La tecnologia quando ancora non la chiamavamo così

    L'etimologia della parola tecnologia è ben nota a chiunque abbia fatto un liceo classico (e anche a chi non l'ha fatto). La tecnologia esiste da decenni, e se oggi ci fa venire in mente circuiti e led intermittenti, nei secoli e nei millenni tecnologia è stata argilla, legno, ferro, alluminio. Tecnologia è la ruota, la carta, la stampa a caratteri mobili, la scoperta dell'elettricità, e quella che consideriamo adesso come tecnologia, l'informatica e la robotica, è soltanto l'ultima pagina di una storia molto lunga. Alle Gallerie d'Italia, a Milano, una mostra aperta fino all'8 settembre intende dimostrare esattamente questo punto, fin dal titolo: “Dall'argilla all'algoritmo. Arte e tecnologia”. La mostra ospita 71 opere provenienti dal Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea e dalle collezioni di Intesa Sanpaolo, e si spazia da vasi in ceramica provenienti dalla Grecia antica a quadri della pittura europea del XV secolo agli esponenti delle avanguardie italiane, come Balla e Boccioni, fino a opere più recenti di Lucio Fontana e installazioni recentissime che fanno uso di materiali e di tecniche avanzati.

    L'esibizione è curata da Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria con il coordinamento di Gianfranco Brunelli, e ha un andamento volutamente non cronologico: esempi differenti che mostrano il rapporto tra l'uomo e la tecnologia nel corso dei millenni sono accostati con originalità, dando allo spettatore punti di vista molteplici sull'evoluzione dei linguaggi artistici e delle interpretazioni del mondo generate dalla tecnica.