Per gli investitori l'Italia è inaffidabile come Londra in crisi da Brexit
Milano. Il sentiment degli investitori nei confronti dell'Italia è migliorato rispetto a giugno-luglio del 2018, ma è sempre negativo e si consolida la tendenza a preferire un paese come la Spagna che in questo momento offre un rapporto tra rischio e rendimento più allettante anche di Francia e Germania. Il quadro emerge dall'ultimo sondaggio realizzato a livello globale dalla banca d'affari americana Bofa Merrill Lynch tra i gestori di fondi d'investimento e che, per la rappresentatività del campione – oltre 160 fund manager intervistati per un totale di 600 miliardi di patrimonio gestito – rappresenta una delle rilevazioni più attendibili sulle tendenze dei mercati. Se lette in retrospettiva, le valutazioni degli operatori evidenziano la correlazione esistente tra il rischio paese percepito e le decisioni di investimento. Mettendo in fila i sondaggi di Bofa Merrill Lynch a partire da marzo 2018, data delle elezioni politiche in Italia, ma anche momento spartiacque nella zona euro tra una fase di piena crescita e l'inizio del rallentamento economico, si vede come nelle preferenze degli investitori si siano alternati quei paesi che hanno mostrato potenzialità di crescita e maggiore stabilità del quadro politico, a prescindere dal colore dei governi. Partiamo dall'ultimo dato. A luglio, un quinto dei gestori internazionali interpellato da Bofa ha dichiarato di voler ridurre l'esposizione nei confronti dell'Italia nei prossimi 12 mesi, ed è una buona notizia nell'ottica del meno peggio. Infatti, esattamente un anno fa, a luglio del 2018, la percentuale di operatori in fuga dall'Italia era ben più elevata: il 36 per cento. Rispetto a giugno scorso, l'Italia è il paese europeo che ha mostrato il balzo in avanti più significativo nella scala di fiducia degli investitori, ma resta sempre in fondo alla classifica. Intanto, è la Spagna ad affermarsi come il mercato più interessante d'Europa mentre il Regno Unito si conferma quello meno attrattivo e la affaticata Germania continua a perdere terreno rispetto al passato quand'era quasi sempre sul podio. Nel complesso, il sentiment nei confronti dell'Italia è sì migliorato, come ha sottolineato anche il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, ma si tratta di un'apertura di credito molto fragile che andrebbe consolidata da scelte di governo che considerassero la fiducia sui mercati come una priorità. Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ha detto che questo particolare momento – in cui lo spread è sceso sotto i 200 punti – è l'occasione giusta per creare un circolo virtuoso tra politica pubblica di bilancio e condizioni finanziarie che potrebbe ridare impulso all'attività economica. Purtroppo, però, il prossimo banco di prova per l'Italia sarà il dibattito sul Documento di programmazione economica per il 2020, che si annuncia tormentato, se prima non ci sarà una crisi politica con possibilità di elezioni anticipate. Così, l'altalena in fondo alla classifica sembra destinata a continuare. Dalle rilevazioni di Bofa emerge che nell'ultimo anno e mezzo l'Italia si contende con il Regno Unito l'ultimo e il penultimo posto nella scala delle preferenze degli investitori perché entrambi i paesi sono appesantiti da problemi interni. Eppure, tra la fine del 2018 e l'inizio del 2019, il paese era riuscito a risalire la classifica posizionandosi subito dietro Svezia e Paesi Bassi e addirittura prima della Francia che proprio in quei mesi subiva il contraccolpo della protesta dei gilet gialli. Il superamento della dialettica tra Roma e Bruxelles sulla legge di Bilancio per il 2019 aveva ridimensionato la percezione di rischio sovrano, ma è durato poco perché a partire dal mese di marzo – praticamente da quando le previsioni di crescita del pil sono state riviste al ribasso e si è palesata la possibilità di una procedura d'infrazione da parte dell'Unione europea – l'Italia è scivolata di nuovo in fondo alla classifica mantenendo questa posizione fino a giugno. Ora è risalita ancora una volta superando il Regno Unito, inchiodato dall'incertezza Brexit.
Mariarosaria Marchesano


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