Nessuno è escluso dall'abbraccio inclusivo della politica identitaria
A mo scherzare su questioni delicate come la politica identitaria, ma non posso negare che questa tendenza al fare gruppo per difendere il diritto all'esistenza di culture o stili di vita minoritari solitamente presi di mira dalla maggioranza delle persone abbia i suoi rovesci positivi.
Prendiamo per esempio una delle figure più vituperate nello spettro della sessualità maschile, quella del playboy. Al giorno d'oggi è impossibile dare una rappresentazione non avvilente del playboy, offrirne un'immagine che non insista su aspetti cupi come il vuoto interiore e l'intima desolazione di chi ha tanti amanti (per non parlare dell'aspetto sanitario della faccenda). Lo spauracchio dell'“Unico Vero Amore” è ancora difficile da abbattere nella nostra cultura.
Pensate al povero Berlusconi, che per anni è stato costretto a giustificare la sua sfavillante vita privata nascondendola dietro una noiosa immagine di zitellone stakanovista con solide tendenze monogame. Purtroppo oggi la sua parabola politica è ormai agli sgoccioli, ma se ancora oggi fosse tormentato dal solito sciame di moralisti, il Cavaliere potrebbe spazzare in un colpo solo tutte le inutili polemiche sull'invidiabile varietà della sua sala dei trofei erotici. Gli basterebbe una semplice dichiarazione, magari attraverso una story su Instagram: “Dopo anni di menzogne e accuse infamanti, ho deciso di venire allo scoperto. Non sono mai stato uno squallido playboy, ma un convinto praticante del poliamore. Se non mi accettate, siete dei luridi fascisti!”.
Io, che ho sempre invidiato la scuderia di amanti del Cavaliere, sento che finalmente la politica identitaria sta venendo incontro alle mie fantasie sessuali libertine. Era dagli anni Ottanta che non mi sentivo così leggero: dopo decenni di vergogna, mi sento riabilitato.
Ma la politica identitaria non corre solo in soccorso ai potenti. Anche gli ultimi, i paria della nostra società, possono trovare accoglienza nel suo abbraccio inclusivo. I gerontofili, per esempio, non sono più dei deviati, ma dei paladini dell'anti ageismo. I tanto bistrattati zoofili saranno salutati come pionieri dell'anti Specismo. E, soprattutto, i vituperati coprofagi riceveranno (era ora!) il dovuto riconoscimento che spetta loro fin dai tempi di Mario Mieli: quello di essere stati, fin da tempi non sospetti, la più valorosa avanguardia del movimento ambientalista internazionale.
Costantino della Gherardesca
Il Foglio sportivo - in corpore sano