I popolari europei alla ricerca di un compromesso per evitare la rottura con Orbán. Oggi il voto

Gregorio Sorgi

    Roma. Il Partito popolare europeo (Ppe) è diviso sull'espulsione di Viktor Orbán, e molti membri dell'alleanza temono che il voto di oggi sul premier ungherese possa indebolire lo schieramento in vista delle elezioni europee. L'ex primo ministro sloveno e leader del Partito democratico, Janez Janša, suggerisce di rinviare il voto su Orbán in una lettera visionata dal Foglio. “A prescindere dall'esito del voto, andiamo incontro a un'inevitabile spaccatura nel mezzo della campagna elettorale per le elezioni europee”, ha scritto Janša nel testo indirizzato al presidente del Ppe, il francese Joseph Daul. La frattura più evidente è tra i paesi del nord Europa che hanno chiesto l'espulsione di Orbán e i paesi dell'est che invece lo difendono, temendo una rottura nel gruppo di Visegrád. Una fonte del Ppe conferma al Foglio che molti partiti dell'est condividono la linea di Janša, e sono alla ricerca di un compromesso per evitare l'espulsione del premier ungherese. L'idea sarebbe quella di proporre una mozione per sospendere Orbán dal Ppe e rinviare la discussione sulla sua possibile espulsione dopo le elezioni di maggio. “Questa mediazione potrebbe andare bene a tutti – spiega una fonte del Ppe – Orbán verrebbe sanzionato per il suo comportamento ma non si andrebbe incontro a una crisi a pochi mesi dalle elezioni”. Il premier ungherese ha confermato che guiderà la delegazione di Fidesz al summit di oggi – secondo alcune voci sarebbe già arrivato a Bruxelles ieri sera – e difenderà la sua causa davanti ai suoi colleghi di partito. Il candidato dei popolari alla Commissione europea, il tedesco Manfred Weber, non si è mai sbilanciato sulla questione Orbán ma ne teme i contraccolpi sulla sua campagna elettorale. Nella lettera, Janša insinua che l'attuale presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, abbia architettato il voto su Orbán per indebolire il suo probabile successore. “Nel congresso di Helsinki avevamo promesso di rinviare la questione Orbán dopo le elezioni di maggio ma Juncker (che essendo presidente della Commissione dovrebbe restare lontano dalle questioni partitiche) ha chiesto l'espulsione di Orbán”. In realtà la questione è più complessa: tredici partiti del Ppe hanno chiesto l'espulsione di Orbán a causa della campagna diffamatoria del premier ungherese contro Juncker. Janša invece accusa il presidente della Commissione europea di aver tramato contro Weber fin dal primo giorno: “Dopo avere approvato la nomina di Weber come candidato dei punta dei popolari, Juncker ha detto in un'intervista al Soir che era troppo presto per sostenerlo come suo successore. Dov'è la lealtà in questo caso?”. Inoltre, l'ex premier sloveno paragona le “politiche migratorie sbagliate” di Angela Merkel con le azioni “giuste e in linea con i valori popolari” di Orbán, confermando che lo scontro in atto tra i popolari va ben oltre la scelta di oggi sul premier ungherese. Nel complesso scacchiere politico del Ppe, spicca la posizione di Forza Italia che non sa bene cosa fare in vista del voto. Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, non si è espresso sulla questione, temendo che le sue parole potessero essere strumentalizzate dopo le polemiche su Mussolini. L'alleanza con Salvini incide sulla posizione di Forza Italia: un voto contro Orbán verrebbe interpretato come un segno di allontanamento della Lega. Ma il partito di Berlusconi non è l'unico a essere vincolato dalle alleanze nazionali. Se i popolari spagnoli dovessero votare contro Orbán, come faranno a giustificare l'asse con gli estremisti di Vox dopo le elezioni nazionali di aprile? Una fonte del Ppe stima che circa il 60 sessanta per cento dei delegati popolari è a favore dell'espulsione di Orbán anche se la grande incognita sono i voti dei cristiano-democratici tedeschi, che sposteranno gli equilibri. La Germania ha un peso enorme nell'Assemblea politica del Ppe: tra i 260 membri che la compongono, vengono rappresentate anche le sezioni giovanili e altre organizzazioni affiliate al Ppe, che sono prevalentemente tedesche. Se la Cdu e la Csu voteranno a favore dell'espulsione, sarà difficile salvare Orbán.

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