La regione Lazio invita gli imprenditori a un tavolo contro il declino di Roma
Roma. L'incontro in programma il prossimo 16 maggio tra la regione Lazio e le sette principali associazioni di categoria romane è un segno di come si sia deteriorato il rapporto tra la sindaca Virginia Raggi e le aziende della sua città. Il primo aprile i presidenti di Acer, Cna, Coldiretti, Federlazio, Confcommercio, Confesercenti e Unindustria si erano uniti per denunciare la paralisi e lo stallo di Roma dopo l'insediamento della giunta del M5s. “Chiediamo di essere ascoltati, perché finora non abbiamo ricevuto risposte”, avevano detto gli imprenditori puntando il dito contro la Raggi. La sindaca aveva promesso di ascoltare il grido di allarme delle imprese, ma non ha fatto nulla per venire incontro. Le accuse degli imprenditori non si sono fermate nei giorni successivi: “Non si vedono più le gru in città”, aveva detto il presidente dei costruttori romani (Acer), Nicolò Rebecchini. Il presidente di Confesercenti, Valter Giammaria, aveva auspicato un tavolo comune tra le imprese e la Raggi, senza ottenere una risposta dalla sindaca.
La regione Lazio cerca di colmare questo vuoto invitando al confronto le sette associazioni di categoria che rappresentano l'80 per cento delle imprese romane e il 70 per cento del pil della città. “Vogliamo ascoltare le aziende che si lamentano per il calo della competitività della città di Roma”, spiega Gian Paolo Manzella, l'assessore allo Sviluppo economico della regione, che ha organizzato l'incontro. “E' utile confrontarsi con le imprese romane in vista dei bandi per i fondi europei del bilancio 2021-2027, che possono contribuire enormemente allo sviluppo delle imprese a Roma e nel resto della regione”. A molti sembrerà un paradosso che le principali associazioni di categoria romane trovino ascolto in regione e non in comune. “Ma non c'è nulla di strano – spiega Manzella – L'articolo 5 dello statuto delle regioni specifica che la valorizzazione della città di Roma rientra anche nelle competenze della regione. Il comune, la regione e le associazioni devono collaborare per promuovere lo sviluppo”. Manzella chiarisce che l'incontro con le imprese non va interpretato come una provocazione contro la Raggi. “Noi abbiamo un rapporto di piena collaborazione con l'amministrazione, parlo ogni giorno con il mio omologo al comune di Roma. La nostra missione è ascoltare le preoccupazioni degli imprenditori romani – spiega Manzella – Questo incontro è solo l'inizio di un percorso, non ha la stessa l'ambizione del Tavolo Calenda (il dialogo tra l'ex titolare del Mise, Carlo Calenda, e la Raggi per promuovere lo sviluppo di Roma, ndr)”. Tuttavia, l'apertura della regione Lazio alle imprese ha dei risvolti politici, almeno dal punto di vista simbolico. Zingaretti si pone come interlocutore del ceto produttivo trascurato dalla giunta del M5s, inviando un messaggio implicito anche a livello nazionale. Il governo Conte sta scontando un pessimo rapporto con le imprese, proprio come la giunta capitolina di Virginia Raggi. Le critiche delle categorie produttive ai gialloverdi hanno anticipato l'insurrezione degli imprenditori nella città più importante governata dai grillini. Zingaretti ha mostrato una particolare attenzione al ceto produttivo – come primo gesto da segretario del Pd si è recato a Torino per sostenere la Tav. Adesso cerca di fare lo stesso a livello locale, rivendicando i risultati raggiunti da governatore. “Abbiamo fatto tanto per favorire l'internazionalizzazione e la digitalizzazione delle imprese nel Lazio”, spiega Manzella: “C'è ancora tanto da fare: possiamo migliorare lo sviluppo verde e incentivare il tecnopolo Tiburtino”. Il governo regionale ha messo a disposizione 10 milioni per la digitalizzazione delle imprese (il primo bando partirà a fine maggio), 18 milioni per l'internazionalizzazione (bando a fine giugno) e 80 milioni per lo sviluppo delle startup.
Gregorio Sorgi
Il Foglio sportivo - in corpore sano