Foto Getty

un foglio internazionale

Non è solo un panino. Quando il boicottaggio diventa violenza

“Oggi in Francia si incendia un McDonald’s di periferia per sostenere la causa palestinese”. L'intervista di Jérôme Fourquet sulla grande trasformazione pubblicata da il Figaro

Dopo l’incendio doloso di un McDonald’s in costruzione, il Figaro ha intervistato Jérôme Fourquet, direttore del dipartimento opinioni dell’Ifop (il suo ultimo libro è “Métamorphoses françaises. État de la France en infographies et en images”, Seuil, 2024).

 

Il McDonald’s in costruzione a Montrabé, cittadina a est di Tolosa, è stato dato alle fiamme nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 aprile. Un misterioso gruppo ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, compiuto “a sostegno del popolo palestinese”. Come va interpretata questa rivendicazione? Gli appelli al boicottaggio dei marchi hanno un impatto reale su colossi come McDonald’s?

E’ interessante constatare che il gruppo dietro questa azione si chiama Les Frites insoumises, un clin d’oeil scherzoso piuttosto evidente a La France insoumise (il partito della sinistra radicale francese, ndr). Il loro comunicato stampa fa riferimento a un appello al boicottaggio della catena McDonald’s dopo il 7 ottobre. All’epoca, sui social network, circolavano video di dipendenti di McDonald’s che consegnavano pasti gratuiti all’esercito israeliano. In risposta, sugli stessi social, circolavano appelli al boicottaggio in solidarietà con la causa palestinese. Questi appelli avevano avuto un impatto significativo sul numero di clienti che frequentavano alcuni McDonald’s, soprattutto quelli situati in periferia, tra cui il quartiere Le Mirail di Tolosa. Il collettivo Frites insoumises sostiene che è per compensare questa mancanza che l’azienda americana ha deciso di accelerare la sua espansione sul territorio francese. Noi, invece, crediamo che sia l’aumento della concorrenza da parte di altre catene di fast-food, alimentato dall’innegabile entusiasmo dei nostri concittadini per questi prodotti, che sta alla base di questa volontà di estendere ulteriormente la rete di McDonald’s. Finora, infatti, gli appelli ad abbandonare i marchi americani dopo l’insediamento di Donald Trump hanno avuto poca risonanza tra i consumatori francesi. Ciò dimostra il forte legame che marchi come Coca-Cola, McDonald’s, Nike e Levi’s hanno creato negli anni con la popolazione francese. Inoltre, dimostra fino a che punto il motivo invocato possa influenzare l’esito di una richiesta di boicottaggio. Chiedere un boicottaggio per ostilità all’imperialismo americano e contro il cibo spazzatura produce pochi risultati, mentre un appello motivato dal sostegno al popolo palestinese funziona chiaramente meglio con alcune fasce della popolazione francese.
 
In che modo questo evento è sintomatico degli sconvolgimenti culturali della nostra società?

Innanzitutto, questo evento riflette la spettacolare strategia di espansione di McDonald’s in tutta la Francia, in particolare nelle periferie delle grandi città. McDonald’s conta oggi 1.560 ristoranti e ha annunciato l’apertura di altri cinquanta punti vendita quest’anno. Quello bruciato a Montrabé fa parte di questo nuovo contingente. Inizialmente l’azienda americana ha cercato di insediarsi nel cuore delle grandi città. Poi si è gradualmente espansa nelle aree periferiche e rurali. Oggi il marchio McDonald’s fa parte del nostro paesaggio, con la famosa “M” del logo, radicata in maniera sempre più capillare nel territorio nazionale (…). Montrabé si trova a soli cinque chilometri dalla tangenziale di Tolosa e il centro storico vanta già un gran numero di ristoranti McDonald’s. Ci sono anche tre McDonald’s in tre città vicine a Montrabé: Rouffiac-Tolosan, L’Union e Balma, che ospita anche un Burger King e un Kfc. Tuttavia, la direzione della multinazionale americana ritiene che la crescita demografica di Montrabé giustifichi l’apertura di un ulteriore ristorante in questa zona. Un comune di 4.300 abitanti è ormai un bacino di clienti sufficiente per un ristorante di questo tipo. Ciò dimostra anche la feroce concorrenza tra le varie catene di fast-food per occupare il mercato e non lasciare spazio ai loro rivali (…). Possiamo inoltre notare che, nella riflessione strategica di McDonald’s, ci sia la volontà di creare una rete capillare sul territorio, ma anche di puntare il più possibile su luoghi vicini alle principali arterie autostradali.
 
Le catene di fast-food hanno trasformato anche il rituale del pasto alla francese nelle nostre piccole città?

Per molti versi, questa comunità suburbana di Tolosa assomiglia a tante altre nelle periferie di Lione, Bordeaux e Nantes, per esempio. Sebbene esistano ancora alcuni elementi architettonici specifici per ogni regione, la rotatoria, il supermercato, il McDonald’s e tutte le insegne di franchising – con la loro estetica standardizzata e riconoscibile – stanno contribuendo alla standardizzazione dei nostri paesaggi (…). Il rullo compressore di McDonald’s avanza inesorabilmente.
 
Dobbiamo considerarlo come il fallimento dell’antiamericanismo e delle utopie anticapitalistiche, che, peraltro, non risalgono alla comparsa di McDonald’s?

McDonald’s (…) ha capito che, per sedurre i clienti francesi, doveva francesizzare il concetto. Il marchio ha quindi evidenziato il fatto di dare lavoro agli agricoltori francesi, ha modificato il suo menù (con più insalate e verdure) e ha sviluppato ricette che fanno riferimento ad alcuni nostri terroir. Ma nonostante questi sforzi di acculturazione, McDonald’s rimane un simbolo emblematico della profonda americanizzazione della nostra società. Il ristorante situato su una rotatoria di fronte a un supermercato, come nel caso di Montrabé, conferisce a diverse comunità suburbane il colore delle “suburbs” americane, così come vengono ritratte negli innumerevoli film e serie statunitensi che il pubblico francese guarda da diverse generazioni. Per Montrabé, non è l’unico ingrediente di questa colorazione “yankee”. In questo paese di giocatori di rugby, la città ospita da tempo una squadra di football americano, Les Comètes, molto conosciuta e di successo in ambito sportivo. La città ospita anche il Montrabé Country Legend, un club di ballo country, nonché tre saloni di tatuaggio e un microbirrificio chiamato Ice Breaker Brewing, dove è possibile ordinare una pinta di “craft beer”, proprio come oltreoceano. Si aggiungano a ciò un campo da golf e uno skatepark: un’intera serie di elementi paesaggistici americani contemporanei trapiantati in Francia.
 
Ma i McDonald’s sono più accettati del massiccio insediamento di kebab e altre catene di fast-food americane in Francia?

Forse in parte. Ma oltre a McDonald’s, a Montrabé, ci sono un Burger King e un Kfc nei comuni limitrofi. A livello nazionale, altre catene si stanno espandendo, come Popeyes e la sua cucina cajun, originaria della Louisiana. Per non parlare di Five Guys, dei negozi di ciambelle e di tutti quegli ingredienti dell’immaginario americano che si stanno progressivamente diffondendo, anche in zone remote. Il fenomeno riguarda il cibo, ma anche, come abbiamo visto, lo sport e le attività di tempo libero. Questa trasformazione sta generando reazioni da parte di una frangia minoritaria della popolazione, a volte ostili o più radicali, come dimostra l’incendio di Montrabé.

(Traduzione di Mauro Zanon)

Di più su questi argomenti: