Da fuori, l'internet in cina non sembra internet
Si parla sempre del “grande firewall” cinese, il sistema misto di censura e di impedimenti tecnici con cui il governo di Pechino riesce a tenere i propri cittadini al riparo da concetti pericolosi come democrazia e liberalismo, e protetti da siti sediziosi come il New York Times e il Guardian. E' più raro capire in che modo, e a livello complessivo, funziona l'infrastruttura delle rete cinese. Uno studio interessante di Oracle, uscito alla fine di luglio (titolo: “Analysis by Oracle Internet Intelligence Highlights China's Unique Approach to Connecting to the Global Internet”), mostra che l'internet cinese funziona un po' come una intranet, una rete privata aziendale. Mentre ovunque nel mondo gli operatori sono tantissimi e spesso stranieri, e tutto è legato assieme in un'unica grande matassa, in Cina sono presenti soltanto operatori cinesi.
I punti di accesso verso l'esterno sono collocati fuori dal paese, e tutti i dati che partono da server cinesi diretti ad altri server cinesi rimangono in Cina. E' un comportamento unico al mondo, perché spesso i dati viaggiano di paese in paese. In Cina no: il Partito comunista si è fatto la sua rete privata, e forse non vede l'ora di staccarla definitivamente dal resto del globo.
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