento della presa della Danimarca sulle Indie occidentali danesi, Woodrow Wilson ha acquistato quelle che ora sono le Isole Vergini americane per 25 milioni di dollari. Poco popolata ma strategicamente significativa, la Groenlandia è il tipo di territorio che, storicamente, gli americani hanno amato annettere. La Groenlandia è da tempo oggetto di interesse americano. Durante la Seconda guerra mondiale, l’Amministrazione Roosevelt dichiarò l’isola un protettorato. Nel 1946, Truman offrì alla Danimarca cento milioni di dollari per acquistarla. Che i groenlandesi si oppongano alle lusinghe americane potrebbe avere meno importanza per l’opinione pubblica americana di quanto i critici di Trump si aspettino. L’acquisto dell’Alaska e l’annessione delle Hawaii sono stati osteggiati allo stesso modo da molti, se non da tutti, gli interessati. E dal punto di vista sia dei sostenitori di Trump che degli elettori indecisi, il caso contro l’annessione non è una cosa scontata”.
(Traduzione di Giulio Meotti)